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domenica 20 dicembre 2020

democrazia antica e democrazia odierna




 LA DEMOCRAZIA ATENIESE E QUELLA ODIERNA

caratteri, specificità e differenze

Un percorso didattico di educazione civica per le classi terze


IL DISCORSO DI PERICLE DEL 431 a.C.



IL VIDEO DI CONFRONTO TRA LE DUE FORME DI DEMOCRAZIA

realizzato da Leonardo Previtera, classe 3 E


lunedì 14 dicembre 2020

cosa sono i diritti umani?

Eleanor Roosevelt presenta la Dichiarazione universale dei diritti umani
                                                                              nel 1948
 
  I diritti umani riflettono i bisogni fondamentali di ogni essere umano

alcune tappe:



Essi costituiscono gli standard minimi che devono essere garantiti affinché tutti possano avere una vita dignitosa.

Essi sono:

  • universali in quanto sono gli stessi per tutti gli esseri umani senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o altra condizione. Valgono dunque, per tutti;
  • inviolabili perché nessun essere umano può esserne privato;
  • indisponibili nel senso che nessuno può decidere di rinunciarvi neppure volontariamente in quanto non si possono perdere;
  • indivisibili perché nessun diritto può esistere senza l’altro e nessuno è più importante degli altri;
  • interdipendenti nel senso che l’esistenza di uno dipende direttamente dall’esistenza degli altri. Ad esempio la capacità di partecipare alle decisioni del nostro Governo è direttamente influenzata dal diritto di esprimere noi stessi, di accedere all’istruzione e anche di ottenere il minimo necessario ad una vita dignitosa.

Nel sostenere tali diritti, tutti accettano anche la responsabilità di non violare i diritti degli altri e di sostenere coloro i cui diritti sono calpestati o negati.






 diritti civili e politici, diritti economici, sociali e culturali.

scheda esplicativa sull'esistenza di quattro generazioni di diritti umani





giovedì 10 dicembre 2020

METODO E CONOSCENZA




IL CONTESTO STORICO- L'EPOCA NUOVA, 6'


LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA, 4'


 IL METODO SCIENTIFICO

le proposte del Seicento


GALILEO GALILEI



BACONE



mappa di Clara Ansaldo


CARTESIO



mappa di Marina Tropea


lunedì 23 novembre 2020

sono donna dunque esisto, storia di un cammino ancora difficile




 LA CONDIZIONE FEMMINILE NEL MONDO

scheda Zanichelli  di analisi per riflessioni anche nella formazione civica


ADRIANA CAVARERO INVITA A RIFLETTERE 

SULLA VIOLENZA SULLE DONNE NELLA STORIA
video RaiCultura, 5'

SILVIA SALVATICI sulla violenza alle donne
"Tutti contro la violenza sulle donne", 23'


le leggi italiane, la prevenzione, gli aiuti alle donne che hanno subito violenza






guida per docenti ed educatori




NON SOLO VIOLENZA-LE CONQUISTE POLITICHE DELLE DONNE



IL  DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE NEL MONDO



IL PERCORSO PER LA CONQUISTA DEL SUFFRAGIO FEMMINILE IN ITALIA

slides presentate il 12 marzo 2016 a Piedimonte Etneo

con la classe 5 B


DOSSIER: LE DONNE AL VOTO

a cura dell' Istituto Lombardo di Storia Contemporanea


LE DONNE DELLA REPUBBLICA

presentazione delle 21 deputate elette nell'Assemblea Costituente

da parte della classe 5 C

uomini e donne alle urne

confronto di Maria Grazia Le Mura, 5 C

mercoledì 18 novembre 2020

il pianto e il riso di Eraclito e Democrito

 "Una antica tradizione, che risale almeno al I secolo a.c. contrappone al riso di Democrito, il pianto di  Eraclito. Questo atteggiamento opposto esprime l'alternativa di fronte al "mondo" e alla "vita": di fronte all'assurdità e mancanza di senso del mondo e alla follia degli uomini, il pianto di Eraclito esprime pietà e  disperazione per la loro condizione, il riso di Democrito esprime invece ironia, intesa come incapacità di prendere sul serio tutto ciò per cui gli uomini si affannano, soffrono e gioiscono.


Bramante, affresco, Eraclito e Democrito, 1477
Se opposta è la scelta dei due, la via della pietà e del pianto e la via dell'ironia e del riso, alla base di questa scelta vi è la medesima constatazione: la nullità della vita umana, il suo essere priva di senso, queste figure sono quindi complementari, l’uno ride e l’altro piange di fronte alla insensatezza dei comportamenti e delle illusioni degli uomini [...] 
                                                                                                            Gianfranco Marini continua qui


Democrito avrebbe da ridere se fosse in terra, qui con noi 

«si foret in terris, rideret Democritus»

Orazio, Epistole

lunedì 9 novembre 2020

LA FILOSOFIA NEL RINASCIMENTO

mappa di Marina Tropea, 4 E






mappa di Valeria Signorino, 4 E 






 come cambia la concezione del mondo dal Seicento

I FILOSOFI PLURALISTI

 


 DA PARMENIDE A DEMOCRITO: LA CONCILIAZIONE TRA UNO E MOLTEPLICITA'




mappe di Grazia Barbatano, 3 F





i filosofi monisti presocratici


mappa sinottica di Ivan Barbagallo, 3 F

 

AD ESSI SI UNISCE, SEPPURE CON ASSOLUTA ORIGINALITA',
IL PADRE DELL'ONTOLOGIA:
PARMENIDE


i filosofi pluralisti



slides a cura di Samuele Finocchiaro, 3 I

giovedì 22 ottobre 2020

PARMENIDE: LO STUDIO DELL'ESSERE

 



Gabriella Giudici presenta Parmenide
7'

LE TRE VIE: 


PRIMA VIA, CONDUCE ALLA VERITA', ALETHEIA


L'ESSERE E' 

E

NON PUO' NON ESSERE

ma anche

L'ESSERE E'

E

NON PUO' CHE ESSERE


INVECE 


SECONDA VIA, CONDUCE AL NULLA, DOXA FALLACE E INGANNEVOLE


IL NON ESSERE NON E'

E

NON PUO' ESSERE


TERZA VIA

ESSERE E NON ESSERE, SE RICONDOTTI ALL'UNITA' DELL'ESSERE

(es. luce e buio fanno la giornata intera)

SONO DOXA VEROSIMILE

SIMILE AL VERO, MA MAI VERITA' ASSOLUTA










L'ESSERE HA FORMA SFERICA
"la ben rotonda verità"





NASCE L'ONTOLOGIA








mappa concettuale di Giulia Maimone, 3 F


 
mappa concettuale di Adriana Campo, 3 F

lunedì 12 ottobre 2020

AGOSTINO, la fede che salva


 


Hegel, l'assoluto nella storia del mondo






MAURIZIO FERRARIS PRESENTA HEGEL
video 5'



LE CRITICHE DI HEGEL



           





GLI OPPOSTI SONO DIALETTICAMENTE PRESENTI IN UNA SINTESI SUPERIORE
 

Il Limite del Cerchio, ESCHER  (1898 – 1972)

                                            
                                        La definizione dell’identico passa attraverso il disegno del differente.


martedì 29 settembre 2020

la filosofia






 La filosofia non respinge nè preferisce nessuno

Splende a tutti


Lucio Amneo Seneca


le prime riflessioni: 




LA SCUOLA PITAGORICA

lunedì 21 settembre 2020

sulla felicità in tempo di pandemia

Gli studenti della 4 E in questi giorni di preparazione al rientro a scuola, atteso come mai prima, hanno preparato un video, Sulla felicità, partendo dalla Lettera a Meneceo di Epicuro e attualizzandolo con  semplici ma non banali riflessioni maturate durante il lockdown per la pandemia. 

Ne è venuto fuori un piccolo lavoro che, nel cucire passato e presente, vuole essere anche un invito a ben prepararsi per affrontare questo tempo difficile e critico. 


Lo proponiamo come augurio per la nostra ri-partenza


SULLA FELICITA' 


montaggio e costruzione video a cura di Flavio Zinno, classe 4 E

colonna sonora Oceano, di Matteo La Rosa, classe 5 A



domenica 20 settembre 2020

post di  Denise Saccà 



 Il processo" di Kafka è uno di quei libri che si distinguono dai classici romanzi, e che sicuramente lasciano molto spazio alla riflessione. Mio padre ha sempre utilizzato il termine "kafkiano" per indicare un qualcosa o una situazione che è paradossale o assurda. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a fondo e capire perché questo neologismo è nato proprio grazie ad uno scrittore. È stato proprio mio padre a suggerirmi, tempo fa, di leggere uno dei libri di Kafka, dicendomi che così avrei capito, ma avvertendomi allo stesso tempo che non sarebbe stata una lettura troppo semplice, o una storia con un lieto fine, ma piuttosto qualcosa di più enigmatico.

Prendendo tutto in considerazione, mi è piaciuto molto il modo in cui il protagonista, il signor K., si sia evoluto: inizialmente interessato a conoscere le accuse che muovevano contro di lui e il motivo per il quale doveva essere sottoposto a processo, nonostante era certo di essere innocente; alla fine invece si dimostra quasi stanco e rassegnato, ecco perché accetta la sentenza del Tribunale e non oppone resistenza al momento della condanna. Credo che uno dei sentimenti del signor K. descritto meglio sia il "senso di colpa" che lo affligge, questa continua angoscia causata dalla consapevolezza di essere punito per qualcosa che non ha fatto e di cui è ignaro. Tutto questo è concentrato nella frase che pronuncia poco prima di morire, "come un cane", facendo riferimento alla vergogna che rimarrà di lui dopo l'esecuzione. Il fatto che il processo fosse una sorta di grande allegoria della vita dell'uomo, mi ha fatto riflettere. È vero, noi siamo sempre alla ricerca della verità, spesso crediamo di conoscerla, di averla compresa, ma questa invece ci sfugge e ci inganna, come se fosse un enigma indecifrabile.
Devo ammettere che, quando ho iniziato la lettura di questo libro, il primo capitolo mi ha subito coinvolta, ma andando avanti mi rendevo conto sempre di più che il racconto rimaneva sempre fermo ad uno stesso punto. Era come se la storia non prendesse delle svolte, piuttosto veniva approfondita o con l'ingresso di altri personaggi o cambiando il luogo della narrazione, il che inizialmente mi sembrava un po' noioso.
Una cosa che non mi è piaciuta molto e che non mi aspettavo è che tutto era concentrato solo sul processo, ed erano pochi i momenti in cui si trattavano altre vicende, come la vita del protagonista, i suoi amici o delle conversazioni su temi che non facessero riferimento al tribunale.
Ad essere sincera, forse preferisco storie più romanzate, ma sono comunque contenta di aver letto questo libro, che nonostante la sua ambiguità, mi ha permesso di comprendere alcune cose sul pensiero umano. Consiglio "Il processo" ai ragazzi della mia età e agli adulti, anche se secondo me non è un tipo di lettura che può piacere a chiunque. Comunque sono sicura valga la pena tentare!



venerdì 18 settembre 2020

come nasce un CONCETTO?

  Concetto è una parola che deriva dal latino cum capio che significa prendere insieme.

Questa funzione viene affidata al concetto:  raccogliere o comprendere in sè un numero molteplice di cose presenti nella realtà di tutti i giorni, al fine di facilitare la comprensione e la comunicazione fra tutti gli esseri umani.

FACCIAMO UN ESEMPIO: 

il concetto di "uomo" comprende tutti gli uomini, ma  cosa sarà questo concetto di uomo? Cosa rappresenta e include? E ancora: come può esso nascere nella comunità umana?

Possiamo dire che è quell'insieme di proprietà o caratteristiche che fanno di un qualcosa un uomo, cioé se qualcosa possiede quelle caratteristiche, allora quella cosa è un uomo. 


Dalle esperienze molteplici di ciascuno di noi si raggiunge, per necessità argomentativa e comunicativa, un unico concetto, al quale faremo sempre riferimento per tutto il corso della vita 

(con graduali e opportuni "aggiustamenti", se necessario)


Ma ancora si presenta un problema: come possiamo individuare le caratteristiche comuni?






Osservate queste immagini:

cosa hanno in comune? come possiamo definire, da ciò che vediamo, il concetto di UOMO?

Sono sufficienti, a tuo parere? 



Il filosofo Enrico Berti sostiene che è necessario ricorrere, per definire un CONCETTO,  anche ad aspetti che noi non vediamo solo nell'aspetto esteriore delle cose, ma apprendiamo a contatto con le cose stesse e con la riflessione che segue questo contatto. 
Nulla,infatti, ci lascia indifferenti, anche se non sempre ne siamo coscienti.

In questo caso, per definire  l'UOMO è necessario ricorrere alla relazione con altri esseri umani.
Ecco perchè Aristotele ha preferito la definizione di uomo come 

ZOON POLITIKON, che significa
ANIIMALE SOCIEVOLE, POLITICO( in quanto figlio della polis)


CHE COS'E' LA FILOSOFIA



una breve presentazione che sottolinea la presenza dell'AMORE PER IL SAPERE come trasporto costante per l'uomo che intende filosofare



 UMBERTO GALIMBERTI

introduce la filosofia, il suo ruolo, le sue origini, la sua importanza nella vita di ciascuno di noi

video 5'






Gabriella Giudici presenta la disciplina nel contesto storico-culturale che l'ha vista nascere

e nel suo sviluppo all'interno della società umana, 5'



LA DIFFERENZA TRA MITO E FILOSOFIA


Gianfranco Marini illustra la differenza tra mito e filosofia, 13'


DIFFERENZE TRA MITO E FILOSOFIA





                                                                       MONDADORI


mercoledì 16 settembre 2020

il sogno e la sua interpretazione


 post di Veronica Bindi

classe 5 A


“L’interpretazione dei sogni” è un classico della filosofia contemporanea,scritto nel 1900 da Sigmund Freud,autore che ha dato un contributo rivoluzionario alla cultura del Novecento con la  psicoanalisi, in particolare attraverso la sua teoria dei sogni e  un metodo innovativo in grado di interpretarli. Il titolo dell’opera, a prima vista accattivante, ha da subito attirato la mia attenzione, poiché mi ha permesso di dedurre con facilitá la trama del testo, a mio parere interessante. 

Impossibile negare l’esistenza del desiderio, che si cela in tutti noi, di trovare un nesso tra i pensieri notturni e la veglia, di scoprire attraverso un’analisi accurata del mondo onirico una parte della nostra personalità; tutto questo mi ha indirizzata verso la scelta de “L' interpretazione dei sogni” come lettura estiva. L’ opera è composta da 13 capitoli che si susseguono con una logica avvincente e che si presentano in maniera schematica, modalità del tutto diversa se paragonata a quella adoperata nei romanzi. All’inizio dell’opera Freud é riuscito a delineare una chiara distinzione tra contenuto manifesto, ovvero il sogno così come lo si ricorda, e contenuto latente dei sogni,il materiale onirico nascosto che viene scoperto attraverso l’analisi del sogno. In tutto il testo é stato riservato largo spazio al lavoro onirico,processo che si occupa della  trasformazione del contenuto latente in contenuto manifesto dei sogni e ai diversi procedimenti di cui si serve(condensazione,spostamento onirico, simbolizzazione,revisione secondaria). Dall’opera sono emerse le notevoli abilitá di Freud , che si é dimostrato all’altezza di presentare le svariate tecniche oniriche attraverso un’esposizione brillante, ricca di riferimenti culturali e di episodi di vita personali .È stato sorprendente apprendere così tante nozioni in un libro apparentemente di piccole dimensioni,ma che, nonostante ciò, possiede un elevato spessore culturale. 

Non saprei spendere parole non a sostegno di quest’opera perché é stata di gran lunga di mio gradimento. É un testo che consiglio vivamente a chi vuole venire a contatto con uno scritto che rappresenta un’alternativa al solito romanzo. Un testo impegnativo, di comprensione non immediata e che quindi richiede grande concentrazione durante la lettura, ma che, nonostante sia passato piú di un secolo dall’anno di stesura, risulta essere ancora di grande attualitá.

giovedì 3 settembre 2020

la rivoluzione e il futuro



post di Giacomo Ruello

5 A

Ho scelto di leggere questo libro perché mi posso definire un appassionato di politica, affascinato dalle grandi rivoluzioni del passato, e conoscere il pensiero dei due fondatori del Partito Comunista, Karl Marx ed Friedrich Engels, può solo giovare alla mia formazione. Questo è un testo storico, di chiara mobilitazione  politica, adattato alla forma di un programma politico e filosofico. Marx ed Engels, assistendo all’affermazione delle grandi ideologie socialiste e rivoluzionarie del 1848, propongono un nuovo tipo di socialismo, il socialismo scientifico. A differenza del socialismo reazionario, considerato troppo rivolto al passato, del socialismo conservatore, dove si vorrebbe creare una borghesia senza il proletariato, impossibile per Marx, e idel socialismo utopistico, dove non si riconosce il ruolo attivo del proletariato perchè basato su principi e teorie attratte, il loro socialismo si propone con una solida base economica e filosofica,  con una visione materialista della storia, intesa come lotta di classi sociali. Marx analizza nello specifico il rapporto tra borghesia e proletariato. Sottolinea che la borghesia nasce in  contraddizione col feudalesimo  e si è poi  sviluppata con la mondializzazione delleconomia. Se le classi del passato mantenevano i rapporti di produzione, la borghesia è una classe costituzionalmente dinamica, che tende a cambiare continuamente metodi di produzione; è una classe che ha cambiato sia la struttura (metodo di lavoro) che la sovrastruttura, quindi ha creato il mondo a sua immagine e somiglianza. Questi sono i suoi punti di forza. Ha tuttavia creato da sola i propri antagonisti : il proletariato, ovvero i lavoratori impiegati nelle fabbriche dei capitalisti, senza la quale la borghesia stessa non potrebbe esistere. Secondo Marx, alla crescita dalle borghesia si accompagna in modo inevitabile la crescita del proletariato, che deve riuscire ad impossessarsi del potere politico, abolire il capitalismo e riuscire a liberarsi dalle sofferenze delle condizioni sociali portate dal lavoro. Marx in quest’opera vuole indurre i lavoratori sottomessi al sistema capitalistico a lottare per i propri diritti di libertà e uguaglianza sociale: questo messaggio  è  straordinario,  detto da quest’uomo che è riuscito a vedere letteralmente nel futuro, visto che la crisi del capitalismo è un argomento attualissimo. Quest’opera mi ha colpito perché personalmente le persone rivoluzionarie e visionarie come Marx mi piacciono molto e sono per me delle fonti di aspirazioni perchè il loro pensiero è diverso da quello delle persone dell’epoca in cui vivono, ed è come se fossero già proiettati nel futuro. 

Consiglio questo libro alle persone che, come me, vogliono conoscere il pensiero dei grandi rivoluzionari del passato e prendere da loro spunto per costruire il futuro.

La metamorfosi, ricerca di una identità

 


post di Cecilia Sicali, 5 A

Il libro che ho scelto di leggere durante queste vacanze estive è uno dei racconti di Kafka, ‘La Metamorfosi’, un testo molto caro a mio padre, il quale mi ha consigliato per primo di leggerlo. Il racconto narra di una bizzarra trasformazione avvenuta  al protagonista del racconto, Gregor Samsa, il quale da semplice ed umile commerciante si è trasformato in un gigantesco scarafaggio.  Inizialmente la lettura del libro non è stata particolarmente piacevole, forse perché l’argomento ‘’insetti’’ non mi incuriosiva ed attirava particolarmente. Andando avanti con la breve ma interessante lettura, l’attenzione è aumentata notevolmente, grazie ai numerosi colpi di scena e soprattutto al sorprendente finale.

A colpirmi particolarmente sono state le ultime pagine del libro, in cui si nota un radicale cambiamento di comportamento da parte del protagonista e dei suoi familiari, ormai rassegnati alla triste fine del giovane e senza più alcuna speranza. Questa novità ha stravolto il mio stesso modo di leggere il racconto, poiché all’inizio la speranza che la situazione potesse migliorare alimentava la mia voglia di leggere e di arrivare alla fine della storia, ma in conclusione anche io, come i protagonisti del racconto, sono stata travolta da una strana angoscia dovuta al finale triste e malinconico. La morale che ho ricavato da ‘La Metamorfosi’ è una ‘lezione di vita’ un po’ sconfortante ma sicuramente attuale e realistica: spesso la vita ci mette di fronte degli ostacoli difficili da superare, ed è nostro dovere renderci conto che in mancanza del lavoro di squadra e dell’ascolto reciproco è impossibile vincere queste battaglie e ricominciare a stare bene.

Nella mia vita mi è capitato di dover affrontare delle situazioni complicate dalle quali mi sembrava difficile venir fuori; proprio per questo motivo mi sono sentita molto vicina alla condizione del protagonista, isolato perché unico nel suo genere ma comunque amato dai suoi familiari, che come lui si trovavano in difficoltà non riuscendo a comunicare e a trovare una soluzione. Da qui è iniziata la mia riflessione, dettata soprattutto dalla mia esperienza personale, attraverso la quale ho compreso a pieno quanto l’aiuto e l’ascolto siano fondamentali, poiché da soli è impossibile andare avanti e superare i momenti bui, e lo sa bene Gregor Samsa, che nonostante gli sforzi ha perso la sua battaglia ritrovandosi alla fine della storia, a combatterla da solo. Consiglierei questo racconto a chiunque, perché ricco di colpi di scena e soprattutto di diversi punti d’ispirazione per formulare riflessioni personali che possono servire, a mio parere, a superare difficili momenti che la vita può presentarci.


post di Alessandrro Rollo

5 A

Avendo precedentemente letto “Un medico di campagna”, una raccolta di brevi racconti che mi aveva colpito per lo stile inusuale, la narrazione apparentemente sconnessa e le ambientazioni surreali, provavo la curiosità di esplorare altri lavori dell’autore. Sfogliando tra i suoi lavori più celebri ho trovato “La Metamorfosi.

Essendo vagamente consapevole del profilo dell’autore, ho ritrovato gli stessi caratteri, l’agonia, l’isolamento e un alone di enigmaticità. Viene introdotto un personaggio regolare, umile, che è affetto da una metamorfosi. Non è chiara l’origine di questa metamorfosi; assumere che il protagonista venga escluso perché “diverso” al livello fisico, è da escludere, anche perché nel contesto dell’autore questo tema non era affrontato, un’altra opzione potrebbe essere che il protagonista non è più in grado di sostenere la famiglia, ma ancora una volta, esso non è chiaro. Il racconto quindi, è enigmatico; la metamorfosi non è approfondita dall’autore, e da qui, ho iniziato ad attribuire un significato più personale all’opera. Riconosco in Gregor due aspetti. Il primo è una sconfitta dell’individualità; il protagonista è oppresso dalla società, tanto da sentirsi depredato della sua identità. Infatti, Gregor altro non è che una rappresentazione del cittadino medio, conforme alle norme sociali e schiavo di esse. In secondo luogo, rappresenta il sacrificio del ceto medio per riscattarsi, al costo però, di dover dedicare costantemente il suo tempo alla carriera nonostante gli ostacoli: in questo caso la metamorfosi è una reazione, seguita dalla mancanza di empatia da parte dei familiari nei momenti difficoltà. Infatti, i genitori di Gregor sono più preoccupati della propria situazione economica che di Gregor stesso.

L’opera complessivamente è stata di mio gradimento, anche se personalmente avrei preferito carpire meglio il significato dell’ultima parte. Dal punto di vista più tecnico l’opera è abbastanza scorrevole dato il linguaggio accessibile; nonostante ciò è possibile trovare difficoltà nella comprensione in quanto i periodi a volte appaiono incompleti e spezzati.


post di Ines Rapisarda

5 A

Ho deciso di leggere un libro di Kafka per due motivi. Sicuramente dopo aver conosciuto la sua storia personale. Kafka infatti apparteneva ad una famiglia ebraica, etnia da sempre perseguitata nella storia, e questo già mi spingeva ad approfondire. Il secondo motivo è stato il riferimento al filosofo studiato quest’anno, Thomas Hobbes ( con la sua formula homo homini lupus): in questo racconto si evince proprio come l’uomo è un lupo per lo stesso uomo, poichè vuole sempre prevalere sugli altri e, come nel caso del testo di Kafka, “ allontanare il diverso”. L’obiettivo dell’autore, ben comprensibile (e questo è il motivo per il quale consiglierei subito questo libro), è quello di invitare il lettore a non giudicare solo dalle apparenze, ma approndire i rapporti con individui diversi. Mi ha sorpreso come all’interno del racconto vengano messi in risalto i problemi che Gregor, ormai trasformato in scarafaggio, ha nel lavoro ed in famiglia, e soprattutto come vengono narrati in maniera molto scorrevole e semplice. Nel finale il protagonista perde la vita dopo aver rinunciato al nutrimento e a causa di una ferita sulla schiena ad opera del padre: segno questo di insofferenza e incomprensione da parte della famiglia nei confronti del figlio. Il finale  è la parte che mi è piaciuta meno, poichè dopo il grande racconto ed il grande messaggio che Kafka voleva trasmettere, lo scarafaggio non doveva morire ma, a mio parere, doveva continuare a vivere e  combattere tutto e tutti. Il libro diventa ancora più interessante poichè analizza un tema centrale ed attuale. Il protagonista è chi, come lo scarafaggio, per colore di pelle, per diverso pensiero o religione, viene escluso e messo da parte nella società.

post di Martina Cavallaro, 5 A

 

La metamorfosi” di Franz Kafka è la lettura che ho deciso di intraprendere questa estate, per il titolo che mi aveva colpito particolarmente e grazie al consiglio di mia madre.

Devo ammettere che all’inizio della lettura non sono stata pienamente soddisfatta della mia scelta, soprattutto per come è stato introdotto il tema principale della metamorfosi e probabilmente per le troppe e diverse aspettative che avevo. Ma, proseguendo, mi sono ricreduta e alla fine del racconto credo di aver appreso a pieno il suo significato. Nella società, dove il cambiamento e il diverso cercano di diventare parte integrante, sono numerose le difficoltà che si presentano nel corso della nostra esistenza e pian piano ci si rende conto che in realtà l’unica cosa necessaria è avere una forza tale da credere e contare su noi stessi e nelle nostre capacità. E questo lo viviamo giorno per giorno. Ma non è esattamente ciò che ritroviamo nel libro e che ha vissuto il protagonista, Gregor Samsa, giovane responsabile e sempre disponibile, il quale contribuiva nel suo piccolo aiutando la famiglia, ma che alla fine del racconto, dopo tante e dure “prove” comportate dalla metamorfosi, si ritrova in uno stato di solitudine e sofferenza che lo porta ad abbandonarsi a se stesso e alla morte. 

La morte, che accetta come unica via di uscita e liberazione, non solo per se stesso, ma per gli altri, la sua famiglia, perché diventato un peso troppo grande da sopportare. La stessa famiglia che da sempre aveva cercato di aiutare, lo abbandona. 

E quando ti lasciano andare anche le persone a te più care ha senso il resto? Questa è una delle domande che mi sono posta a fine lettura. Da sempre cerco di non farmi abbattere dal cambiamento e dagli altri, e forse anche Gregor Samsa all’inizio aveva questa forza e quel briciolo di speranza che lo teneva in piedi, nonostante poi sia crollato tutto. 

Un consiglio personale che darei a chi ha voglia di intraprendere questa lettura è quello di non farsi condizionare dalla parte iniziale, secondo me poco chiara, ma di continuare fino alla fine, per poi immedesimarsi nel protagonista rispondendo a tutte quelle domande che spontaneamente ci poniamo ogni giorno.