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giovedì 23 febbraio 2017

il mito della caverna e i suoi significati




[...]Rifletti ora anche su quest’altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all’improvviso dal sole? – 
Sí, certo, rispose. – E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l’abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose. [...] 

Platone, La Repubblica


libertà, conoscenza, solidarietà, giustizia, educazione, arte


sono solo alcuni dei temi che questo mito invita a trattare





6 commenti:

  1. Sulla giustizia
    All'interno del mito della caverna la sete di giustizia viene rappresentata dalle azioni del prigioniero, paragonate a quelle di Socrate.
    Egli, infatti, si libera dalle catene dell'ignoranza per raggiungere la conoscenza e la verità nel mondo reale.
    Tuttavia il prigioniero, dopo aver scoperto la bellezza del bene del mondo esterno alla caverna, torna al suo interno per liberare anche i suoi compagni.
    E, così come era accaduto a Socrate, egli viene giudicato ingiustamente, condannato e ucciso. Ritornare alla caverna significa porre ciò che si è visto a disposizione della comunità, affinchè non si abbia solo una giustizia personale, ma una giustizia politica: infatti il prigioniero, così come Socrate, condivide la verità con tutta la comunità, in modo da non favorire discriminazioni.
    Andrea Milo, Giovanni Emanuele, Miriam Cavallaro, Fabrizio Vitale.

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  2. Sulla conoscenza.
    Nel mito della caverna viene presentato da Platone il dualismo gnoseologico con i due gradi della conoscenza: sensibile e intellegibile.
    Nel mito le diverse fasi vengono spiegate attraverso delle metafore e in maniera graduale, per sottolineare il processo discorsivo della conoscenza, che procede per tappe. Si inizia dall'immaginazione, si procede verso la credenza per poi passare dalle idee matematiche a quelle filosofiche. Le catene rappresentano lo stato di ignoranza che bisogna rompere per raggiungere la verità. L'immaginazione viene spiegata tramite le ombre delle statuette che rappresentano il mondo delle cose, la credenza è indicata dalle stesse statuette. Uscendo dalla caverna il prigioniero si avvicina al mondo delle idee; in quanto abbagliato dalla luce del sole è costretto a guardare le cose tramite le pozzanghere. Questa vista rappresenta il grado delle idee matematiche, che appartengono al mondo della conoscenza intellegibile. L'ultimo grado, quello successivo, è quello delle "cose reali", che il prigioniero riesce a vedere direttamente, e rappresentano il grado delle idee filosofiche. Questo mito può essere classificato come "filosofico", in quanto serve a chiarire un'idea attraverso immagini ed emozioni suggestive.

    Claudio Paternò, Lorenza Cafarelli, Lorenzo Sgroi, Rosi Di Dio

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  3. Sulla libertà
    Nel mito della caverna l'aspirazione alla libertà rappresenta un aspetto importante. Si racconta in questo mito di uomini che vivevano in una caverna, incatenati sin da bambini. Un giorno uno di questi, dopo tanti tentativi, riesce a liberarsi e a scoprire, passo dopo passo, il sentiero per la conoscenza. Dietro questo mito si presentano vari significati: le catene, ad esempio, rappresentano l'ignoranza, le passioni e i pregiudizi che ci inchiodano a questa vita, mentre la liberazione da tali catene simboleggia l'inizio di un percorso che ci conduce verso il bene, che non è soltanto individuale ma anche comune, come viene raccontato da Platone: il prigioniero infatti torna nella caverna perché spinto dal desiderio di liberare i suoi compagni ancora incatenati. Inoltre emerge il paragone tra il prigioniero e la figura di Socrate che aveva come obiettivo fare uscire gli uomini dalla propria ignoranza e per questo motivo è stato ingiustamente condannato a morte da chi è rimasto legato alla credenza e ai pregiudizi.

    Gaetano Lombardo, Samuele Patané, Marinella Privitera, Luca Zinna

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  4. Sull'arte
    Secondo Platone l'arte rappresenta la prima forma di conoscenza, punto di partenza per raggiungere le idee e il Bene. L'arte, essendo riproduzione di un oggetto che a sua volta è copia di un'idea, si può definire come l'imitazione di una imitazione. Inoltre l'arte, in quanto costituita essenzialmente da immagini , possiede il valore conoscitivo più basso. Nel mito della caverna è riconducibile alle ombre proiettate sulla parete, l'unica cosa che i prigionieri possono vedere. Per il prigioniero che si libera, le ombre, e quindi l'arte, sono tuttavia utili perché rappresentano l'inizio della via che porterà alla conoscenza del Bene.


    Andrea Barbarino, Alessandro Lizzio, Edoardo Zappalà, Francesco Sciacca

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  5. Sulla solidarietà
    Il concetto di solidarietà scaturisce dal mito della caverna attraverso la figura del prigioniero che,una volta liberatosi dalle catene, uscito dalla caverna e conosciuta l'idea del Bene, ritorna dentro perché sente il bisogno di aiutare i suoi compagni rimasti incatenati. Platone presenta la solidarietà come bisogno del bene comune tralasciando il benessere individuale (egoismo).
    Tuttavia ciò è avvenuto in modo graduale: in fondo alla caverna il prigioniero si libera dalle catene dell'egoismo ma è ancora influenzato da esso tanto che continua il suo percorso non curandosi dei compagni, scoprendo le statuine e il fuoco. Uscito dalla caverna scopre le idee matematiche che lo cambiano preparandolo alla luce del sole, alla luce del Bene che lo illumina e che cancella il sentimento egoistico lasciando spazio all'essere solidale. Da qui rientra nella caverna amante del bene comune e non unicamente del proprio bene.

    Barbiero Davide, D'Amico Miriam, Longo Andrea

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  6. Sull'educazione.
    Dal mito della caverna di Platone, possiamo trarre un significato pedagogico; sin da bambino, l'uomo affronta un percorso educativo, in base alla propria natura. Se il bambino era di natura bronzea, veniva indirizzato al lavoro del padre, se invece era di natura argentea o aurea, seguiva lo studio riguardante inizialmente musica e arte, poi fisica e astronomia, matematica e geometria ed infine filosofia. Nel mito della caverna l'uomo incatenato, costretto a guardare davanti a sé, e che in seguito riesce a liberarsi da queste catene quindi è libero di uscire dalla caverna, indica anche il percorso di studi, o educativo, che l'uomo affronta nella vita. Così attraverso l'educazione, riesce a raggiungere la conoscenza, dunque la verità. Inoltre l'immagine dell'uomo che ritorna successivamente nella caverna, indica il maestro che aiuta gli altri a liberarsi dalle catene dell'ignoranza per conoscere la verità.

    Novellini Mariaconcetta
    Puglisi Alice
    Vasta Marika

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