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domenica 14 settembre 2014

Voltaire: la tolleranza

Trattato sulla tolleranza

Voltaire, 1763






Il “Trattato sulla tolleranza”, un'opera di polemica civile e politica, con una forte vena malinconica, è una delle opere più famose di Voltaire.                                    
Il libro si apre con la vicenda di Jean Calas, negoziante ugonotto, che viveva con la moglie e i figli a Tolosa, in Francia. Il figlio maggiore Marcantonio aveva studiato legge e non riusciva a trovare lavoro perché era di un’altra religione e così decise di convertirsi. La sera prima del battesimo del figlio primogenito la famiglia era riunita a cena ma dopo aver mangiato lo trovarono impiccato. Davanti casa si radunò una folla di persone e iniziò a diffondersi la voce che Jean Calas aveva ucciso il figlio per impedirgli di convertirsi al cattolicesimo e di avere poi inscenato il suicidio con l’aiuto della famiglia. Nonostante la mancanza di prove, il padre fu condannato a morte per ruota.

Voltaire, molto colpito dall'avvenimento, scrisse subito un vero e proprio trattato sulla tolleranza. Siamo nell'Illuminismo e  gli uomini erano portati a cercare di far prevalere la ragione su tutto e quindi anche sulla religione e le differenze religiose (anche se Voltaire si propone come un cattolico, quindi non è ateo, ma promuove la tolleranza).                                     
A Tolosa intorno al 1762 c’era ancora una forte tensione tra cristiani, cattolici e ugonotti. Questa famiglia infatti su accusata più per una ragione di intolleranza sociale che per delle vere e proprie prove.

Voltaire fa diversi esami anche storici: si chiede se gli Ebrei siano un popolo tollerante, si chiede se Gesù abbia insegnato la tolleranza ( il trattato che lui scrisse aveva uno scopo educativo ma allo stesso tempo suscitava tante domande). Il filosofo sostiene che l’intolleranza non è astratta: chi dice che è generata da tutti, mente. L’intolleranza si nutre dell’ignoranza. L’intolleranza che molto spesso abbiamo non è la stessa per tutti gli uomini, ogni persona è più o meno intollerante su diverse cose. Lo stile di Voltaire, così come i contenuti, sono attualissimi. Infatti per il filosofo il progetto di rinnovamento politico e civile delle coscienze si rifletteva in un parallelo progetto di rinnovamento stilistico e letterario: abbandona ogni convenzione retorica a favore di un linguaggio semplice e diretto.                                                                                                   
Voltaire porta testimonianza delle prove di tolleranza date da altri popoli,  operando un confronto con differenti paesi europei secondo quello spirito squisitamente cosmopolita che voleva gli illuministi aperti all’incontro con l’altro e con il diverso. Il filosofo fa appello alla capacità di ragionare di ognuno di noi, mostrando fiducia e una visione positiva dell’uomo, spinto dall’ottimismo che nutre nelle spontanee facoltà razionali del genere umano.       
              
Voltaire conclude la sua opera rivolgendo una preghiera a Dio affinché gli uomini non si odino a causa delle loro differenti idee religiose ma, al contrario, si amino e si sentano fratelli.

Federica Arcidiacono, 4 E

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