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lunedì 24 maggio 2021
Franco Battiato, un essere speciale
venerdì 14 maggio 2021
Kant, la legge morale
“Due cose riempiono l’animo con sempre nuovo e crescente stupore e venerazione,
quanto più spesso e accuratamente la riflessione se ne occupa:
il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”
Kant, La Critica della ragion pratica
LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA
venerdì 30 aprile 2021
zoon politikòn e zoon logon èchon: uomo e società secondo Aristotele
Professor Lledo', le affermazioni di Aristotele "l'uomo è per natura un animale politico" e "l'uomo solo fra gli animali ha il logos" nella loro estrema semplicità ed efficacia sono diventate i termini stessi della nostra comune definizione di uomo.
risponde il professore:
E non è strano quindi che Aristotele abbia definito l'uomo, in modo così radicale e deciso, come zoòn politikòn, come animale politico. Un animale esattamente uguale a tutti gli altri animali. Un mammifero che respira, che digerisce, che vede, che sente, che è dotato di sensibilità esattamente come qualsiasi altro mammifero. Ma con una differenza, una differenza essenziale: che deve vivere insieme ad altri, deve vivere in comunità. E' vero che ci sono altri animali - e Aristotele lo rammenta nel medesimo contesto della politica - che vivono in comunità, ma il modo di vivere in comunità di questi animali è un modo gregario - dice Aristotele - mentre l'uomo non vive passivamente in comunità, bensì costruisce la sua comunità, costruisce il suo sistema di relazioni, costruisce un sistema per rivolgersi agli altri, per organizzare gerarchicamente o in condizioni di eguaglianza i suoi rapporti con gli altri. E' perciò importante, in questo senso, ricordare che Aristotele, nella stessa pagina in cui definisce l'uomo come animale politico, come animale che vive in una polis e deve organizzare il suo modo di vivere, lo definisce anche come zoòn lògon èchon, che significa "animale dotato di parola".
E' piuttosto singolare che questa definizione aristotelica dell'uomo, questo zoòn lògon èchon (che significa, traducendo alla lettera, "animale dotato di parola", o per meglio dire: "animale dotato di logos"), abbia dato origine all'altra famosa definizione "l'uomo è un animale razionale".
Ma non era questo che Aristotele intendeva. Aristotele voleva dire soltanto che, naturalmente, il logos è una lotta per la razionalità. Ma l'uomo non è un essere razionale. E' invece, secondo questa famosa definizione, un essere che parla, che muove la lingua - quella cosa così reale e così fisica che è la lingua - e muovendola produce un suono semantico, dei suoni che creano comunità, che creano polis, che creano uno spazio collettivo.
E' perciò interessante osservare che entrambe le grandi definizioni aristoteliche dell'uomo - animale politico e animale dotato di logos - sono unite, perché sia la politica sia il possedere logos si necessitano reciprocamente. Non esiste politica, non esiste reticolo collettivo, non esiste spazio di intelligenza collettivo, gli uomini non potrebbero vivere in società, vivere in modo comunitario, se non parlassero o, per meglio dire, se non comunicassero fra loro.
Ciò è interessante anche in una società come la nostra. Io credo che se Aristotele, o una mente dotata di capacità sintetiche e analitiche come quella di Aristotele, potesse vivere oggi, potesse analizzare il mondo contemporaneo, rimarrebbe stupita perché, in effetti, si renderebbe conto di come l'uomo, oltre ad essere un animale politico, un animale che ha bisogno di strutturarsi e di vivere in modo strutturato, è essenzialmente un animale dotato di logos, un animale che comunica.
Noi oggi parliamo di mezzi di comunicazione di massa: è la conferma definitiva del logos aristotelico. Tuttavia, interpretando o ripensando un poco l'ideologia che sottostava alle definizioni di Aristotele, non credo che il filosofo greco sarebbe molto d'accordo con questo nubifragio, questa inondazione di parole, di termini, sui quali non abbiamo il tempo di riflettere e coi quali a mala pena comunichiamo.
Questa abbondanza di mezzi di comunicazione - e la povertà di ciò che viene comunicato, la mancanza di riflessione su ciò che si comunica - possono modificare le condizioni della vita mentale degli uomini e possono condizionare i rapporti umani.
Tuttavia, come dicevo, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, con la finzione, la menzogna, col non ricercare la verità, si possono creare false aristocrazie, false democrazie, false oligarchie, false tirannie. In questo modo si può creare una falsificazione della terminologia. Infatti, una delle cose, io credo, più interessanti della cultura greca, e che dai greci abbiamo avuto in eredità, e che Aristotele analizza concretamente nell'Etica Nicomachea e in altre sue pagine, è l'idea di "bene apparente". Ovvero la scoperta che, insieme al perseguimento del bene in quanto tale, essendo il bene qualcosa che ha a che vedere con gli uomini, noi possiamo perseguire un bene apparente, un bene che può non essere altro che una proiezione dei nostri desideri, una proiezione dei nostri interessi o una proiezione del nostro dominio sugli altri. E dunque sarebbe un bene senza vita politica e senza vera virtù.
esercizio n.1
Rifletti sulle parole del filosofo spagnolo e riassumi il suo messaggio con la tua opinione in proposito in un breve testo dal titolo:
La politicità dell'uomo nella società secondo Aristotele
esercizio n.2
Concludi riportando in forma schematica, dopo avere ascoltato il video sottostante, la concezione etico-politica di Aristotele:
- in che modo le due discipline sono collegate?
- quale costituzione, e perchè, è da preferire nello stato governato dal bene e dalla giustizia?
- quando gli uomini saranno veramente felici?
- sai individuare le differenze dalla concezione del suo maestro Platone?
- quale degli aspetti presenti nelle due proposte ritieni applicabile nella società odierna?
giovedì 8 aprile 2021
domenica 28 marzo 2021
Eraclito e Democrito tra filosofia e arte
La classe 3 H
propone un interessante confronto
tra Eraclito e Democrito
attraverso le loro idee e le rappresentazioni artistiche
che ai due filosofi sono state dedicate
coordinamento prof.ssa Giuseppa Borzì
ERACLITO E DEMOCRITO: IL PIANTO E IL RISO
sabato 27 marzo 2021
discussioni filosofiche in tempo di pandemia
video realizzato
DALLA CLASSE 5 E
coordinamento prof.ssa Pia Vacante, che così presenta il lavoro:
Panta rei, scriveva Eraclito ben 2.600 anni fa. Eppure, nonostante il costante divenire sia una delle pochissime cose certe attestate dalla nostra struttura percettiva, il cambiamento ci sconcerta e, in taluni casi, ci annichilisce.
Siamo talmente legati alle nostre “illusorie” certezze, abbarbicati alle nostre altrettanto “illusorie” abitudini e al nostro consueto stile di vita, pensando che essi siano inamovibili, che il cambiamento viene spesso visto come un ostacolo, come un limite, anziché come un’occasione di rinnovamento, da compiere in sincronia coi tempi e con gli eventi, personali e collettivi, che ci attraversano e da cui siamo attraversati.
Premesso che i sistemi filosofici non costituiscono mete né oggetti di credenze, ma solo strumenti che possiamo utilizzare “alla bisogna” per vivere meglio ora e qui, in questo video vengono presi in considerazione tre importanti temi dello Stoicismo: l’indipendenza dalle cose materiali, l’Amor Fati e il valore del Tempo.
Temi molto utili in tempi oscuri come questi.
Il linguaggio è volutamente semplice, affinchè tutti possano comprendere.
Buona visione.
giovedì 18 marzo 2021
ARISTOTELE
LA METAFISICA
LE CATEGORIE
domenica 7 febbraio 2021
metafisica, etica e politica secondo Spinoza
martedì 2 febbraio 2021
lo stato ideale per Platone
la tripartizione dell'anima
secondo il mito della biga alata
la tripartizione della società
secondo il mito delle stirpi
il processo educativo
giovedì 28 gennaio 2021
i miti platonici meta-filosofici
Platone ricorre talvolta ad un uso meta-filosofico del mito:
il mito viene usato per alludere a qualcosa che va oltre le capacità della filosofia, che sta per così dire al di sopra, al di là della filosofia, per questo si può definire meta-filosofico, ad esempio il destino delle anime dopo la morte. Secondo Platone questo non è oggetto di conoscenza filosofica, non è possibile dire con certezza quale sarà questo destino.
Tuttavia è necessario in qualche modo immaginarcelo e questo ci è consentito dal mito.
Il mito in questo caso è un discorso che va oltre la filosofia, che non è filosofico, che è rischioso quindi, che può anche non essere vero, ma è un rischio come dice Platone nel Fedro, che deve essere corso, un rischio che è bello.
Di questo tipo sono i miti appunto della biga alata nel Fedro e il mito di Er nella Repubblica.
ecco alcune schede preparate dagli studenti:
lunedì 18 gennaio 2021
KIERKEGAARD
GLI STADI DELL'ESISTENZA E LA FEDE
LE CATEGORIE DELL'ESISTENZIALISMO
dal nostro blog:
LA LIBERTA' DI SCELTA, UN TESORO PREZIOSO
I FILOSOFI DELL'OTTOCENTO E IL RAPPORTO CON LA FEDE
post di Ylenia Scarpignato