post di Margherita Costanzo, 4 E
Tra le sei
passioni cartesiane spiccano per importanza e intensità l'amore e
l'odio, due passioni che hanno come soggetto l'anima: queste
sensazioni infatti incitano l'anima,nel primo caso, ad unirsi con gli
oggetti che le convengono, nel secondo caso ad allontanarsi dagli
oggetti che le provocano sofferenza. E' interessante vedere come
l'amore si classifichi in vario modo. L'amore è inteso come affetto,
quando il destinatario di questo sentimento viene subordinato a noi,
come amicizia, quando si è sullo stesso piano, e infine come
devozione quando lo si eleva rispetto a noi, quasi conferendogli
un'utopica perfezione che ci spinge anche a porci da scudo tra
l'oggetto del nostro amore e la morte, preferendo noi stessi questo
destino, per non dover sopportare il peso dell'assenza.
L'amore come
sentimento è sempre stato un aspetto centrale nella vita
dell'uomo, ma ancor di più lo è stato l'amore come devozione. Si
sono scritti libri e poesie, si sono dipinti quadri, si sono cantate
canzoni per elogiarlo. L'amare colma il vuoto che ogni individuo ha
dentro di sè.
Già Platone scriveva nel mito dell'androgino che
l'amore è ricerca, poichè in principio siamo stati separati dalla
nostra metà e questo ci porta a cercarla per ricostruire la
perfezione di cui proviamo nostalgia. Nostalgia perchè in fondo al
nostro cuore sappiamo di conoscere questa perfezione, è come se ne
avessimo un lontano ricordo e per tutta la vita cerchiamo di
paragonare le nostre sensazioni a quell'idea rimasta in noi. Si parla
di devozione nella maggior parte dei casi quando si affronta il tema
religioso. Si dice infatti che colui che crede sia devoto ad un Dio,
che in tutto e per tutto ci si presenta come essere inarrivabile,
lontano anni luce dalla nostra piccola imperfezone umana, ma che per
immensa bontà ha a cuore ogni singolo uomo. Non a caso quindi si
attribuisce all'atto di amare profondamente una persona il termine
devozione. La devozione implica anche sacrificio.
Riconoscere la
sofferenza nell'altro porta in colui che ama una sofferenza uguale e
forse anche superiore, poichè ci ricorda i nostri limiti. L'uomo non
ha un così grande potere decisionale nella vita, soprattutto in
campi come la malattia e la sofferenza. La devozione quindi in questo
caso si può sostituire con il termine condivisione.
Condividere un
dolore per cercare di rendere meno pesante la sua sopportazione. Fin
da piccoli ci hanno raccontato storie dove il principe salva la
principessa affrontando ogni sorta di pericolo, percorrendo smisurate
distanze, dimenticadosi della propria esistenza con il solo fine di
proteggere la persona amata. Forse in questo semplice concetto si può
racchiudere il significato di devozione.
Dal punto di vista
etimologico questo singolo termine ci riporta alla mente più
immagini. Parliamo di devozione anche nell'amore che scorre tra una
madre ed il proprio figlio.
Nella scultura una delle opere che
rappresenta meglio la devozione di una madre nei confronti di un
figlio e la conseguente afflizione per la morte di quest'ultimo è la
Pietà di Michelangelo :
Anche sotto l’aspetto
letterario la devozione entra in scena come protagonista di opere
intere.
In Dante ad esempio la figura di Beatrice è vista come
tramite tra egli stesso e il divino:
“e par che sia una cosa venuta da
cielo in terra a miracol mostrare. “
Anche Francesco Petrarca
manifesta la propria devozione per la sua Laura con innumerevoli
versi:
“Quante
volte diss'io
allor
pien di spavento:
"Costei
per fermo nacque in paradiso!". “
Fino
ad arrivare ai giorni nostri, troviamo manifestazioni d’amore
devoto anche nella musica.
Ne è esempio la canzone “La cura” di
Franco Battiato, dove il cantante dimostra la propria devozione
all’oggetto del suo amore.
“Ti
solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te. “
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te. “
post di Maria Bernadette Barretto, classe 4E
Cartesio, filosofo
e matematico francese, nel 1649 scrisse un'opera intitolata "Le
passioni dell'anima". In quest'opera Cartesio parla delle passioni che
sono le percezioni che si riferiscono all'anima. Cartesio individuò sei
passioni principali,o primitive, da cui ne derivano le altre e sono la
meraviglia, l'amore, l'odio, il desiderio, la gioia e la tristezza.
L'amore
è un sentimento che incita l'anima a legarsi volontariamente agli
oggetti che appaiono convenienti. Vi sono varie forme di amore che
cambiano in base alla valutazione che si fa dell'oggetto amato in
confronto a sé stessi.
Ognuno
ha una stima per l'oggetto amato, quando si ha una stima maggiore per
sé stessi si ha una semplice affezione per esso; quando si stima
l'oggetto amato come sé stessi si ha l'amicizia,quando invece si
stima di più l'oggetto amato allora diventa una devozione.
L'uomo
cerca sempre l'amore come fonte di felicità, ma non sempre si riesce a
distinguere cosa è bene e cosa è bello, il bene porta ad una vera felicità
per l'anima e corpo, ciò che è bello non sempre fa bene ma potrebbe poi
trasformarsi in futuro in qualcosa che non è amore.
L'odio
è un sentimento molto simile all'amore quanto diverso e possono essere
accostati per l'intensità, Infatti amore e odio sono due facce della
stessa medaglia. A differenza dell'amore, l'odio incita l'allontanamento
dall'oggetto che provoca sofferenza.
post di Francesca Proietto Batturi 4 E
QUANDO AMORE E ODIO COINCIDONO
Vi sono diverse testimonianze in cui l'amore e l'odio sono sentimenti rivolti verso uno stesso oggetto. La distinzione tra le due passioni è piuttosto sottile ed incomprensibile agli occhi di chi prova questi sentimenti.
Questo sentimento di amore-odio è cantato da Mina nella famosissima canzone "Grande grande grande".
Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei
i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai.
Sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu,
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai.
Ma c'è di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande, le mie pene
non me le ricordo più.
Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me,
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me,
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno
dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita è tutta lì.
Invece no, invece no
la vita è quella che tu dai a me,
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te.
Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo,
non lasciarmi mai più
sei grande, grande, grande
come te sei grande solamente tu.
ti odio poi ti amo poi ti amo , poi ti odio poi ti amo
non lasciarmi mai più
sei grande, grande, grande
come te sei grande solamente tu.
Un altro caso molto celebre è quello di Catullo che nella poesia "Odi et amo" esprime la sua confusione nei confronti di Lesbia, la donna che ama, ma che allo stesso tempo odia a causa dei i suoi tradimenti.
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.
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