"Il libro è deposito della memoria, antidoto al caos dell'oblio, dove la parola giace, ma insonne, pronta a farsi incontro con passo silenzioso a chi la sollecita.
Amico discretissimo, il libro non è petulante, risponde solo se richiesto, non urge oltre quando gli si chiede una sosta. Colmo di parole, tace"
Giovanni Pozzi, mistico italo-svizzero
Leggere alimenta il pensiero e guida la parola, dandole forma e contenuto. Apre le porte alle emozioni, aiuta a trovare una strada, ricompone ferite sommerse e silenti
Ecco per tutti alcune riflessioni degli studenti sulle letture estive
UOMINI SOLI di Attilio Bolzoni
Attilio Bolzoni, giornalista di “Repubblica”, scrive di mafia dagli anni Settanta e
ha conosciuto molti dei protagonisti dei suoi libri. In questo testo si racconta la
vita di Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, tutti uomini che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la
criminalità organizzata. Le storie ripercorrono gli anni più duri della lotta contro
la mafia della Sicilia; da La Torre, che fu il primo a parlare di “Mafia”, a
Borsellino, che prima della sua morte aveva scoperto l’esistenza di una
trattativa Stato-Mafia. Tutti i protagonisti delle storie sono stati uccisi da Cosa
Nostra e tutti sono stati lasciati soli dallo Stato e, spesso, dal popolo.
Ho scelto di leggere questo libro spinto dalla curiosità verso il tema della lotta
contro le mafie. L’autore nel libro riesce a raccontare la vita degli “uomini soli”
in modo molto dettagliato, riuscendo (la maggior parte delle volte) a rendere
comunque piacevole la lettura. A tratti commovente, è una lettura da
consigliare a chi vuole intraprendere per la prima volta la conoscenza
dell’argomento o a chi la vuole approfondire. Ciò che rimane di più dopo la
lettura del libro è un grande sconforto, accompagnato dalla voglia di cambiare
qualcosa. (Matteo La Rosa, 4 A)
La Metamorfosi di Franz Kafka
“Quando Gregor Samsa una mattina
nel suo letto si svegliò da sogni inquieti, si ritrovò trasformato in un immane
insetto”
Sono proprio queste le prime righe del celebre
racconto di Franz Kafka, uno degli incipit più noti della letteratura del
Novecento. Il periodo non costituisce né una connotazione simbolica, né una
metafora, ma un dato surreale all’interno della dimensione reale. Gregor Samsa
è un commesso viaggiatore, conduce una vita ordinaria, vive con i genitori e la
sorella e rappresenta l’unico membro della famiglia finanziariamente
indipendente, motivo per il quale assume un ruolo decisivo ed impegnativo
all’interno del nucleo familiare. L’apparente quiete e la quotidianità della
famiglia Samsa sono destinate a frantumarsi in una grigia e piovosa mattina
dopo incessanti incubi del giovane Gregor che, al suo risveglio, comprende che i sogni angosciosi, i tormenti notturni e le preoccupazioni sono
diventati realtà. Una metamorfosi narrata all’inizio del racconto, ma che in
realtà potrebbe rappresentare il punto di arrivo di un’esistenza difficile,
grigia e pesante. Sono proprio questi i motivi che mi hanno condotta ad
immergermi nella lettura del racconto; realtà e assurdità narrati
insieme danno vita a questo noto romanzo
L’aspetto che più mi ha sorpresa è il
modo in cui Gregor Samsa vive con estrema naturalezza il suo stato,
un’accettazione ed una naturalezza che non ritroviamo nella famiglia del
giovane, avvolti al contrario da spavento e ripugnanza. Io stessa ho avvertito
una dimensione di lentezza, un progressivo e inarrestabile esaurimento della
volontà di vivere, di cambiare, di trovare una soluzione che riporti la vita del
giovane Gregor alla normalità. Improvvisamente la quotidianità del giovane si
spezza, il suo adesso è un viaggio immobile e statico con unica meta
l’autodissoluzione. Gregor è oramai proiettato in un universo paradossale ed è
consapevole di non possedere più alcuna libertà; la sua camera piena di affetti
personali diventa esilio e tomba. L’elemento che più mi ha colpita è la
filosofia con cui Gregor Samsa affronta questa ripugnante metamorfosi, che sembra
rappresentare insieme colpa e liberazione. Nonostante le terribili fattezze di Gregor,
la sorella Grete Samsa, almeno per un certo periodo, mantiene un rapporto umano
con l’insetto; è lei che riordina la stanza del fratello, gli porta del cibo e
manifesta qualche affettuosa osservazione, riuscendo ad andare oltre
all’orrore, allo spavento e alla diversità prendendosi cura del fratello
nonostante la sua terribile trasformazione.
Sebbene La metamorfosi rappresenti un capolavoro
dello scrittore praghese Kafka, non condivido l’accettazione del giovane Gregor
Samsa della sua condizione ed il prevalere del senso di colpa, l'autodistruzione e
l’assente speranza. L’atteggiamento premuroso della sorella Grete che, subendo
il potere del tempo, muta diventando indifferenza ed intolleranza;
l’insensibilità della famiglia, l’abbandono di un figlio, l’incomprensione,
sono tutti elementi e comportamenti che, a mio avviso, trascinano il lettore in
una pesante angoscia. Io stessa condivido il giudizio negativo che Kafka
ribadisce più volte in alcune lettere riguardo il finale agghiacciante del
racconto: la famiglia Samsa ritrova, dopo la scomparsa di Gregor, un gusto per
la vita, calma ed apparente equilibrio e tranquillità, il tutto adornato da una
disumana indifferenza per la perdita di un familiare.
Un finale definito da
Kafka “illeggibile”. Credo sia un finale privo di sensibilità e tutto il
racconto rappresenta un climax di indifferenza, privo di speranza, un
viaggio che avrebbe condotto alla morte solitaria del giovane costretto a
vivere i suoi ultimi attimi privo d’amore e all’interno del corpo di un
terribile insetto. La Metamorfosi è un racconto breve ma davvero
molto intenso, motivo per il quale consiglierei sicuramente questa lettura a
chi, come me, vuole addentrarsi in qualcosa di “diverso”, riflettendo sul mondo
che ci circonda, i rapporti umani, l’angoscia e il senso del dovere, la società
materialista e consumista in cui viviamo. (Roberta Di Mauro, VC)
Preghiera del mare di Khaled Hosseini
Ho scelto di leggere questo libro perché inizialmente mi ha colpito il titolo e man
mano che lo sfogliavo ho visto delle immagini che mi hanno fatto capire l’argomento
trattato: l’immigrazione, una delle problematiche più gravi che affliggono nel nostro
paese. Il libro mette in risalto il punto di vista di un padre che sta lasciando il
suo paese insieme alla moglie e al figlio.
“Preghiera del mare” è una lettera di un padre che scrive al figlio ed è proprio per
questo che mi ha colpito particolarmente, lasciandomi un mix di rabbia, tristezza e
frustrazione. Per le ingiustizie che queste persone devono subire, per il fatto di
dover mettere in pericolo le loro vite per salvarsi da una condizione già pericolosa.
Oltre a queste sensazioni sono rimasta sorpresa che un libro
apparentemente così
semplice, che alterna immagini e frasi brevi,
mi abbia invece lasciato così tanto, facendomi
riflettere su una realtà di cui sentiamo parlare quasi tutti i giorni ma su cui
spesso sorvoliamo, l’immigrazione con tutti i problemi che comporta;
ma è stato anche spunto di riflessione su quello che può provare un padre per un
figlio, la speranza di riuscire a vederlo fuori da ogni pericolo, il dolore del distacco
dalle origini e la paura di metterlo in altri pericoli.
E’ proprio per tutti questi motivi
che lo consiglierei ad un amico. (Maria Marino, 4 A)
LA
TEORIA DEL TUTTO di STEPHEN HAWKING
Sono
sempre stato un appassionato di fisica, di tutto ciò che la riguarda e, in
particolare, dell’astrofisica. A scuola quest’anno abbiamo studiato, tra le
altre cose, proprio questo ramo della fisica e quindi, quando mi sono trovato
a dover scegliere quale libro leggere durante l’estate, sono stato attratto particolarmente da “La teoria del
tutto” di Stephen Hawking.
Molto
chiaro e dettagliato nelle spiegazioni, Hawking inizia il libro con un excursus
storico riguardo lo studio dell’universo, citando anche diversi filosofi tra cui Aristotele, per poi concluderlo con una serie di sue teorie e ragionamenti che
comprendono principalmente la relatività generale e la meccanica quantistica.
Interessante è come, nei discorsi di Hawking, sia sempre presente l’elemento
metafisico, ovvero l’intervento di Dio all’inizio dell’universo. Tale
intervento, però, non viene messo in discussione, ma si ragiona su come
sia avvenuto.
Questo
libro mi ha sicuramente chiarito le idee su diversi concetti riguardo gli studi
sull’origine dell’universo ma, purtroppo, non sono ancora in grado di capire
alcuni riferimenti a leggi o concetti teorici che non ho ancora studiato. E’
mia intenzione, tuttavia, approfondire tali teorie anche al di fuori dello
studio prettamente scolastico.
Consiglio
questo libro a chiunque sia già arrivato a studiare la meccanica quantistica in
modo che possa capirlo a fondo, ma in generale a qualsiasi appassionato di
astrofisica. “La chiarezza di Hawking
nello spiegare la complessità del cosmo -infatti- è unica. (Gaetano
Grasso, 4 A)
Psicopatologia della vita quotidiana
di Sigmund Freud
Ho deciso di leggere il testo di Freud dal titolo 'Psicopatologia della vita quotidiana' perché mi hanno incuriosito i temi di cui egli tratta. Credo che studiare e approfondire le conoscenze sul funzionamento della mente umana sia molto affascinante: l'approccio psicoanalitico è uno dei più interessanti per farlo.
In questo testo Freud parla, attraverso argomenti scientifici, dei lapsus e dei fenomeni ad essi collegati. Il dato fondamentale è che tali atti avvengono senza una diretta, cosciente intenzione da parte della persona che le compie. Il libro è suddiviso in diversi capitoli: alcuni si concentrano sulla dimenticanza (dei nomi propri, parole straniere e sequenze di parole), un'altra parte è dedicata ai lapsus verbali e a quelli legati alla lettura e alla scrittura; le parti finali sono dedicate alle sbadataggini, agli atti mancati e alla credenza alle superstizioni.
Devo dire che mi ha molto sorpreso scoprire come la nostra mente possa avere un meccanismo di costruzione dei significati come quelli riassunti da Freud secondo l'approccio psicoanalitico. Prendendo, fra i molti, un esempio, quello dall'avvocato che raccontava alcune delle confidenze che i suoi clienti gli raccontavano, egli voleva dire che essi gli riferiscono "i loro più intimi guai", ma quello che realmente disse fu "i loro interminabili guai". Questo lapsus rivela che all'avvocato non faceva spesso piacere ascoltare ciò che i clienti avevano da raccontargli perché gli facevano perdere tempo. L'inconscio del professonista aveva fatto affiorare un contenuto che egli non voleva far sapere intenzionalmente.
Premettendo che il libro mi è molto piaciuto, vorrei segnalare un problema relativo alla traduzione. Il testo originale in tedesco spesso nasconde delle sfumature e dei dettagli che, attraverso la traduzione, perdono un po' la loro pienezza originale. Naturalmente questo è un aspetto che può essere segnalato in diversi altri titoli della letteratura mondiale.
Mi sento di consigliare vivamente la lettura di questo grande classico di Freud: la psicoanalisi è davvero interessante per il sul procedere in questo campo complesso quale è quello della mente (Greta Famà, 5 C)
la follia è sorella infelice della poesia, sa guardare lontano (Brentano)
Hunger Games di Suzanne Collins
“Hunger Games” è un romanzo di
Suzanne Collins. La vicenda si svolge in un futuro post apocalittico nello
stato di Panem. Il governo ha sede a Capitol City, attorno alla quale si
trovano tredici Distretti. Anni prima vi era stata una ribellione dei
Distretti, fallita miseramente. Il governo, per punirli, distrusse il
tredicesimo Distretto e inventò gli Hunger Games.
Ogni anno da ciascun Distretto vengono scelti un ragazzo e una ragazza
che dovranno partecipare a questi Hunger Games, un gioco mortale: dei 24
partecipanti, solo uno sopravviverà e vincerà, uccidendo tutti gli altri
ragazzi. Ho scelto di leggere questo
libro perché’ avevo già visto il film
che mi era piaciuto molto. Durante la cerimonia per scegliere i partecipanti
agli Hunger Games, all’inizio del romanzo, viene estratto il nome di Prim,
sorellina di Katniss, protagonista del romanzo. Mi ha sorpreso il fatto che
Katniss, per salvare la bambina, si offra volontaria al suo posto, dimostrando
la sua forza e il suo coraggio. Ho riscontrato un po’ troppa superficialità nel
descrivere e trattare i personaggi importanti del romanzo. Consiglio Hunger
Games ai ragazzi, perché presenta una lettura molto scorrevole, senza grandi colpi
di scena, ma allo stesso tempo capace di rapirti (Simone Cavallaro 4A)
“Il Manifesto del
Partito Comunista” di Karl Marx
“Proletari di tutti i paesi, unitevi!” (Karl Marx. Il Manifesto del Partito Comunista, 1848)
“Il Manifesto del Partito
Comunista” venne pubblicato a Londra, in
lingua tedesca, nel 1848, da Marx ed Engels. Si tratta di un testo
programmatico, di mobilitazione politica, dunque scritto nella forma di un
programma politico e filosofico, ma acquista maggiore importanza dal punto di
vista storico, dovutamente alla vicenda che ne riguarda la genesi. La
pubblicazione dell'opera coincide infatti con i moti rivoluzionari del ‘48. Di
fronte all’affermazione delle grandi ideologie socialiste e rivoluzionarie di
questo periodo, Marx ed Engels propongono una novità ancora più radicale: essi
si fanno promotori di un nuovo socialismo, quello scientifico, che a differenza
del socialismo utopistico, basato su teorie e principi astratti, ha un solido
fondamento economico e filosofico. Il nucleo centrale sul quale si fonda il
socialismo scientifico, e dunque l'intera opera, consiste nella visione
materialistica della storia, intesa come un continuo susseguirsi di "lotte
di classe".
Nel corso della storia
abbiamo assistito ad una semplificazione dei rapporti sociali creati dallo
stesso lavoro dell'uomo. Se dal rapporto schiavo-padrone siamo passati al
rapporto tra feudatari e servi della gleba medievale, nella società moderna dell'800 i protagonisti rimasti a combattere
questa lotta sono rappresentati da sole due grandi classi: la borghesia e il
proletariato.
Marx inizia la sua analisi
a partire dalla borghesia e ne descrive i meriti e limiti. Marx ammette che la
borghesia, ovvero quella minoranza di persone che detiene la proprietà privata
dei mezzi di produzione, è senza dubbio una classe rivoluzionaria; si è resa
promotore di guerre per ottenere libertà economiche e diritti politici, i
capitalisti borghesi hanno unificato il mondo, hanno creato un mercato globale,
hanno favorito lo sviluppo del commercio, della navigazione e dell'industria. (“La grande industria ha creato il mercato
mondiale, il cui avvento era stato preparato dalla scoperta dell'America. Il
mercato mondiale ha dato uno smisurato impulso allo sviluppo del commercio,
della navigazione, delle comunicazioni terrestri. Tale sviluppo ha a sua volta
retroagito sulla crescita dell'industria”).
Insomma, la borghesia ha
sempre avuto un ruolo rivoluzionario nella storia, ma alla sua ascesa è
corrisposto inevitabilmente lo sviluppo del proletariato, quella massa di
lavoratori salariati che è costretta a lavorare nelle fabbriche per guadagnarsi
da vivere, in quanto i capitalisti, senza i proletari, non avrebbero guadagnato
nulla. L'espansione del capitalismo ha dunque causato la proletarizzazione
universale, ovvero la trasformazione in proletari di tutti coloro che non
appartengono alla borghesia. Secondo Marx, pertanto, la sconfitta della
borghesia e la vittoria del proletariato sono inevitabili, poiché più cresce la
forza della borghesia più essa deve sfruttare per mantenersi, dunque cresce
anche il suo antagonista. La borghesia, scrive Marx, ha creato i suoi stessi “becchini”,
i suoi “seppellitori”. (“La borghesia non
ha solo forgiato le armi che la uccidono; ha anche prodotto gli uomini che
imbracceranno queste armi: i lavoratori moderni, i proletari”).
Al proletariato spetta infatti
il compito di impadronirsi del potere politico, abolire il capitalismo,
realizzando così la missione storica dell’emancipazione umana, dunque della liberazione
dell'uomo dall'alienazione portata dal lavoro. L'obiettivo dell'opera è dunque
quello di indurre il proletariato ad abbracciare la missione di “seppellitore”
del moderno mondo borghese. (“Con lo
sviluppo della grande industria viene dunque sottratta sotto i piedi della
borghesia la base stessa su cui essa produce e si appropria dei prodotti. Essa
produce soprattutto i suoi propri becchini. Il suo tramonto e la vittoria del
proletariato sono ugualmente inevitabili”).
Nella lotta di classe, le
classi oppresse devono perciò muoversi per riassumere libertà e dignità.
“Il Manifesto del Partito
Comunista” è un'opera che consiglio davvero a tutti, un’opera che mi ha
particolarmente affascinato per la sua attualità e lungimiranza, un'opera
valida anche e soprattutto oggi, quando, a quasi 200 anni dalla sua
pubblicazione, la crisi capitalistica e la condizione di miseria per milioni di
giovani e di lavoratori, hanno reso attuale la questione del socialismo. Sono
molto soddisfatta della scelta di quest’opera, e mi auguro di poter
approfondire l’argomento nel corso di quest’anno scolastico ( Daniela Nizeti Panebianco, 5C)