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martedì 29 ottobre 2019

logica, filosofia della natura, filosofia dello spirito







LOGICA ONTOLOGICA
pensare=essere
pensieri oggettivi

LOGICA DIALETTICA
principio degli opposti

Tra l’Idea, che conclude la LOGICA, e la FILOSOFIA DELLO SPIRITO, è situata la FILOSOFIA DELLA NATURA, che rappresenta l’“idea fuori di sé”, l’“estraniazione” nel diverso da sé, l’alienazione nella realtà fisica o natura. 

L’approccio hegeliano alla natura è sia di carattere logico/ontologico, in quanto la natura possiede una razionalità intrinseca e costitutiva, sia di carattere epistemologico in quanto le singole scienze che indagano la natura ne organizzano la conoscenza e ne individuano i principi generali. Nella Filosofia della natura, Hegel tratta l’insieme delle scienze naturali del suo tempo, mostrando l’ampiezza davvero imponente delle sue conoscenze in tutti i campi trattati, pur con forzature e interpretazioni a volte discutibili, come nella critica alla teoria di Newton.

La natura è dunque rappresentazione e manifestazione dell’idea ma nella sua forma più bassa e incompleta: è la decadenza dell’idea da se stessa (si riprende il tema della "caduta" dell'anima nel mito platonico della biga alata). 

"Il punto più lontano da Dio"

Infatti l’idea, che in sé è pura e logica, nella natura si trova contaminata dalle dimensioni materiali e temporali ed è assoggettata al divenire. L’idea si disperde nella molteplicità dello spazio e del tempo e, quindi, assume le forme rigide e cristallizzate della natura. 

La natura, in quanto idea fuori di sé, ha la caratteristica precipua della esteriorità ed in quanto tale non mostra nella sua esistenza libertà alcuna; essa è un insieme di necessità, accidentalità e contingenza, di leggi deterministiche e casualità

Ne consegue la natura, sebbene in quanto idea sia in sé divina, tuttavia rispetto alla sua esistenza accidentale ed esteriore non è assolutamente da divinizzare (da qui la contraddizione insoluta): il suo carattere proprio è quello di essere posta, di essere negazione, non ens; la natura è e resta spirituale dunque solo in senso relativo e non assoluto. 

Per rendere comprensibile il passaggio dell’idea alla natura, Hegel, con chiari riferimenti anche alla filosofia di Plotino, che egli conosceva e ammirava, rievoca il concetto di caduta, cioè di perdita di essere nel senso autentico del termine: la natura è idea, ma idea alienata, priva di libertà


Ma perché l’idea, perfetta e compiuta, si infligge questo calvario? La sua unica funzione, per Hegel, sarebbe quella di rappresentare il momento oggettivo e di estraneazione dell’idea, che deve preparare il passaggio alla fase successiva, ossia alla Filosofia dello Spirito. Lo Spirito raggiunge l’autocoscienza e quindi la libertà solo confrontandosi col limite, deve “incarnarsi”. 

La natura trova la sua legittimazione e giustificazione all’interno del sistema hegeliano in quanto Hegel vuole rintracciare in essa la storia dello spirito.
E' antitesi, dunque sede di opposizioni, conflitti.
Solo con il superamento dei suoi limiti, attraverso il bisogno umano di comprendere l'Assoluto, il pensiero transita nello Spirito e qui conquista la piena conoscenza del vero.

L'Assoluto è un risultato

Vero è l'intero