di Valerio Emanuele, classe 5 B
Dopo la lettura del saggio freudiano “Psicopatologia della vita quotidiana” è aumentata la mia attenzione verso i lapsus e riuscire ad analizzarli è stato interessante. Per questo vorrei parlare di questa sezione dell’opera e condividerla con chi non ha avuto ancora il piacere di leggerla.
Per prima cosa il termine lapsus, di derivazione latina, ha come significato ‘scivolone’ ed è ciò che prendiamo tutte le volte in cui vorremmo dire o fare qualcosa mentre poi finiamo per farne un’altra. Come gli errori linguistici o le improvvise dimenticanze di nomi o fatti, tutte quelle situazioni che ci fanno dire: “Ce l’ho sulla punta della lingua!”. Freud li chiamava ‘atti mancati’, atti – cioè – il cui errore non va attribuito al caso e non portano-mancando quindi lo scopo- al traguardo prefissato. Questi atti mancati, o lapsus freudiani, rappresenterebbero un conflitto psichico che si genera tra ciò che vorremmo fare e le tendenze interne (inconsce) spesso contrarie al volere cosciente. Il risultato è che le tendenze inconsce vincono la coscienza, dal momento che si ha una momentanea perdita di controllo, e mettono in evidenza il desiderio sottostante.
Sempre secondo Freud gli svariati errori, ad esempio ricordare un nome, oppure chiamare Maria con un altro nome, starebbero alla base di una sorta di compensazione. Tramite le libere associazioni, quella dimenticanza o errore spesso ci porta ad un motivo preciso che chiarisce la sostituzione. Il pensiero comune, prima di Freud, considerava il fenomeno irrilevante mentre invece sarebbe il risultato di una serie di meccanismi ben precisi e strumenti fondamentali per comprendere meglio l’inconscio, dove si trovano i contenuti rimossi. Tali contenuti, nel loro tentativo di riemergere, sono sottoposti costantemente al controllo della censura, ma possono anche confondersi con il materiale cosciente generando compromessi, sintomi nevrotici e, appunto, lapsus.
Ma come si interpretano questi lapsus? I lapsus sono sicuramente ottimi strumenti per prendere confidenza con le dinamiche dell’apparato psichico purché non si esageri. Sono ottimi strumenti di lettura per interpretare il significato delle manifestazioni indirette ma occorre porsi alla giusta distanza tra la negazione totale del fenomeno e l’eccessiva enfasi di esso. A chi, magari inizialmente, fosse scettico riguardo il fenomeno, Freud garantisce che il metodo psicoanalitico può essere applicato quasi a tutti i lapsus che si presentano nel parlare o nello scrivere. Un esempio dello stesso Freud potrebbe meglio spiegare il meccanismo: “Un amministratore delegato apre la seduta concludendo con: ‘… e visto che ci siamo tutti, la seduta è chiusa’ . Segno evidente che non si attendeva nulla di buono dalla discussione del consiglio."
E le dimenticanze? Secondo Freud, dimenticare ciò che si sa o si sapeva, o cosa si vorrebbe fare ma si dimentica di fare, non sarebbe legato all’importanza della cosa ma alla sensazione spiacevole che la cosa implica. Quindi faremmo una selezione delle cose da ricordare oppure dimenticare, in funzione delle relative sensazioni correlate. Quindi se una cosa è per noi spiacevole saremmo più inclini a dimenticarla. È dunque il caso della perdita di un oggetto poichè il nostro inconscio ‘nasconde’ l’oggetto alla parte cosciente – nel momento in cui ne ha la possibilità – e dunque per ritrovarlo dovremmo portare alla mente il motivo inconscio per cui l’avremmo voluto nascondere, permettendo alla coscienza di ricostruire il percorso seguito.Insomma, in termini pratici, se domani avessi italiano e dovessi consegnare un compito importante di cui però non sono sicuro, ma non ho il tempo di rivedere, è molto probabile che, se l’inconscio riesce ad avere la meglio, esso mi porterà a posare il lavoro appena finito dentro un quaderno o un libro che l’indomani non porterò e che dunque mi avrà fatto dimenticare il compito importante a casa. E sarà nel momento in cui riporterò alla mente il motivo inconscio che la parte cosciente mi rivelerà l’esatta posizione del compito, finora nascosta.
Essenzialmente, se si fa una buona analisi, dovrebbe funzionare immediatamente, altrimenti potrebbe riaffiorare dopo qualche tempo.
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