logo

logo

sabato 29 novembre 2014

l'uomo è ciò che mangia

Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate, 1885



 De Aardappeleters
olio su tela
cm 82 x 114
1885
Museo Van Gogh di Amsterdam

La scena è ambientata in una casa poverissima e al suo interno la luce fioca di una lampada a petrolio illumina solo una parte della stanza e dei personaggi seduti intorno al tavolo. Citazioni di un fiammingo secentesco. Il gruppo di persone, contadini e non minatori, è composto da cinque persone intente a consumare un pasto frugale a base di patate. Tra loro di spalle vi è anche una bimba, avvolta da un alone che sembra darle un effetto controluce. Malgrado la loro condizione di indigenza e la difficoltà nell’affrontare le fatiche, le privazioni e le sofferenze della loro vita quotidiana mantengono nei gesti e negli sguardi reciproci un rispetto inaspettato ed esprimono una dignità che li unisce rafforzandoli nella misera che condividono. 
E’ visibile la partecipazione affettiva di Vincent nella spiritualità che ritrae dei personaggi e la religiosità con cui essi consumano il pasto faticosamente guadagnato con il duro lavoro della terra. Ed è visibile il valore intrinseco della casa e della famiglia ove i gesti e le povere cose divengono importanti e degne.

 "L’uomo è ciò che mangia diceva Feuerbach. Ma qui non siamo in una prospettiva solo materialistica. Nella rappresentazione della famiglia dei mangiatori di patate siamo infatti in un’atmosfera profondamente umana, una sintesi tra materia e spirito, che coinvolge non solo tutti i sensi con la forma, il colore, il tatto, ma anche i sentimenti in un’atmosfera di comunione quasi tattile. Si sente la comunione con la terra, con il corpo e tra persone che hanno la stessa esistenza, che affrontano la stessa vita, condivisa ed accettata, con umiltà, ma con consapevole dignità, anche se con atteggiamento differente. Alle ingenue aspettative, espresse dallo sguardo spalancato della giovane donna al centro della famiglia, fa da contrappunto la rassegnazione al proprio destino della donna più anziana, che versa il caffè, rifugiandosi quasi in un suo rito. 

I mangiatori di patate quindi hanno la stessa storia e condividono lo stesso destino. 
La fanciulla di spalle non si vede; forse perché non ha ancora sul volto e sulle mani i segni del proprio lavoro, ma si indovina che ha lo stesso destino degli altri, quel destino che lei vede riflesso nella comunione familiare dei mangiatori di patate, alla luce fioca, umile, ma viva della lampada".                                   Giuseppe Tarditi


Il riferimento a Feuerbach (morto nel 1872, pochi anni prima dunque), a partire dall'opera di Van Gogh, è pertinente: 

la vita di ciascuno di noi matura nel contesto di appartenenza e l'alimentazione ha un ruolo fondamentale nello sviluppo armonico della personalità. Non si tratta di puro materialismo. Inoltre Feuerbach può essere definito un buon profeta delle odierne conoscenze scientifiche. Oggi questa "teoria degli alimenti"è infatti confermata dalla ricerca biomedica e conduce alla nutrigenomica: esiste un rapporto stretto tra le abitudini alimentari e l'insorgenza o meno di patologie, sia fisiche che psicologiche.

Va anche messa in evidenza, in entrambi gli autori, l'idea che il lavoro segni l'esistenza degli uomini, tanto da definirne ruoli sociali, stato di benessere o di sfruttamento, povertà o ricchezza.

Quest'ultimo aspetto, messo a fuoco da Feuerbach nella sua riflessione psicofisica,  rappresenterà il trait d'union tra Hegel e Marx

Nessun commento:

Posta un commento

scrivi qui il tuo commento, sarà visibile dopo l'approvazione