GLI STEREOTIPI SULLA VIOLENZA DI GENERE
testo letto dagli studenti il 25 novembre 2013
Liceo Leonardo, Giarre
"Nell’inferno delle violenze contro le donne, che abitiamo tutti i giorni, non
possiamo limitarci ad accettarlo diventandone parte, fino al punto di non
vederlo più. Dobbiamo combatterlo, da un punto di vista non solo personale, ma
anche istituzionale. Dobbiamo combatterlo proteggendo le vittime e punendo i
colpevoli. Dobbiamo combatterlo, forse prima ancora di qualche altra azione,
attraverso la cultura e la forza della ragion critica. Quel pensiero critico
che, come ci hanno insegnato tra gli altri Adorno e Arendt, permette di fare a
pezzi i pregiudizi, gli errori, i compromessi, le scuse, l’oscurantismo, i
ritardi, le ingiurie, la banalità… in una parola, la violenza.
Solo il pensiero
critico permette di riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno – per
riprendere Calvino – non è inferno.
La violenza non la si può eliminare del tutto, l’ho già scritto più volte. La
violenza la si può contenere e prevenire. Ma per farlo, dobbiamo sviluppare lo
spirito critico attraverso l’educazione. Educazione, educazione e ancora
educazione. Per far capire a tutti e tutte, fin da piccoli, che il proprio
valore è intrinseco e non strumentale; che ogni persona, a differenza delle cose
che hanno un prezzo, non ha mai un prezzo ma una dignità; che la dignità non
dipende da quello che gli altri pensano di noi, da quello che gli altri ci
dicono o meno, da quello che gli altri ci fanno. Fino a quando una donna
crescerà convinta che il proprio valore dipende dallo sguardo che gli uomini
portano su di lei o dai giudizi che piovono sul proprio comportamento, non saprà
che la dipendenza che la lega a un uomo è la dipendenza che ci lega tutti ai
nostri simili, e che dipendere non vuol dire assoggettarsi, e che
l’assoggettamento rende schiavi".
Michela Marzano, filosofa
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE NEL NOSTRO LICEO
25 NOVEMBRE 2013
inviate da Federica Arcidiacono, 3 E
Come si ferma la violenza? Con la cultura, con la ragione. L'ignoranza è il peggior male del mondo, ed è proprio da questa che nasce la violenza. Per ignoranza non voglio intendere solo la mancanza di una cultura, di un educazione, ma anche la mancanza di razionalità e di logica in una persona. Bisognerebbe tanto riflettere su tutto ciò che è stato detto in questa giornata, e non solo oggi, perché la violenza la si registra sempre, in ogni luogo e in ogni tempo. E' da sempre presente e difficilmente se ne andrà, però possiamo combattere e far sì che il tasso di violenze si abbassi di gran lunga.
RispondiEliminaConcludo con una citazione riguardo la violenza sulle donne : "Solo un uomo piccolo usa la violenza sulle donne per sentirsi grande".
Questa manifestazione è servita a ricordare quanto importante sia avere un pensiero critico nella società, per non correre il rischio di tralasciare eventi che vanno invece posti costantemente agli occhi dell'opinione pubblica, come l'inaccettabile violenza sulle donne. Tra i valori elencati nel post, vorrei mettere in evidenza la parola rispetto, che assieme alla dignità e alla educazione gioca un ruolo cruciale nella formazione dell'individuo. Per parlare di questa parola, non vorrei elencare una serie di significati che assume oggi in base ai contesti (le sfumature sono tante, e purtroppo oggi si abusa del termine), ma vorrei fare un salto indietro nel tempo per risalire alla sua etimologia, al fine di individuare le radici di questo sentimento. "Rispetto" deriva dal latino "respectus", che a sua volta deriva da "respicere". La parola è composta dalla particella -re (di nuovo, addietro), e spicere (guardare). Nella contraddittorietà del significato della particella -re è possibile trovare la nascita e la bellezza del rispetto: esso non si basa solo sulla continua rivalutazione delle qualità dell'altro, ma anche sulla coscienza della vita stessa, perché già risalire al dato della vita è già un atto meritevole di rispetto. E' un sentimento che è vecchio e nuovo allo stesso tempo, e trova la sua forza proprio nella sua problematicità. Sono convinta che state insegnando benissimo ai ragazzi del Leonardo a rispettare l'altro, proprio come avete fatto con me in passato. Anche se non ero lì fisicamente, lo ero con il cuore, quindi grazie per avermi resa partecipe di questo evento importante non solo per il liceo, ma per tutti gli esseri umani.
RispondiEliminaScrive Syria Magro, 4 H: "La manifestazione tenutasi ieri è stata un segnale. Noi donne,noi uomini,noi persone, abbiamo voluto manifestare il nostro dissenso verso la violenza sulle donne. Il mondo è in continua evoluzione e noi dobbiamo essere sempre pronti ai cambiamenti ; ciò non può accadere se si ha l'assenza dei valori tradizionali quali rispetto e giustizia e sopratutto l'assenza di un' anima che ci distingue dagli animali.
RispondiElimina"Nel mangiare, dormire e nell'espletare altre funzioni fisiche, l'uomo non è diverso dalla bestia. Ciò che lo distingue da essa è il suo sforzo incessante di sollevarsene al di sopra sul piano morale."
Mohandas Gandhi
Il testo e la traduzione di No Woman No Cry (che significa No donna, non piangere)
RispondiEliminaNo Woman no cry – No donna, non piangere
No Woman no cry – No donna, non piangere
No Woman no cry – No donna, non piangere
No Woman no cry – No donna, non piangere
‘Cause I remember when we used to sit – perchè io ricordo quando ci sedevamo
In a government yard in Trenchtown – Nel cortile del ministero a Trenchtown
Observing the hypocrites – Osservando gli ipocriti
Mingle with the good people we meet – Mescolarsi alle brave persone che incontriamo
Good friends we have – Abbiamo buoni amici
Oh, good friends we have lost along the way – Oh, buoni amici che abbiamo perso lungo la strada
In this great future, you can’t forget – Con questo futuro grandioso, non puoi dimenticare
your past – il tuo passato
So dry your tears, I seh – Quindi asciugati le lacrime, dico io
No Woman no cry – No donna, non piangere
No Woman no cry – No donna, non piangere
Little darlin’, don’t shed no tears – Piccola cara, non versare lacrime
No Woman no cry – No donna, non piangere
Said I remember when we used to sit – Ho detto ricordo quando ci sedevamo
In a government yard in Trenchtown – Nel cortile del ministero a Trenchtown
And then Georgie would make the fire lights – E poi Georgie accendeva il fuoco
I seh, log would burnin’ thru the nights – Dico io, la legna bruciava nelle notti
Then we would cook cornmeal porridge of which I’ll – Poi preparavamo il pasticcio d’avena che
share with you – dividerò con te
My feet is my only carriage and – I miei piedi sono il mio unico mezzo di trasporto
so I’ve got to push on thru – quindi devo andare avanti
Oh, while I’m gone – Oh, ma in mia assenza
Everything’s gonna be alright – Tutto andrà bene
Everything’s gonna be alright – Tutto andrà bene
No Woman no cry – No donna, non piangere
No Woman no cry – No donna, non piangere
I seh little darlin’ don’t shed no tears – Io dico carina non versare lacrime
No Woman no cry – No donna, non piangere
Giorno 25 Novembre abbiamo tutti imparato qualcosa. Abbiamo imparato a VIVERE. Credo fermamente che queste manifestazioni di informazione e sensibilizzazione debbano prendere parte nell'istituzioni scolastiche. La scuola ha il compito di formarci culturalmente, ma soprattutto ha il compito di formare noi (giovani e lavoratori di domani) umanamente.
RispondiElimina