"(...)Nonché consolarci, la teoria del migliore dei mondi possibili è disperante per i filosofi che l’accolgono. Il problema del bene e del male resta, per coloro che cercano in buona fede di chiarirlo, un caos insondabile; per coloro che amano disputare è un gioco intellettuale: sono dei forzati che giocano con le loro catene. Quanto alle persone del volgo, che non pensano, esse sono abbastanza simili a quei pesci che vengon fatti passare da un fiume in un vivaio: non sospettano di trovarsi là soltanto per esser mangiati in quaresima. Cosí noi, con le nostre sole forze, nulla sappiamo intorno alle cause del nostro destino. Mettiamo dunque alla fine di quasi tutti i capitoli della nostra metafisica le due lettere dei giudici romani, quando non riuscivano a intendere una causa: N. L., “non liquet”, la cosa non è chiara."
(E. Chiari, Voltaire e il concetto di filosofia nel pensiero moderno, G. D’Anna, Messina-Firenze, 1981, pagg. 384-385)
Vittorio Mathieu
Il migliore dei mondi possibili
di Leibniz
razionalismo e finalismo
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