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sabato 13 settembre 2014

nel principe, golpe e lione



 di Stefania Garozzo, 4 E

Il principe di Machiavelli, scritto in un'ottica assolutamente innovativa,
rappresenta il culmine del processo di fondazione della politica come una
scienza vera e propria.
L'autore espone quelle che per lui dovrebbero essere le qualità di un principe
quasi "ideale" offrendoci continui spunti di riflessione. Ogni epoca, con
argomenti diversi, si riconosce in questo scritto poiché i temi che presenta
sono sempre attuali.
Ciò che rende Machiavelli estremamente innovativo è la sua totale laicità: le
stesse qualità del principe, e quindi anche le leggi, non rispettano più un
carattere morale e cristiano ma possono spesso essere considerate immorali,
basti pensare a "il fine giustifica i mezzi" concetto ancora oggi al centro di
discussioni e analisi. Adesso sono la "golpe" e il "lione", rispettivamente
astuzia e forza, a rappresentare caratteristiche essenziali del sovrano;
diventa importante sapersi adattare a sempre nuove situazioni, per questo
Machiavelli presenta una "politica delle apparenze", non è importante che il
principe possieda tutte le qualità positive, ma che sembri possederle.
Sullo sfondo il popolo che risulta, dalle parole dell'autore, quasi
inaffidabile poiché estremamente mutevole; egli afferma infatti, secondo un
proverbio che definisce "trito" che 

"chi fonda in sul popolo fonda in sul fango".
Dopo aver delineato l'immagine di un principe guidato dalla razionalità e
padrone delle sue azioni, Machiavelli ci presenta la fortuna, la quale è
responsabile della metà di ciò che accade nella nostra vita. Mi stupisce quindi
come l'autore, che si dimostra estremamente razionale, risulti quasi fatalista
e rassegnato di fronte all'ineluttabilità del fato, affidando al libero
arbitrio solo la metà delle nostre azioni.
Nell'ultimo capitolo l'autore esorta la famiglia De Medici a scacciare i
barbari dall'Italia e riunirla sotto un unico regno, rivelandosi ancora una
volta un anticipatore dei tempi.

È spontaneo, dopo aver letto questo libro, riflettere su quella che  è la
politica, vista da Machiavelli come il "tutto", massima aspirazione dell'uomo,
bene a cui egli deve tendere, caduta oggi  forse così in basso da essere diventata un
semplice espediente di lucro, impossibilitata a svincolarsi dagli interessi
personali di chi pensa sempre meno al popolo poiché spesso 

"quello del popolo è più onesto fine che quello de' grandi".


di Silvia Portale, 4 E 

... È nel quindicesimo capitolo che Machiavelli espone forse l’argomento più importate dell’intero trattato: la spiritualità del principe.  
Afferma che un principe, per restare al potere, deve comportarsi anche in maniera non buona senza curarsi della cattiva fama derivata da questo comportamento. Infatti è inevitabile che un uomo che si vuole comportare da buono in mezzo a gente non buona vada in rovina. 
Per l’autore, un principe si deve mettere sullo stesso piano morale di chi governa. Si parla ancora di generosità e parsimonia, di lealtà di parola, della furbizia della volpe e di violenza del leone , di come sia conveniente essere temuto piuttosto che amato dal popolo, di fortificazioni e difese . 
Il diciannovesimo capitolo è come un riassunto di tutte le caratteristiche che un principe deve avere per farsi ben volere: non deve appropriarsi delle cose del popolo, non deve essere superficiale, effemminato e pauroso, ma deve apparire coraggioso, grande e con molta forza di carattere. Qualora non offrisse questa immagine di sé, deve avere due paure: i sudditi e le potenze straniere. Inoltre deve dare una buona immagine di sé premiando o castigando in maniera esemplare. 
Machiavelli conclude rassicurando che un nuovo regnante sarebbe accolto da tutti a braccia aperte, poiché l’Italia stessa ha bisogno di un redentore (“Quali populi gli negherebbono la obbedienza? Quale italiano gli negherebbe lo ossequio? A ognuno puzza questo barbaro dominio). 

Gli ultime versi sono tratti da "Italia mia" del Petrarca: 
“Virtù contro a furore/ prenderà l’armi, e fia el combatter corto/ che l’antico valore/ nelli italici cor non è ancor morto.”


di Francesca Proietto Batturi, 4 E

..Il Principe necessita varie qualità: prudenza, saggezza, capacità di simulare e dissimulare, capacità di usare la forza per mantenere il potere, arte della guerra, virtù, furbizia e ragione.
Il Principe deve effettuare diverse scelte per la salvezza dello Stato e la salvaguardia del suo potere, ad esempio deve preferire l'essere temuto all'essere amato; quando lo richiedono le necessità politiche, saper anche mancare la parola data; deve sacrificare la virtù all'interesse dello stato.
Un pensiero che mi ha colpita molto è che il popolo in armi può respingere anche il più agguerrito degli eserciti, di conseguenza un buon sovrano non deve inimicarsi il popolo, altrimenti ne pagherebbe abbondantemente le conseguenze.
 

2 commenti:

  1. La curiosità di comprendere come i tempi correnti possano influenzare un autore e le sue opere è il principale motivo che mi ha spinta a leggere il trattato di Machiavelli "Il principe". Inutile dire che quest'opera mi ha entusiasmato moltissimo e che ci sarebbero un'infinità di concetti che meriterebbero riflessioni approfondite, ma un passo in particolare mi ha colpita ed è quello che recita così: " [...] E fare come gli arcieri prudenti, a' quali parendo el luogo dove desegnano ferire troppo lontano, e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più altra che il luogo destinato, non per aggiungere con la loro freccia a tanta altezza ma per potere con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro".

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  2. La lettura di questo trattato potrebbe anche essere trattata in chiave attuale, ma la verità è che essendo frutto di tempi italiani disastrosi, l'autore è stato più che mai influenzato dalle necessità del proprio paese.Tuttavia i temi principali del trattato che sono la natura del potere, le realtà politiche, la natura del governatore ecc. sono certamente argomenti trattabili in attualità, specialmente in questo ulteriore periodo di crisi che mette in ginocchio il paese.

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