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venerdì 10 marzo 2017

tre modi di essere donna in Israele, un film presto nelle sale



segnalato da Innocenzo Grimaldi



Un'opera prima che si colloca nell'asse ereditario di Sognando Beckham e Caramel, una storia d'amicizia e una riflessione sull'indipendenza femminile in un contesto lacerato da forti e profondi contrasti
 
Nella Tel Aviv metropolitana che ribolle di cultura underground, vivono tre amiche divise dalle pulsioni e rese gemelle dalla necessità di essere forti. Più forti di chi le tradisce, le giudica o le umilia.

Leila, Salma e Nour rappresentano tre modi di essere donna in Israele
Libero, Conservatore e Indipendente ma attento alle regole.





il film:


Libere disobbedienti innamorate racconta le vicende di tre ragazze che dividono un appartamento a Manshiyya, il quartiere yemenita di Tel Aviv, le dinamiche delle loro relazioni e in particolare il dualismo nel quale si muovono, fra progressismo e conservatorismo, fra uomini e donne, fra il villaggio d'origine, la famiglia e una grande città caratterizzata dal fermento della cultura underground ("come se fossero gli anni Sessanta del mondo arabo", dice la regista). 

Tre amiche divise dalle pulsioni e rese simili dalla voglia di essere più forti di chi le tradisce, di chi le giudica, di chi le umilia. 

la regista:

Trentacinque anni, figlia di genitori comunisti, Maysaloun Hamoud è cresciuta a Be'er Sheva, ha studiato a Gerusalemme e poi a Jaffa, dove ha frequentato i corsi di cinema della Minshar School of Art. "La mia formazione va da Emile Habibi a Marx, dalle manifestazione del Primo Maggio alla visual art della cartoonist Naji al-Ali" commenta la regista, che con questo film (il suo esordio nel lungometraggio dopo i corti Shades of light del 2009, Scent of morning del 2010 e Salma del 2012) ha provato a scattare la foto di una generazione, la sua, quella "che ha iniziato ad avvicinarsi alla politica dall'ottobre del 2000 e dalla seconda Intifada, che ha accolto le istanze non solo sul piano della politica nazionale ma anche sul fronte sociale e femminista, quella stessa generazione arrivata a maturazione con la Primavera araba del 2011". 

"Ho cercato di raccontare il prezzo che queste ragazze devono pagare - continua Hamoud -  per una condizione che normalmente può apparire scontata: la libertà di lavorare, fare festa, fare l'amore, scegliere. Laila, Salma e Nour scelgono, appunto, di non voltarsi a guardare indietro anche se il loro viaggio verso il futuro è lontano da qualunque certezza". 

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