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giovedì 3 settembre 2020

La metamorfosi, ricerca di una identità

 


post di Cecilia Sicali, 5 A

Il libro che ho scelto di leggere durante queste vacanze estive è uno dei racconti di Kafka, ‘La Metamorfosi’, un testo molto caro a mio padre, il quale mi ha consigliato per primo di leggerlo. Il racconto narra di una bizzarra trasformazione avvenuta  al protagonista del racconto, Gregor Samsa, il quale da semplice ed umile commerciante si è trasformato in un gigantesco scarafaggio.  Inizialmente la lettura del libro non è stata particolarmente piacevole, forse perché l’argomento ‘’insetti’’ non mi incuriosiva ed attirava particolarmente. Andando avanti con la breve ma interessante lettura, l’attenzione è aumentata notevolmente, grazie ai numerosi colpi di scena e soprattutto al sorprendente finale.

A colpirmi particolarmente sono state le ultime pagine del libro, in cui si nota un radicale cambiamento di comportamento da parte del protagonista e dei suoi familiari, ormai rassegnati alla triste fine del giovane e senza più alcuna speranza. Questa novità ha stravolto il mio stesso modo di leggere il racconto, poiché all’inizio la speranza che la situazione potesse migliorare alimentava la mia voglia di leggere e di arrivare alla fine della storia, ma in conclusione anche io, come i protagonisti del racconto, sono stata travolta da una strana angoscia dovuta al finale triste e malinconico. La morale che ho ricavato da ‘La Metamorfosi’ è una ‘lezione di vita’ un po’ sconfortante ma sicuramente attuale e realistica: spesso la vita ci mette di fronte degli ostacoli difficili da superare, ed è nostro dovere renderci conto che in mancanza del lavoro di squadra e dell’ascolto reciproco è impossibile vincere queste battaglie e ricominciare a stare bene.

Nella mia vita mi è capitato di dover affrontare delle situazioni complicate dalle quali mi sembrava difficile venir fuori; proprio per questo motivo mi sono sentita molto vicina alla condizione del protagonista, isolato perché unico nel suo genere ma comunque amato dai suoi familiari, che come lui si trovavano in difficoltà non riuscendo a comunicare e a trovare una soluzione. Da qui è iniziata la mia riflessione, dettata soprattutto dalla mia esperienza personale, attraverso la quale ho compreso a pieno quanto l’aiuto e l’ascolto siano fondamentali, poiché da soli è impossibile andare avanti e superare i momenti bui, e lo sa bene Gregor Samsa, che nonostante gli sforzi ha perso la sua battaglia ritrovandosi alla fine della storia, a combatterla da solo. Consiglierei questo racconto a chiunque, perché ricco di colpi di scena e soprattutto di diversi punti d’ispirazione per formulare riflessioni personali che possono servire, a mio parere, a superare difficili momenti che la vita può presentarci.


post di Alessandrro Rollo

5 A

Avendo precedentemente letto “Un medico di campagna”, una raccolta di brevi racconti che mi aveva colpito per lo stile inusuale, la narrazione apparentemente sconnessa e le ambientazioni surreali, provavo la curiosità di esplorare altri lavori dell’autore. Sfogliando tra i suoi lavori più celebri ho trovato “La Metamorfosi.

Essendo vagamente consapevole del profilo dell’autore, ho ritrovato gli stessi caratteri, l’agonia, l’isolamento e un alone di enigmaticità. Viene introdotto un personaggio regolare, umile, che è affetto da una metamorfosi. Non è chiara l’origine di questa metamorfosi; assumere che il protagonista venga escluso perché “diverso” al livello fisico, è da escludere, anche perché nel contesto dell’autore questo tema non era affrontato, un’altra opzione potrebbe essere che il protagonista non è più in grado di sostenere la famiglia, ma ancora una volta, esso non è chiaro. Il racconto quindi, è enigmatico; la metamorfosi non è approfondita dall’autore, e da qui, ho iniziato ad attribuire un significato più personale all’opera. Riconosco in Gregor due aspetti. Il primo è una sconfitta dell’individualità; il protagonista è oppresso dalla società, tanto da sentirsi depredato della sua identità. Infatti, Gregor altro non è che una rappresentazione del cittadino medio, conforme alle norme sociali e schiavo di esse. In secondo luogo, rappresenta il sacrificio del ceto medio per riscattarsi, al costo però, di dover dedicare costantemente il suo tempo alla carriera nonostante gli ostacoli: in questo caso la metamorfosi è una reazione, seguita dalla mancanza di empatia da parte dei familiari nei momenti difficoltà. Infatti, i genitori di Gregor sono più preoccupati della propria situazione economica che di Gregor stesso.

L’opera complessivamente è stata di mio gradimento, anche se personalmente avrei preferito carpire meglio il significato dell’ultima parte. Dal punto di vista più tecnico l’opera è abbastanza scorrevole dato il linguaggio accessibile; nonostante ciò è possibile trovare difficoltà nella comprensione in quanto i periodi a volte appaiono incompleti e spezzati.


post di Ines Rapisarda

5 A

Ho deciso di leggere un libro di Kafka per due motivi. Sicuramente dopo aver conosciuto la sua storia personale. Kafka infatti apparteneva ad una famiglia ebraica, etnia da sempre perseguitata nella storia, e questo già mi spingeva ad approfondire. Il secondo motivo è stato il riferimento al filosofo studiato quest’anno, Thomas Hobbes ( con la sua formula homo homini lupus): in questo racconto si evince proprio come l’uomo è un lupo per lo stesso uomo, poichè vuole sempre prevalere sugli altri e, come nel caso del testo di Kafka, “ allontanare il diverso”. L’obiettivo dell’autore, ben comprensibile (e questo è il motivo per il quale consiglierei subito questo libro), è quello di invitare il lettore a non giudicare solo dalle apparenze, ma approndire i rapporti con individui diversi. Mi ha sorpreso come all’interno del racconto vengano messi in risalto i problemi che Gregor, ormai trasformato in scarafaggio, ha nel lavoro ed in famiglia, e soprattutto come vengono narrati in maniera molto scorrevole e semplice. Nel finale il protagonista perde la vita dopo aver rinunciato al nutrimento e a causa di una ferita sulla schiena ad opera del padre: segno questo di insofferenza e incomprensione da parte della famiglia nei confronti del figlio. Il finale  è la parte che mi è piaciuta meno, poichè dopo il grande racconto ed il grande messaggio che Kafka voleva trasmettere, lo scarafaggio non doveva morire ma, a mio parere, doveva continuare a vivere e  combattere tutto e tutti. Il libro diventa ancora più interessante poichè analizza un tema centrale ed attuale. Il protagonista è chi, come lo scarafaggio, per colore di pelle, per diverso pensiero o religione, viene escluso e messo da parte nella società.

post di Martina Cavallaro, 5 A

 

La metamorfosi” di Franz Kafka è la lettura che ho deciso di intraprendere questa estate, per il titolo che mi aveva colpito particolarmente e grazie al consiglio di mia madre.

Devo ammettere che all’inizio della lettura non sono stata pienamente soddisfatta della mia scelta, soprattutto per come è stato introdotto il tema principale della metamorfosi e probabilmente per le troppe e diverse aspettative che avevo. Ma, proseguendo, mi sono ricreduta e alla fine del racconto credo di aver appreso a pieno il suo significato. Nella società, dove il cambiamento e il diverso cercano di diventare parte integrante, sono numerose le difficoltà che si presentano nel corso della nostra esistenza e pian piano ci si rende conto che in realtà l’unica cosa necessaria è avere una forza tale da credere e contare su noi stessi e nelle nostre capacità. E questo lo viviamo giorno per giorno. Ma non è esattamente ciò che ritroviamo nel libro e che ha vissuto il protagonista, Gregor Samsa, giovane responsabile e sempre disponibile, il quale contribuiva nel suo piccolo aiutando la famiglia, ma che alla fine del racconto, dopo tante e dure “prove” comportate dalla metamorfosi, si ritrova in uno stato di solitudine e sofferenza che lo porta ad abbandonarsi a se stesso e alla morte. 

La morte, che accetta come unica via di uscita e liberazione, non solo per se stesso, ma per gli altri, la sua famiglia, perché diventato un peso troppo grande da sopportare. La stessa famiglia che da sempre aveva cercato di aiutare, lo abbandona. 

E quando ti lasciano andare anche le persone a te più care ha senso il resto? Questa è una delle domande che mi sono posta a fine lettura. Da sempre cerco di non farmi abbattere dal cambiamento e dagli altri, e forse anche Gregor Samsa all’inizio aveva questa forza e quel briciolo di speranza che lo teneva in piedi, nonostante poi sia crollato tutto. 

Un consiglio personale che darei a chi ha voglia di intraprendere questa lettura è quello di non farsi condizionare dalla parte iniziale, secondo me poco chiara, ma di continuare fino alla fine, per poi immedesimarsi nel protagonista rispondendo a tutte quelle domande che spontaneamente ci poniamo ogni giorno.

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