post di Martina Moschella
Un fascino a dir poco coinvolgente. Se impegnassimo un'intera vita a guardarci dentro non riusciremmo mai a finire di scoprire cose nuove di noi stessi, figuriamoci se volessimo scoprire cosa cela lo sguardo di un'altra persona.
Occhi vividi e lucenti o spenti e tristi possono nascondere gioia o dolore ma anche altre mille sfumature di emozioni mutabili nel tempo e nello spazio.
Noi stessi siamo estremamente mutabili nelle parti più semplici che ci compongono quindi perché non dovrebbero esserlo le nostre emozioni?
L'ambito delle emozioni che comprende la coscienza e la rappresentazione figurata di esse è quanto di più variabile esista. È un sistema perfetto e in perfetto equilibrio. Basterebbe un nonnulla a causare un "corto circuito". Solo che qui le "scintille" possono seriamente compromettere gli ambiti più intimi della personalità.
Ci siamo mai chiesti a cosa sia dovuta l'ambizione o la possibilità di prestare attenzione in modo prolungato ad una persona che ci parla?
Non c'è nulla da dire, non finirò mai di stupirmi per quanta perfezione ci sia nel nostro corpo, una macchina perfetta!
Se poi pensiamo di essere persino capaci di collaborare, di unire le forze fisiche e mentali possiamo spiegarci il perché la selezione naturale ci abbia donato il privilegio di emergere tra tutti gli altri esseri viventi per cultura e abilità mentali!
Ma quanta cattiveria esiste! Anche se non ci si può stupire perché proprio come esistono le persone meravigliosamente buone e bendisposte ad aiutare il prossimo, esistono anche i connotati negativi dell'essere come la cattiveria, la pazzia, che si distribuiscono in maniera più o meno preponderante in ognuno di noi per emergere complessivamente nella nostra personalità. Ci si spiega come una tale vastità di modalità sia necessaria per apprezzare ciò che si è.
Reprimere le emozioni per paura di non piacere agli altri? E soprattutto perché gli altri (che non è assolutamente detto che siano migliori di noi) potrebbero permettersi di giudicare!
Diffidate sempre di chi si pone ad un livello gerarchicamente più elevato perché di base tutti abbiamo le stesse possibilità di evolvere una cultura o una coscienza moralmente accettabile. Tutto dipende dalla naturale propensione verso un tipo o l'altro di cultura morale.
Quindi la legge morale non è innata ma si apprende?
In parte forse, ma di certo la nostra interna predisposizione ad apprendere fa la differenza tra un uomo e un altro, differenza tra un uomo e un altro, differenza che non può essere intesa qualitativamente parlando come essere migliore o peggiore.
Essere diversi è il dono migliore che potevamo ricevere. Intrinseca possibilità di trovare un completamento fuori di sé rispecchiando gli occhi, il cuore e l'anima di qualcun altro.
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