post di Claudia Crimi
classe 4L
Nel corso del Seicento la rivoluzione scientifica porta alla formulazione di nuovi metodi per la scienza e la ricerca che segnano ancora oggi , per motivi diversi, il nostro operare nel settore.
Il primo metodo, quello baconiano, di tipo induttivo moderno, include l’eliminazione degli idola, ovvero dei pregiudizi mentali e l’utilizzo di una nuova logica. Di idola ne esistono quattro tipi:
Idola della tribù: legati ai pregiudizi dei sensi illusori.
Idola della caverna: legati ai pregiudizi dell’educazione.
Idola del foro: legati ai pregiudizi del linguaggio
Idola del teatro: legati alla filosofia che in passato ha erroneamente cercato di anticipare il mondo quando il suo compito è solo quello di descriverlo.
A proposito della logica, Bacone si distacca dalla “vecchia”, basata sul sillogismo, e ne inaugura una “nuova” che pone le basi dell’induzione intesa come interpretazione ( scoperta di un principio reale secondo il quale organizzare i dati dell’esperienza)
Tutto ciò permette di accedere al vero e proprio metodo, inteso come “ mezzo per definire la forma del fenomeno”, diviso in tre parti:
- Osservazione
- Registrazione
- “Prima vindemiatio”, prima ipotesi, sottoposta alle istanze prorogative fino all’istanza cruciale, la quale definisce la causa e la forma del fenomeno.
Il secondo metodo, quello galileiano, si fonda sulla visione di una natura avente un ordine che le permette di parlare attraverso il linguaggio matematico. La scienza dunque non ha solo il compito di formulare ipotesi ma anche quello di afferrare la costituzione delle cose: ci si avvicina al realismo filosofico e ci si allontana dall’essenzialismo.
Il metodo coniuga il rigore della matematica all’esperienza e all’esperimento, servendosi anche dei preziosi strumenti tecnici. Esso è diviso in due parti:
- “Sensate Esperienze” ( durante le quali si segue un procedimento induttivo)
Analisi
Misurazione
- “ Necessarie dimostrazioni “ ( si segue un procedimento deduttivo che indirizza all’analisi dei dati)
Dimostrazione matematica
Cimento
Formulazione della legge scientifica
È chiaro dunque che ogni affermazione deve essere “pubblica” e controllabile, e di un fenomeno è importante scoprirne il “ come “ e non il "perché".
Infine, il terzo metodo proposto è quello cartesiano. Cartesio dice “ vi è la scienza, quindi vi è la conoscenza”, basata sul linguaggio geometrico e matematico. Ne segue, chiaramente, che bisogna ricorrere per cercare la verità a una disciplina capace di spiegare l’ordine e la misura: la matematica universale.
Tuttavia la matematica universale non basta in astratto per giungere alle scienze. Vanno specificate:
Intuizione: atto immediato e semplice con cui l’intelletto coglie qualcosa di per se’ evidente, e quindi una “ natura semplice” dell'idea.
Deduzione: sequenza di intuizioni derivanti da ragionamenti mediati attraverso la ragione. Questa, dunque, non è immediata, ma necessita di ragione e memoria.
Per applicare in modo più efficace intuizione e deduzione, Cartesio elabora un metodo che permetterà di non confondere il vero con il falso, basato su quattro regole:
Regola dell’evidenza: questa è criterio di verità, bisogna accogliere come vere solo le idee che si presentano in maniera chiara e distinta.
Regola dell’analisi: se ciò non è possibile, bisogna dividere il problema in parti semplici.
Regola della Sintesi: condurre i pensieri dal più semplice al più complesso.
Regola dell’enumerazione: è opportuno controllare di non aver omesso nulla attraverso enumerazioni complete e revisioni semplici.
Dopo aver elencato le tre metodologie, sorge spontaneo un confronto:
Il metodo baconiano qualitivamente parlando ha un grande limite rispetto a quello galileiano e cartesiano, ovvero l'assenza del ricorso alla matematica. Tuttavia ritroviamo in esso anche un pregio, cioè la formulazione di un linguaggio rivolto alla natura e un appello al procedimento induttivo.
E’ ovvio che il metodo galileiano inglobi in sè parte di quello baconiano, (la prima vindemiatio coincide con la fine del primo processo induttivo), che viene notevolmente ampliato con l’uso della matematica, confermando la necessità conclusiva dell’esperimento.
Cartesio infine, come già detto, utilizza il linguaggio e le regole matematiche, tralasciando l’esperimento e introducendo il dubbio metodico, con il quale ci invita a dubitare di tutto per arrivare al principio indubitabile.
Diverso è inoltre il “fine” del loro metodo: Bacone cerca di definire la forma del fenomeno, Galileo vuole ricercare il “come”, e dunque la legge, del fenomeno naturale, mentre l’esigenza di Cartesio consiste nel giungere ad idee evidenti, chiare e distinte e pertanto vere.
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