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sabato 3 gennaio 2015

su amore e odio


post di Margherita Costanzo, 4 E

Tra le sei passioni cartesiane spiccano per importanza e intensità l'amore e l'odio, due passioni che hanno come soggetto l'anima: queste sensazioni infatti incitano l'anima,nel primo caso, ad unirsi con gli oggetti che le convengono, nel secondo caso ad allontanarsi dagli oggetti che le provocano sofferenza. E' interessante vedere come l'amore si classifichi in vario modo. L'amore è inteso come affetto, quando il destinatario di questo sentimento viene subordinato a noi, come amicizia, quando si è sullo stesso piano, e infine come devozione quando lo si eleva rispetto a noi, quasi conferendogli un'utopica perfezione che ci spinge anche a porci da scudo tra l'oggetto del nostro amore e la morte, preferendo noi stessi questo destino, per non dover sopportare il peso dell'assenza.

L'amore come sentimento è sempre stato un aspetto centrale nella vita dell'uomo, ma ancor di più lo è stato l'amore come devozione. Si sono scritti libri e poesie, si sono dipinti quadri, si sono cantate canzoni per elogiarlo. L'amare colma il vuoto che ogni individuo ha dentro di sè. 
Già Platone scriveva nel mito dell'androgino che l'amore è ricerca, poichè in principio siamo stati separati dalla nostra metà e questo ci porta a cercarla per ricostruire la perfezione di cui proviamo nostalgia. Nostalgia perchè in fondo al nostro cuore sappiamo di conoscere questa perfezione, è come se ne avessimo un lontano ricordo e per tutta la vita cerchiamo di paragonare le nostre sensazioni a quell'idea rimasta in noi. Si parla di devozione nella maggior parte dei casi quando si affronta il tema religioso. Si dice infatti che colui che crede sia devoto ad un Dio, che in tutto e per tutto ci si presenta come essere inarrivabile, lontano anni luce dalla nostra piccola imperfezone umana, ma che per immensa bontà ha a cuore ogni singolo uomo. Non a caso quindi si attribuisce all'atto di amare profondamente una persona il termine devozione. La devozione implica anche sacrificio. 

Riconoscere la sofferenza nell'altro porta in colui che ama una sofferenza uguale e forse anche superiore, poichè ci ricorda i nostri limiti. L'uomo non ha un così grande potere decisionale nella vita, soprattutto in campi come la malattia e la sofferenza. La devozione quindi in questo caso si può sostituire con il termine condivisione. 

Condividere un dolore per cercare di rendere meno pesante la sua sopportazione. Fin da piccoli ci hanno raccontato storie dove il principe salva la principessa affrontando ogni sorta di pericolo, percorrendo smisurate distanze, dimenticadosi della propria esistenza con il solo fine di proteggere la persona amata. Forse in questo semplice concetto si può racchiudere il significato di devozione.

Dal punto di vista etimologico questo singolo termine ci riporta alla mente più immagini. Parliamo di devozione anche nell'amore che scorre tra una madre ed il proprio figlio. 

Nella scultura una delle opere che rappresenta meglio la devozione di una madre nei confronti di un figlio e la conseguente afflizione per la morte di quest'ultimo è la Pietà di Michelangelo :




Anche sotto l’aspetto letterario la devozione entra in scena come protagonista di opere intere. 

In Dante ad esempio la figura di Beatrice è vista come tramite tra egli stesso e il divino:
e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. “


Anche Francesco Petrarca manifesta la propria devozione per la sua Laura con innumerevoli versi:

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!". “




Fino ad arrivare ai giorni nostri, troviamo manifestazioni d’amore devoto anche nella musica. 

Ne è esempio la canzone “La cura” di Franco Battiato, dove il cantante dimostra la propria devozione all’oggetto del suo amore.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te. “



post di Maria Bernadette Barretto, classe 4E


Cartesio, filosofo e matematico francese, nel 1649 scrisse un'opera intitolata "Le passioni dell'anima". In quest'opera Cartesio parla delle passioni che sono le percezioni che si riferiscono all'anima. Cartesio individuò sei passioni principali,o primitive, da cui ne derivano le altre e sono la meraviglia, l'amore, l'odio, il desiderio, la gioia e la tristezza.
L'amore è un sentimento che incita l'anima a legarsi volontariamente agli oggetti che appaiono convenienti. Vi sono varie forme di amore che cambiano in base alla valutazione che si fa dell'oggetto amato in confronto a sé stessi.
Ognuno ha una stima per l'oggetto amato, quando si ha una stima maggiore per sé stessi  si ha una semplice affezione per esso; quando si stima l'oggetto amato come sé stessi si ha l'amicizia,quando invece si stima di più l'oggetto amato allora diventa una devozione.
L'uomo cerca sempre l'amore come fonte di felicità, ma non sempre si riesce a distinguere cosa è bene e cosa è bello, il bene porta ad una vera felicità per l'anima e corpo, ciò che è bello non sempre fa bene ma potrebbe poi trasformarsi in futuro in qualcosa che non è amore.
L'odio è un sentimento molto simile all'amore quanto diverso e possono essere accostati per l'intensità, Infatti amore e odio sono due facce della stessa medaglia. A differenza dell'amore, l'odio incita l'allontanamento dall'oggetto che provoca sofferenza.

post di Francesca Proietto Batturi 4 E

QUANDO AMORE E ODIO COINCIDONO

Vi sono diverse testimonianze in cui l'amore e l'odio sono sentimenti rivolti verso uno stesso oggetto. La distinzione tra le due passioni è piuttosto sottile ed incomprensibile agli occhi di chi prova questi sentimenti.
Questo sentimento di amore-odio è cantato da Mina nella famosissima canzone "Grande grande grande".

Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei
i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai.
Sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu,
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai.
Ma c'è di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande, le mie pene
non me le ricordo più.
Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me,
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me,
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno
dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita è tutta lì.
Invece no, invece no
la vita è quella che tu dai a me,
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te.
Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo,
non lasciarmi mai più
sei grande, grande, grande
come te sei grande solamente tu.
ti odio poi ti amo poi ti amo , poi ti odio poi ti amo
non lasciarmi mai più
sei grande, grande, grande
come te sei grande solamente tu.

Un altro caso molto celebre è quello di Catullo che nella poesia "Odi et amo" esprime la sua confusione nei confronti di Lesbia, la donna che ama, ma che allo stesso tempo odia a causa dei i suoi tradimenti.


Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; 
non so, ma è proprio così, e mi tormento.




 

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