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sabato 13 settembre 2014

simposio virtuale sulla felicità









Un simposio virtuale sulla filosofia di Epicuro e la sua esortazione alla felicità. Partecipano all'incontro gli studenti della 4 E. 

Ascoltiamoli.......



Tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C ad Atene emerge la figura di Epicuro, la cui dottrina ha avuto una grande influenza sulle scuole di pensiero successive. Tra i pochi scritti che ci sono pervenuti vi è una lettera 'A Meneceo', il più famoso testo di Epicuro, incentrato sui temi fondamentali della filosofia epicurea, quali la ricerca della felicità, la natura divina, la morte, la classificazione dei desideri e dei piaceri.
Il testo si apre con l'esortazione alla filosofia. L'attività del filosofare è per Epicuro la "medicina dell'anima": un fare che mira al conseguimento di una condizione di benessere. Filosofare è sempre utile, per vecchi e giovani, poichè il suo scopo principale è quello di aiutare l'uomo nella ricerca della felicità e tutti gli uomini anelano ad essere felici, a qualsiasi età. [...]«Bisogna dunque esercitarsi in ciò che può produrre la felicità:se abbiamo questa possediamo tutto; se non la abbiamo, cerchiamo di far tutto per possederla».
Fabiola


Nell'epicureismo la prima condizione perchè si realizzi il movente dell'agire umano, ovvero la felicità, è assicurarsi un "punto di vista" esterno all'azione stessa affinchè l'individuo possa scegliere consapevolmente come gestire la propria vita.
Per scoprire la dissennatezza umana, occurre dunque distaccarsi dal mondo. Questo invito all'allontanarsi dagli affari mondani non è tuttavia da intendersi come un invito all'individualismo, considerando anche che uno dei massimi valori predicati da Epicuro è l'amicizia. Esso è in realtà l'indicazione per il raggiungimento di una condizione atta al pensiero assennato, da cui si originano tutte le virtù.

Marika



Epicuro condanna coloro che predicano ai giovani di vivere bene e agli anziani
di concludere bene la loro vita, poiché è una sola l'arte del vivere bene e del
morire bene. Egli vede la felicità come l'assenza di sofferenze del corpo e
dello spirito e non il semplice accumularsi di piaceri.

Stefania

...Epicuro esorta Meneceo, destinatario della sua lettera, a praticare la Filosofia.
E’ interessante il verbo. Il filosofo non usa il verbo conoscere. Per lui bisogna vivere, pensare ed agire da filosofi.

Marco

Nella lettera la felicità è intesa come il fine ultimo della vita che coincide con il Bene ed è dunque vista come un piacere "catastematico" che consiste nella privazione di dolore fisico e spirituale al contrario oggi si vede la felicità solo come un piacere personale volto a soddisfare i propri desideri. Infatti noi tutti riusciamo a trovare la felicità solo in quell'attimo, in quell'istante in cui tutto va "per il verso giusto", quell'attimo in cui ci sentiamo appagati perchè siamo riusciti ad esaudire un nostro sogno, quell'attimo in cui stiamo con la persona che amiamo, siamo felici per quel bel voto preso a scuola, per i vestiti nuovi, per il telefono nuovo ma poi finita la gioia per la novità, finito quell'attimo che fine fa la felicità? Non facciamo altro che vivere sempre con l'amaro ricordo di quel momento felice e il desiderio di una "nuova felicità" perchè come dice Epicuro quando siamo felici è come se non ci manca nulla, ma quando perdiamo la felicità facciamo di tutto per ritrovarla!
 Serena
L'uomo liberato dalle angosce può raggiungere la serenità dell'animo e quindi la felicità. L'uomo necessita di felicità quando quest'ultima non c'è , ma deve essere comprensibile che la felicità si raggiunge con poco e siamo noi a scegliere la nostra sorte 
Clara 

 Occorre limitare la soddisfazione ai soli desideri naturali e necessari, in quanto gli altri sono insaziabili, privi di limite e incapaci di condurre al piacere. Chi è consapevole di tutto questo, si è liberato dalle false paure, sa quale è il piacere da perseguire, ha raggiunto la saggezza.

Antonio

 Il principio di una vita felice è il piacere,e in base al sentimento noi facciamo delle scelte che possono darci più o meno piacere;spesso preferiamo scegliere un dolore che può durare per un determinato periodo,ma che successivamente porterà grande piacere e soddisfazione;i piaceri possono essere associati al bene se questi comportano un animo sereno e aiutano il corpo a non soffrire,vanno rifiutati se portano sofferenze all’animo. 

Carlo
Epicuro afferma anche che il fato non è padrone di tutto in quanto le cose accadono o per necessità o per arbitrio della fortuna o per arbitrio nostro, ma la necessità è irresponsabile, la fortuna instabile e il nostro arbitrio è libero.
Infine termina dicendo che sarebbe meglio essere saggi senza fortuna che fortunati,ma stolti o che un bel proggetto non vada in porto piuttosto che abbia successo,ma sia dissenato. Bisogna meditare sempre su tutto questo così che non sarai in preda all'ansia e vivrai come un Dio fra gli uomini, in conclusione dico che su molte cose sono d'accordo con Epicureo, grande filosofo che pur essendo di un'altra epoca riesce a trasmettere pensieri che tutto oggi possono ancora essere considerati. 
Giorgia
.. Per raggiungere la felicità bisogna cercare il piacere dell'anima e del corpo...
Francesca 
......Epicuro loda la saggezza come la più importante delle virtù, senza la quale non sarebbe possibile vivere un’esistenza felice. 
Silvia
Consideriamo un grande bene l'indipendenza dai desideri non perché sia necessario avere sempre soltanto poco, ma perché se non abbiamo molto sappiamo accontentarci del poco. Siamo profondamente convinti che gode dell'abbondanza con maggiore dolcezza chi meno ha bisogno di essa e che tutto ciò che la natura richiede lo si può ottenere facilmente, mentre ciò che è vano è difficile da ottenere.  “  

Il vivere felici, non temendo gli Dei e la morte, sapendosi accontentare di poco e sopportando i dolori poichè quando essi cesseranno ritorneremo ad uno stato di piacere, ci rende simili agli immortali.
Il pensiero di Epicuro è attualissimo e condivisibile.

Daniele
Ci viene istintivo porci una domanda :“possiamo invece temere ciò che precede la morte,ossia la malattia e la sofferenza?”. Epicuro risponde a questa domanda affermando che, qualora l’uomo si trovasse nella situazione di provare dolore, questo sarebbe facilmente sopportabile. Nella visione epicurea vedo una forte positività che rende i suoi insegnamenti più leggeri ed accettabili, anche se nella società odierna sono forse poco praticabili. La paura è ormai insita nell’uomo, quasi una sua parte complementare e il raggiungimento della felicità è spesso visto come una meta tanto lontana da sembrare quasi un’illusione. Un’altra argomentazione sostenuta da Epicuro sulla quale mi trovo molto d’accordo riguarda i piaceri e i bisogni della vita. Sostiene infatti che non servano grandi eccessi per essere felici: il benessere risiede infatti nelle piccole cose che, se sapute assaporare, ci portano all’appagamento dell’animo. 

Margherita C.


....Sicuramente oggi il piacere viene intenzionalmente ricercato con ogni mezzo da ciascun individuo, come se il godimento sfrenato del piacere lo prolunghi all’infinito. In particolare, noi ragazzi cerchiamo emozioni forti, ritenendole le sole in grado di colpirci. Del resto tutta la pubblicità e il marketing sfruttano  queste debolezze umane per vendere prodotti che regalano illusioni di felicità. Il miglior insegnamento che si può trarre da questa lettera di Epicuro è che comunque, bisogna porsi dei problemi, non dare tutto per scontato ed analizzare criticamente ogni cosa. Forse così potremo superare le ansie e le preoccupazioni che avvolgono l’esistenza. La ricerca spasmodica del piacere attualmente ci spinge a trovare subito delle risposte per tutto, ma la filosofia ci abitua a farci delle domande per formulare giudizi. 
Damiano

La conclusione della lettera si basa sul riassumere i punti essenziali della lettera. La lettera si conclude infine  con una delle più belle frasi di Epicureo: “Poiché in  niente è simile a un mortale l’uomo che viva fra beni immortali”. Con questa frase Epicureo ci conduce al centro della sua filosofia, il raggiungimento di una felicità che ci rende come dei in terra.


Sergio

...Ho apprezzato il modo in cui Epicuro in questa lettera, attraverso la presentazione del quadrifarmaco (complesso di quattro regole fondamentali per raggiungere la felicità), vuole liberare gli uomini dalle paure comuni, come la morte, la quale è solo una conseguenza del fatto che noi non ci siamo più; gli dèi, materia perfetta e quindi inconciliabile con la nostra imperfezione; il dolore fisico, che non è destinato a durare in eterno; o la mancanza del piacere, la quale è sopprimibile solo attraverso l’eliminazione dei desideri inutili.

Serena P.


Mi trovo d'accordo con gli insegnamenti di Epicuro poichè è giusto calcolare e decidere quali sono le giuste decisioni da prendere facendo ricorso al giusto mezzo della prudenza, non lasciandoci attrarre da tutti i piaceri ma cercando comunque di vivere in modo saggio ed equilibrato ogni situazione evitando dei mali che porterebbero solamente al turbamento fisico e psicologico.

Silvia V. 

Che cos’è la felicità?
Questa è certamente una domanda le cui risposte potrebbero essere molte e varie. La felicità è, secondo me, una profonda sensazione di appagamento interiore, sentiamo questo stato d' essere dentro di noi ogni volta che prendiamo una decisione giusta, ogni volta che "tocchiamo" le nostre aspettative, che arriviamo a compiere un nostro desiderio. La felicità può essere definita l'attesa della felicità, in un certo senso infatti la felicità è più l'attesa di una condizione che in qualche modo è per noi favorevole, che la situazione stessa. Siamo felici nel momento in cui sappiamo che sta per accaderci qualcosa di bello, qualcosa che aspettavamo da tanto, ma quando quel qualcosa arriva la felicità svanisce. La felicità risulta così più un’illusione, è come quando noi ragazzi abbiamo la scuola e aspettiamo con ansia che arrivi la domenica per poter rimanere a casa a dormire e non doverci alzare presto per seguire le lezioni però la domenica stessa siamo già “tristi” perche pensiamo che il lunedì dovremo alzarci e seguire le lezioni, non riusciamo così a goderci il momento.
 
Giuliana




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