Secondo Horkheimer e Adorno, teorici della Scuola di Francoforte, lo sviluppo di
una razionalità di tipo tecnico-strumentale ha permesso all’uomo, obbediente al
motto baconiano “sapere è potere”, di liberarsi dalla soggezione ai fenomeni
naturali e di progredire nelle condizioni materiali di vita.
Il frutto di tale
progresso, tuttavia, è una drammatica alienazione dell’uomo nei confronti della
natura stessa e dei propri simili, nella misura in cui non è più possibile un
rapporto uomo-natura o uomo-uomo che non sia all’insegna del dominio.
L’illuminismo,
nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre
l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni.
Ma la terra
interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura.[1]
M. Horkheimer, T. W. Adorno, Dialettica
dell’illuminismo, Einaudi, Torino 1997 p. 12.
Magnus Zeller, Lo stato totalitario, 1938 Berlino |
L'analisi è centrata
sulla società industriale avanzata, in cui l'apparato tecnico di produzione e
di distribuzione (con un settore sempre più ampio in cui predomina l'automazione)
funziona non come la somma di semplici strumenti, che possono essere isolati
dai loro effetti sociali e politici, ma piuttosto come un sistema che determina
a priori il prodotto dell'apparato non meno che le operazioni necessarie per
alimentarlo ed espanderlo. In questa società l'apparato produttivo tende a
diventare totalitario nella misura in cui determina non soltanto le
occupazioni, le abilità e gli
atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali. In tal modo esso
dissolve l'opposizione tra esistenza privata ed esistenza pubblica, tra i bisogni
individuali e quelli sociali.
La tecnologia serve per istituire nuove forme di
controllo sociale e di coesione sociale, più efficaci e più piacevoli.
La tendenza
totalitaria di questi controlli sembra affermarsi in un altro senso ancora -
diffondendosi nelle aree meno sviluppate e persino nelle aree preindustriali
del mondo,
creando aspetti
simili nello sviluppo del capitalismo e del comunismo.
Di fronte ai
tratti totalitari di questa società, la nozione tradizionale della
«neutralità» della tecnologia non può più essere sostenuta. La tecnologia come
tale non può essere isolata dall'uso cui è adibita; la società tecnologica è
un sistema di dominio che prende ad operare sin dal momento in cui le tecniche
sono concepite ed elaborate.
Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione, 1964
Secondo Andy Warhol, uno dei più grandi esponenti della Pop art ,l'arte veniva "consumata" come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Egli riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala
L'arte ha perso la sua "aura"
Andy Warhol, Marilyn Monroe, 1967 |
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