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giovedì 10 aprile 2014

la trionfale sventura






Secondo Horkheimer e Adorno, teorici della Scuola di Francoforte, lo sviluppo di una razionalità di tipo tecnico-strumentale ha permesso all’uomo, obbediente al motto baconiano “sapere è potere”, di liberarsi dalla soggezione ai fenomeni naturali e di progredire nelle condizioni materiali di vita. 

Il frutto di tale progresso, tuttavia, è una drammatica alienazione dell’uomo nei confronti della natura stessa e dei propri simili, nella misura in cui non è più possibile un rapporto uomo-natura o uomo-uomo che non sia all’insegna del dominio.




L’illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. 

Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura.[1]



[1]
M. Horkheimer, T. W. Adorno, Dialettica dell’illuminismo, Einaudi, Torino 1997 p. 12.


Magnus Zeller, Lo stato totalitario, 1938 Berlino



L'analisi è centrata sulla società industriale avanzata, in cui l'apparato tecnico di produzione e di distribuzione (con un settore sempre più ampio in cui predomina l'au­tomazione) funziona non come la somma di semplici stru­menti, che possono essere isolati dai loro effetti sociali e politici, ma piuttosto come un sistema che determina a priori il prodotto dell'apparato non meno che le operazio­ni necessarie per alimentarlo ed espanderlo. In questa so­cietà l'apparato produttivo tende a diventare totalitario  nella misura in cui determina non soltanto le occupazioni,  le abilità e gli atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali. In tal modo esso  dissolve l'opposizione tra esistenza privata ed esistenza pubblica, tra i bisogni individuali e quelli sociali. 
La tec­nologia serve per istituire nuove forme di controllo socia­le e di coesione sociale, più efficaci e più piacevoli. 
La ten­denza totalitaria di questi controlli sembra affermarsi in un altro senso ancora - diffondendosi nelle aree meno svi­luppate e persino nelle aree preindustriali del mondo, 
creando aspetti simili nello sviluppo del capitalismo e del co­munismo.

Di fronte ai tratti totalitari di questa società, la nozio­ne tradizionale della «neutralità» della tecnologia non può più essere sostenuta. La tecnologia come tale non può essere isolata dall'uso cui è adibita; la società tecno­logica è un sistema di dominio che prende ad operare sin dal momento in cui le tecniche sono concepite ed elabo­rate.


Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione, 1964


Secondo Andy Warhol, uno dei più grandi esponenti della Pop art ,l'arte veniva  "consumata" come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Egli  riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala
L'arte ha perso la sua "aura"

Andy Warhol, Marilyn Monroe, 1967






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