Al rientro dalla prima giornata del convegno di studi
ancora in corso a Linguaglossa, in attesa di procedere con analisi e riflessioni attraverso gli spunti che i relatori ci hanno offerto
dedichiamo questo post a
Pier Paolo Pasolini
poeta, scrittore e regista italiano, 1922-1975
All'alba del 2 novembre 1975, Pasolini è trovato ucciso in uno spiazzo sabbioso nei pressi di Fiumicino, su uno sfondo di baracche e rifiuti. Il giorno prima ha appena rilasciato la sua ultima intervista per Tuttolibri a Furio Colombo, in cui già presagisce la sua morte.
Personaggio scomodo, Pasolini è un profeta contro l'omologazione. Nel sessantotto prende le difesa dei poliziotti a Villa Giulia, lancia tesi "scandalose" quali l'abolizione della scuola e della televisione degenerata, si schiera contro l'aborto.
«Scrittore vero, capace di ascoltare il suo tempo, di coglierne l'essenza più profonda e nascosta»
così conclude Curzio Maltese in Pasolini, uno sconosciuto morto trent'anni fa su Venerdì di Repubblica.
«Il suo dramma è stata la solitaria capacità di guardare quello che agli altri scivolava sotto gli occhi, di dover assistere alla scomparsa di un mondo e di un popolo non più necessari al gelido calcolo della produzione. Una grandezza e una ricchezza perduta per sempre...»
Profezia
di Pier Paolo Pasolini |
A Jean Paul Sartre, che mi ha raccontato
la storia di Alì dagli Occhi Azzurri.
Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci,
asiatici, e di camice americane.
Subito i Calabresi diranno,
come malandrini a malandrini:
"Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!"
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica,
voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implo- rare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie...
... deponendo l'onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l'onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì
dagli occhi azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere —
usciranno dal fondo del mare per aggredire — scenderanno
dall'alto del cielo per derubare — e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare ad essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
— distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento...
da Il libro delle croci, 1964
Versi di incredibile attualità che anticipano la storia dell'immigrazione quando da noi si pensava solo ad emigrare, a lasciare l'Italia in cerca di fortuna.
Pasolini riusciva a guardare oltre, e il Mediterraneo gli consegnava un destino, quello dei più deboli, dei miseri in cerca di una casa, di una speranza di vita.
“Essi” insegnano “ai compagni operai la gioia della vita”, “ai borghesi la gioia della libertà”, “ai cristiani la gioia della morte”. Il finale unisce il “dolce Papa dal misterioso paterno testone campagnolo” e Trotzky, il bolscevico “industrialista”, ma anche simbolo dell’eresia.
Questa profezia ricorda il titolo famoso che Carlo Levi ha dato ad un suo libro di viaggio in Urss, Il futuro ha un cuore antico, ma accomuna Pasolini in modo sorprendente anche ad un altro grande pensatore marxista eretico, Walter Benjamin.
Da origini e da sponde completamente diverse, il pensiero di Benjamin era giunto a due tesi, intorno alle quali ruota il suo pensiero:
non c’è rivoluzione senza un “nucleo ardente teologico” e, rovesciando il “prospettivismo” marxista-leninista, “il compito principale della rivoluzione comunista consiste nella liberazione del passato”
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