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domenica 30 agosto 2020

essere senza destino



 post di Denis Impieri

classe 5 A

Nel corso di questa estate ho letto il libro dell’autore ungherese  Imre Kertész Essere senza destino, nel quale viene descritta la sua tragica esperienza nei campi di concentramento all’età di 15 anni. La curiosità nel leggere questo libro è nata dal fatto di poter conoscere e approfondire le dinamiche e gli avvenimenti che gli ebrei hanno dovuto sopportare e subire in quello che poi, l’Olocausto, è diventato l’evento più straziante e terrificante che ancora continuiamo a ricordare per evitare di cadere in quell’errore che ha portato la morte di milioni di persone, attraverso  sottomissioni e  umiliazioni fuori da ogni logica. Leggendo il romanzo si riesce a capire sin dalle prime pagine la realtà  come viene proposta da un ragazzo di 15 anni che ha dovuto affrontare la vita così come gli è stata data, senza avere alcuna possibilità di riscatto o un motivo che giustificasse tutto quello che accadeva. Una tra le cose che mi hanno sorpreso di più è stata la sua volontà e determinazione nell’affrontare le circostanze e nel vivere tutto come se fosse “naturale”. Questa parola, naturale, inizialmente avevo difficoltà a comprenderla, perché era posta in qualsiasi nuova esperienza del ragazzo come: “è naturale che tutti quelli con la stella gialla devono andare in un campo di lavoro” ma ho poi capito che per  naturale egli intendeva ciò che all’epoca veniva presentato come qualcosa di comune e giusto. Il romanzo sicuramente mi ha lasciato con diversi interrogativi sui motivi che hanno portato a compiere azioni spregevoli su una “razza ritenuta inferiore”, ma che comunque erano e rimanevano degli esseri umani. Ho letto il romanzo  con particolare attenzione e non trovo qualcosa che non mi sia piaciuto. Per questo lo consiglio, per poter sensibilizzare tutti i ragazzi soprattutto in questi ultimi anni, poichè i telegiornali ci consegnano notizie atroci sugli errori umani che ancora attraversano il mondo e le nostre vite e coinvolgono spesso molti miei coetanei.

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