Il “Giorno della Memoria”, celebrato ogni anno il 27 Gennaio in
commemorazione delle vittime dell'Olocausto, è un’occasione importante
per riflettere e ribadire la volontà dell'uomo moderno di spezzare il
continuum storico della violenza che ha accompagnato tutta la storia
umana.
La Shoah è considerata l'apice
dell'inumanità, perché ha rappresentato un piano preciso e concreto
messo in atto con metodi di sterminio sistematici e spietati. Mai prima
di quel momento l'irrazionalità della violenza umana è stata
legata in modo così terribile alla razionalità scientifica e
tecnologica del progresso. Tuttavia, è doveroso ricordare che sia prima
che durante la guerra si è agito nella totale indifferenza e complicità
dei popoli europei e non solo, basti pensare che le truppe straniere
nelle Waffen-SS hanno superato per numero quelle tedesche, oppure che i
treni di deportarti attraversavano le nostre città.
L’apertura
del campo di concentramento di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 ha
spalancato gli occhi dell’uomo sul baratro in cui è capace di tuffarsi e
di gettare il proprio simile.
Dunque,
l’Olocausto non è ascrivibile e imputabile soltanto alla Germania
nazista, ma riguarda tutti, come i numerosi genocidi avvenuti nella
storia e troppo spesso dimenticati dagli storici e trascurati dai mezzi
di informazione.
All’indomani della Seconda
Guerra Mondiale, la costituzione delle Nazioni Unite aveva come
obiettivo proprio la creazione di un’arena internazionale che potesse
contribuire ad evitare il ripetersi di tale ignominia, ma evidentemente
lo sforzo non è bastato.
A cominciare dagli
stermini e le atrocità commesse dai colonizzatori europei nelle Americhe
e in Africa, fino ad arrivare ai crimini commessi contro l'umanità nel
XX° secolo. La storia dell’ultimo secolo è piena di esempi.
Il genocidio
armeno, avvenuto nel 1915 è ancora oggi negato dalle autorità turche.
Lo sterminio dei Khmer Rossi durante il regime di Pol Pot in Cambogia
tra il '75-'79. Il massacro in Ruanda tra le etnie hutu e tutsi nel '94.
I crimini contro l’umanità e la pulizia etnica nella Ex-Jugoslavia tra
il ‘94 e il ‘95. La terribile guerra civile con sospetti di pulizia
etnica in Colombia. E poi episodi minori come durante la guerra nel
Nagorno-Karabach o le violenze sistematiche contro le popolazioni
musulmane dell’Asia centrale cinese. Ci sono poi i casi di stermini di
massa dovuti ad accadimenti storici o di natura politica come nel caso
dell’Holodomor, la carestia generata in Ucraina tra il 1931 e il 1933 e
quanto successo in Sud-Sudan dove un’intera popolazione è stata affamata
e isolata dalla comunità internazionale.
La
maggior parte di queste atrocità sono state perpetrate nell'indifferenza
o nell'incapacità di agire della comunità internazionale. Oggi in un
momento di fortissima contrapposizione tra Oriente e Occidente, la
storia rischia di ripetersi. Basti pensare a quanto sta succedendo in
Nigeria ad opera di gruppi armati che stanno sterminando intere fasce di
popolazione o ai massacri contro comunità religiose differenti dalla
propria in Medio Oriente.
Affinché ciò non
avvenga e per un futuro migliore, tutti noi dobbiamo ricordare, perché
dalla Memoria si costruisce la coscienza dell'Uomo di domani.
È
questo il significato profondo di questa giornata: ricordare di cosa
l’uomo è capace; ricordare quanto in basso l’uomo può scendere; essere
consapevoli che al male non c’è limite; opporsi alla “banalità del male.
L’impegno civile ed etico deve essere individuale e personale oltre ogni appartenenza, ogni identificazione, ogni differenza.
L’apertura
del cancello di Auschwitz è un simbolo, il simbolo della fine di uno
degli incubi peggiori che l’umanità abbia vissuto. È dal cancello che si
apre che dobbiamo trarre spunto al fine di riuscire a “liberarci” anche
noi dai preconcetti e dagli schemi malsani che affliggono la nostra
società. Ci vorrà del tempo, come ce n’è voluto per liberare i migliaia
di deportati in Polonia, ma il cancello per un mondo migliore non
aspetta altro che essere spalancato. Ricordare, affinché un’altra
tragedia venga evitata: l’uccisione del futuro dell’umanità.
Dimitri Nikolaev
Anna Caputo
Per approfondire si consiglia la lettura diIl secolo dei genocidi di Bernard Bruneteau, il Mulino, 2006
GUARDA IL DOCUMENTARIO
di Roberto Olla, TG 1
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