La filosofia non respinge nè preferisce nessuno
Splende a tutti
Lucio Amneo Seneca
le prime riflessioni:
La filosofia non respinge nè preferisce nessuno
Splende a tutti
Lucio Amneo Seneca
le prime riflessioni:
Gli studenti della 4 E in questi giorni di preparazione al rientro a scuola, atteso come mai prima, hanno preparato un video, Sulla felicità, partendo dalla Lettera a Meneceo di Epicuro e attualizzandolo con semplici ma non banali riflessioni maturate durante il lockdown per la pandemia.
Ne è venuto fuori un piccolo lavoro che, nel cucire passato e presente, vuole essere anche un invito a ben prepararsi per affrontare questo tempo difficile e critico.
Lo proponiamo come augurio per la nostra ri-partenza
montaggio e costruzione video a cura di Flavio Zinno, classe 4 E
colonna sonora Oceano, di Matteo La Rosa, classe 5 A
post di Denise Saccà
Il processo" di Kafka è uno di quei libri che si distinguono dai classici romanzi, e che sicuramente lasciano molto spazio alla riflessione. Mio padre ha sempre utilizzato il termine "kafkiano" per indicare un qualcosa o una situazione che è paradossale o assurda. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a fondo e capire perché questo neologismo è nato proprio grazie ad uno scrittore. È stato proprio mio padre a suggerirmi, tempo fa, di leggere uno dei libri di Kafka, dicendomi che così avrei capito, ma avvertendomi allo stesso tempo che non sarebbe stata una lettura troppo semplice, o una storia con un lieto fine, ma piuttosto qualcosa di più enigmatico.
Concetto è una parola che deriva dal latino cum capio che significa prendere insieme.
Questa funzione viene affidata al concetto: raccogliere o comprendere in sè un numero molteplice di cose presenti nella realtà di tutti i giorni, al fine di facilitare la comprensione e la comunicazione fra tutti gli esseri umani.
FACCIAMO UN ESEMPIO:
il concetto di "uomo" comprende tutti gli uomini, ma cosa sarà questo concetto di uomo? Cosa rappresenta e include? E ancora: come può esso nascere nella comunità umana?
Possiamo dire che è quell'insieme di proprietà o caratteristiche che fanno di un qualcosa un uomo, cioé se qualcosa possiede quelle caratteristiche, allora quella cosa è un uomo.
Dalle esperienze molteplici di ciascuno di noi si raggiunge, per necessità argomentativa e comunicativa, un unico concetto, al quale faremo sempre riferimento per tutto il corso della vita
(con graduali e opportuni "aggiustamenti", se necessario)
Ma ancora si presenta un problema: come possiamo individuare le caratteristiche comuni?
Osservate queste immagini:
cosa hanno in comune? come possiamo definire, da ciò che vediamo, il concetto di UOMO?
Sono sufficienti, a tuo parere?
introduce la filosofia, il suo ruolo, le sue origini, la sua importanza nella vita di ciascuno di noi
video 5'
e nel suo sviluppo all'interno della società umana, 5'
LA DIFFERENZA TRA MITO E FILOSOFIA
classe 5 A
“L’interpretazione dei sogni” è un classico della filosofia contemporanea,scritto nel 1900 da Sigmund Freud,autore che ha dato un contributo rivoluzionario alla cultura del Novecento con la psicoanalisi, in particolare attraverso la sua teoria dei sogni e un metodo innovativo in grado di interpretarli. Il titolo dell’opera, a prima vista accattivante, ha da subito attirato la mia attenzione, poiché mi ha permesso di dedurre con facilitá la trama del testo, a mio parere interessante.
Impossibile negare l’esistenza del desiderio, che si cela in tutti noi, di trovare un nesso tra i pensieri notturni e la veglia, di scoprire attraverso un’analisi accurata del mondo onirico una parte della nostra personalità; tutto questo mi ha indirizzata verso la scelta de “L' interpretazione dei sogni” come lettura estiva. L’ opera è composta da 13 capitoli che si susseguono con una logica avvincente e che si presentano in maniera schematica, modalità del tutto diversa se paragonata a quella adoperata nei romanzi. All’inizio dell’opera Freud é riuscito a delineare una chiara distinzione tra contenuto manifesto, ovvero il sogno così come lo si ricorda, e contenuto latente dei sogni,il materiale onirico nascosto che viene scoperto attraverso l’analisi del sogno. In tutto il testo é stato riservato largo spazio al lavoro onirico,processo che si occupa della trasformazione del contenuto latente in contenuto manifesto dei sogni e ai diversi procedimenti di cui si serve(condensazione,
Non saprei spendere parole non a sostegno di quest’opera perché é stata di gran lunga di mio gradimento. É un testo che consiglio vivamente a chi vuole venire a contatto con uno scritto che rappresenta un’alternativa al solito romanzo. Un testo impegnativo, di comprensione non immediata e che quindi richiede grande concentrazione durante la lettura, ma che, nonostante sia passato piú di un secolo dall’anno di stesura, risulta essere ancora di grande attualitá.
post di Giacomo Ruello
5 A
Ho scelto di leggere questo libro perché mi posso definire un appassionato di politica, affascinato dalle grandi rivoluzioni del passato, e conoscere il pensiero dei due fondatori del Partito Comunista, Karl Marx ed Friedrich Engels, può solo giovare alla mia formazione. Questo è un testo storico, di chiara mobilitazione politica, adattato alla forma di un programma politico e filosofico. Marx ed Engels, assistendo all’affermazione delle grandi ideologie socialiste e rivoluzionarie del 1848, propongono un nuovo tipo di socialismo, il socialismo scientifico. A differenza del socialismo reazionario, considerato troppo rivolto al passato, del socialismo conservatore, dove si vorrebbe creare una borghesia senza il proletariato, impossibile per Marx, e idel socialismo utopistico, dove non si riconosce il ruolo attivo del proletariato perchè basato su principi e teorie attratte, il loro socialismo si propone con una solida base economica e filosofica, con una visione materialista della storia, intesa come lotta di classi sociali. Marx analizza nello specifico il rapporto tra borghesia e proletariato. Sottolinea che la borghesia nasce in contraddizione col feudalesimo e si è poi sviluppata con la mondializzazione dell’economia. Se le classi del passato mantenevano i rapporti di produzione, la borghesia è una classe costituzionalmente dinamica, che tende a cambiare continuamente metodi di produzione; è una classe che ha cambiato sia la struttura (metodo di lavoro) che la sovrastruttura, quindi ha creato il mondo a sua immagine e somiglianza. Questi sono i suoi punti di forza. Ha tuttavia creato da sola i propri antagonisti : il proletariato, ovvero i lavoratori impiegati nelle fabbriche dei capitalisti, senza la quale la borghesia stessa non potrebbe esistere. Secondo Marx, alla crescita dalle borghesia si accompagna in modo inevitabile la crescita del proletariato, che deve riuscire ad impossessarsi del potere politico, abolire il capitalismo e riuscire a liberarsi dalle sofferenze delle condizioni sociali portate dal lavoro. Marx in quest’opera vuole indurre i lavoratori sottomessi al sistema capitalistico a lottare per i propri diritti di libertà e uguaglianza sociale: questo messaggio è straordinario, detto da quest’uomo che è riuscito a vedere letteralmente nel futuro, visto che la crisi del capitalismo è un argomento attualissimo. Quest’opera mi ha colpito perché personalmente le persone rivoluzionarie e visionarie come Marx mi piacciono molto e sono per me delle fonti di aspirazioni perchè il loro pensiero è diverso da quello delle persone dell’epoca in cui vivono, ed è come se fossero già proiettati nel futuro.
Consiglio questo libro alle persone che, come me, vogliono conoscere il pensiero dei grandi rivoluzionari del passato e prendere da loro spunto per costruire il futuro.
post di Cecilia Sicali, 5 A
Il libro che ho scelto di leggere durante queste vacanze estive è uno dei racconti di Kafka, ‘La Metamorfosi’, un testo molto caro a mio padre, il quale mi ha consigliato per primo di leggerlo. Il racconto narra di una bizzarra trasformazione avvenuta al protagonista del racconto, Gregor Samsa, il quale da semplice ed umile commerciante si è trasformato in un gigantesco scarafaggio. Inizialmente la lettura del libro non è stata particolarmente piacevole, forse perché l’argomento ‘’insetti’’ non mi incuriosiva ed attirava particolarmente. Andando avanti con la breve ma interessante lettura, l’attenzione è aumentata notevolmente, grazie ai numerosi colpi di scena e soprattutto al sorprendente finale.
A colpirmi particolarmente sono
state le ultime pagine del libro, in cui si nota un radicale cambiamento di
comportamento da parte del protagonista e dei suoi familiari, ormai rassegnati
alla triste fine del giovane e senza più alcuna speranza. Questa novità ha
stravolto il mio stesso modo di leggere il racconto, poiché all’inizio la
speranza che la situazione potesse migliorare alimentava la mia voglia di leggere
e di arrivare alla fine della storia, ma in conclusione anche io, come i protagonisti
del racconto, sono stata travolta da una strana angoscia dovuta al finale
triste e malinconico. La morale che ho ricavato da ‘La Metamorfosi’ è una
‘lezione di vita’ un po’ sconfortante ma sicuramente attuale e realistica:
spesso la vita ci mette di fronte degli ostacoli difficili da superare, ed è
nostro dovere renderci conto che in mancanza del lavoro di squadra e dell’ascolto
reciproco è impossibile vincere queste battaglie e ricominciare a stare bene.
Nella mia vita mi è capitato di dover affrontare delle situazioni complicate dalle quali mi sembrava difficile venir fuori; proprio per questo motivo mi sono sentita molto vicina alla condizione del protagonista, isolato perché unico nel suo genere ma comunque amato dai suoi familiari, che come lui si trovavano in difficoltà non riuscendo a comunicare e a trovare una soluzione. Da qui è iniziata la mia riflessione, dettata soprattutto dalla mia esperienza personale, attraverso la quale ho compreso a pieno quanto l’aiuto e l’ascolto siano fondamentali, poiché da soli è impossibile andare avanti e superare i momenti bui, e lo sa bene Gregor Samsa, che nonostante gli sforzi ha perso la sua battaglia ritrovandosi alla fine della storia, a combatterla da solo. Consiglierei questo racconto a chiunque, perché ricco di colpi di scena e soprattutto di diversi punti d’ispirazione per formulare riflessioni personali che possono servire, a mio parere, a superare difficili momenti che la vita può presentarci.
post di Alessandrro Rollo
5 A
Avendo precedentemente letto “Un medico di campagna”, una
raccolta di brevi racconti che mi aveva colpito per lo stile inusuale, la
narrazione apparentemente sconnessa e le ambientazioni surreali, provavo la
curiosità di esplorare altri lavori dell’autore. Sfogliando tra i suoi lavori
più celebri ho trovato “La Metamorfosi.
Essendo vagamente consapevole del profilo dell’autore, ho
ritrovato gli stessi caratteri, l’agonia, l’isolamento e un alone di
enigmaticità. Viene introdotto un personaggio regolare, umile, che è affetto da
una metamorfosi. Non è chiara l’origine di questa metamorfosi; assumere che il
protagonista venga escluso perché “diverso” al livello fisico, è da escludere,
anche perché nel contesto dell’autore questo tema non era affrontato, un’altra
opzione potrebbe essere che il protagonista non è più in grado di sostenere la
famiglia, ma ancora una volta, esso non è chiaro. Il racconto quindi, è
enigmatico; la metamorfosi non è approfondita dall’autore, e da qui, ho
iniziato ad attribuire un significato più personale all’opera. Riconosco in
Gregor due aspetti. Il primo è una sconfitta dell’individualità; il
protagonista è oppresso dalla società, tanto da sentirsi depredato della sua identità. Infatti, Gregor altro non è che una rappresentazione del cittadino medio,
conforme alle norme sociali e schiavo di esse. In secondo luogo, rappresenta il
sacrificio del ceto medio per riscattarsi, al costo però, di dover dedicare
costantemente il suo tempo alla carriera nonostante gli ostacoli: in questo
caso la metamorfosi è una reazione, seguita dalla mancanza di empatia da parte dei familiari nei
momenti difficoltà. Infatti, i genitori di Gregor sono più preoccupati della
propria situazione economica che di Gregor stesso.
L’opera complessivamente è stata di mio gradimento, anche se personalmente avrei preferito carpire meglio il significato dell’ultima parte. Dal punto di vista più tecnico l’opera è abbastanza scorrevole dato il
linguaggio accessibile; nonostante ciò è possibile trovare difficoltà nella
comprensione in quanto i periodi a volte appaiono incompleti e spezzati.
post di Ines Rapisarda
5 A
Ho deciso di leggere un libro di Kafka per due motivi. Sicuramente dopo aver conosciuto la sua storia personale. Kafka infatti apparteneva ad una famiglia ebraica, etnia da sempre perseguitata nella storia, e questo già mi spingeva ad approfondire. Il secondo motivo è stato il riferimento al filosofo studiato quest’anno, Thomas Hobbes ( con la sua formula homo homini lupus): in questo racconto si evince proprio come l’uomo è un lupo per lo stesso uomo, poichè vuole sempre prevalere sugli altri e, come nel caso del testo di Kafka, “ allontanare il diverso”. L’obiettivo dell’autore, ben comprensibile (e questo è il motivo per il quale consiglierei subito questo libro), è quello di invitare il lettore a non giudicare solo dalle apparenze, ma approndire i rapporti con individui diversi. Mi ha sorpreso come all’interno del racconto vengano messi in risalto i problemi che Gregor, ormai trasformato in scarafaggio, ha nel lavoro ed in famiglia, e soprattutto come vengono narrati in maniera molto scorrevole e semplice. Nel finale il protagonista perde la vita dopo aver rinunciato al nutrimento e a causa di una ferita sulla schiena ad opera del padre: segno questo di insofferenza e incomprensione da parte della famiglia nei confronti del figlio. Il finale è la parte che mi è piaciuta meno, poichè dopo il grande racconto ed il grande messaggio che Kafka voleva trasmettere, lo scarafaggio non doveva morire ma, a mio parere, doveva continuare a vivere e combattere tutto e tutti. Il libro diventa ancora più interessante poichè analizza un tema centrale ed attuale. Il protagonista è chi, come lo scarafaggio, per colore di pelle, per diverso pensiero o religione, viene escluso e messo da parte nella società.
post di Martina Cavallaro, 5 A
La metamorfosi” di Franz Kafka è la lettura che ho deciso di intraprendere questa estate, per il titolo che mi aveva colpito particolarmente e grazie al consiglio di mia madre.
Devo ammettere che all’inizio della lettura non sono stata pienamente soddisfatta della mia scelta, soprattutto per come è stato introdotto il tema principale della metamorfosi e probabilmente per le troppe e diverse aspettative che avevo. Ma, proseguendo, mi sono ricreduta e alla fine del racconto credo di aver appreso a pieno il suo significato. Nella società, dove il cambiamento e il diverso cercano di diventare parte integrante, sono numerose le difficoltà che si presentano nel corso della nostra esistenza e pian piano ci si rende conto che in realtà l’unica cosa necessaria è avere una forza tale da credere e contare su noi stessi e nelle nostre capacità. E questo lo viviamo giorno per giorno. Ma non è esattamente ciò che ritroviamo nel libro e che ha vissuto il protagonista, Gregor Samsa, giovane responsabile e sempre disponibile, il quale contribuiva nel suo piccolo aiutando la famiglia, ma che alla fine del racconto, dopo tante e dure “prove” comportate dalla metamorfosi, si ritrova in uno stato di solitudine e sofferenza che lo porta ad abbandonarsi a se stesso e alla morte.
La morte, che accetta come unica via di uscita e liberazione, non solo per se stesso, ma per gli altri, la sua famiglia, perché diventato un peso troppo grande da sopportare. La stessa famiglia che da sempre aveva cercato di aiutare, lo abbandona.
E quando ti lasciano andare anche le persone a te più care ha senso il resto? Questa è una delle domande che mi sono posta a fine lettura. Da sempre cerco di non farmi abbattere dal cambiamento e dagli altri, e forse anche Gregor Samsa all’inizio aveva questa forza e quel briciolo di speranza che lo teneva in piedi, nonostante poi sia crollato tutto.
Un consiglio personale che darei a chi ha voglia di intraprendere questa lettura è quello di non farsi condizionare dalla parte iniziale, secondo me poco chiara, ma di continuare fino alla fine, per poi immedesimarsi nel protagonista rispondendo a tutte quelle domande che spontaneamente ci poniamo ogni giorno.
post di Sveva Scandurra, 5 A
Sono sempre
stata incuriosita da come il nostro inconscio sia in grado di influenzare
pensieri e azioni. Così, dopo aver letto una breve introduzione del libro
“Psicopatologia della vita quotidiana”, sono stata catturata dall'opera. Mi affascina molto il mondo della
psicologia soprattutto poiché ancora a me ignoto e, nonostante l’approccio a
questo libro non sia stato molto semplice, ho potuto apprendere molti aspetti
della nostra psiche.Ho
spesso sentito parlare di lapsus freudiani ma mai avevo capito di cosa si parlasse
realmente, nonostante mi capiti quotidianamente di dimenticare nomi, leggere
parole al posto di altre, sbagliare la pronuncia di certe parole, e certo non avrei prima detto che tutto ciò fosse legato ad operazioni del nostro inconscio. Nei lapsus
che abbiamo durante una conversazione si ha l’influenza di pensieri estranei
all’intenzione che ha provocato il discorso, ma che comunque sono sufficienti per
spiegare il lapsus che si è verificato.Essi talvolta mettono a nudo l’intima
sincerità e diventano un modo di esprimere se stessi. Ciò che mi ha stupito infatti
è stato proprio come Freud, narrando esempi riportati dalla propria esperienza
con suoi pazienti, sia riuscito a capire molto riguardo la loro storia e la
loro personalità dopo aver ascoltato un solo dettaglio dei loro discorsi. Un
altro particolare interessante è dato da come il nostro inconscio sia in grado di
selezionare i ricordi della nostra infanzia: ci capita infatti che nel momento
in cui riaffiorano alla nostra memoria dei ricordi infantili, essi non abbiano
nessuna caratteristica che li renda davvero degni di occupare un posto tra i nostri
ricordi. Eppure Freud ci dimostra come essi, nonostante sembrino inizialmente
inutili, siano in realtà collegati ad eventi ben più importanti.
Dopo la
lettura ciò che mi rimane da pensare è come le nostre azioni non dipendano solo
da ciò che decidiamo di fare ma da ciò che siamo realmente, e nonostante noi
cerchiamo di celare alcuni lati del nostro carattere, essi potranno emergere in un
modo o nell’altro senza che ciò dipenda da noi.
Sono tanti i
lati della nostra mente che ho scoperto ed è per questo che definirei la
lettura di questo libro un vero e proprio viaggio nei luoghi più misteriosi del
nostro Io.
Nonostante
il fascino della lettura, più volte mi è capitato di doverla interrompere a
causa di una mia distrazione: il libro infatti non ne concede alcuna. Il
linguaggio utilizzato non è sempre semplice e, il fatto che la lingua originale
sia il tedesco, nella traduzione non permette una piena comprensione di alcuni esempi riportati. Talvolta risulta anche noiosa
l’elencazione di numerosi esempi molto simili tra loro ma che certamente
servivano all’autore per dare più validità alle sue tesi.
In
conclusione, consiglio il libro a tutti coloro che sono sempre curiosi di sapere
quale sia il motivo di determinate azioni, nonostante non ce ne sia uno
apparente, a coloro che hanno sempre voglia di apprendere e di conoscere se
stessi, prerogativa fondamentale per un approccio con il mondo esterno.