post di Carmelo Sgroi V H
Dopo aver svelato i segreti degli dei e aver ingannato persino la morte, Sisifo viene condannato a spingere un pesantissimo macigno sino alla sommità di una montagna; nell’attimo stesso in cui questo sforzo si completa, la pietra ricade a valle e Sisifo è costretto a ricominciare da capo. L’eroe rappresenta l’uomo che invano tenta di dare un senso alla sua esistenza tramite delle illusioni, dimenticando di essere in ogni caso un “condannato a morte” e tralasciando l’assurdo (un sentimento che nasce dallo sconforto provato dall’uomo nel momento in cui non vi è alcuna risposta alle domande esistenziali che esso si pone). Il Sisifo felice di continuare a spingere il suo masso come se la cosa avesse un suo perché è l’uomo, che attraverso le sue consuetudini s’illude di dare un senso alla vita.
Ma, al di là delle alternative (vivere accettando l’assurdo o sfuggire ad esso mediante il suicidio), tutti gli uomini trovano uguaglianza nella morte.
Al termine di tutto, nonostante tutto, vi è la morte.
Lo sappiamo, e sappiamo anche che, con essa, tutto finisce.
Posso chiedere che immagine è quella che accompagna questo post?
RispondiEliminaSi tratta dell'immagine di copertina del testo di Albert Camus nella versione in lingua spagnola. Purtroppo non sono in grado di dirle altro.
RispondiEliminaDovrebbe trovarlo a questo link: http://www.iberlibro.com/servlet/BookDetailsPL?bi=18591589446&searchurl=tn%3Del%2520mito%2520de%2520sisifo%26sortby%3D17%26an%3Dalbert%2520camus
Gentilissima!
RispondiEliminaMi dispiace non potere dare le indicazioni sull'autore dell'immagine. Se riuscirà lei in tal senso e vorrà segnalarcelo lo indicheremo senz'altro nel post. Grazie!
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