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sabato 22 ottobre 2016

l'archè, il principio del principio



La maggior parte di coloro che primi filosofarono pensarono che principi di tutte le cose fossero solo quelli materiali. Infatti essi affermano che ciò di cui tutti gli esseri sono costituiti e ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo, è elemento ed è principio degli esseri, in quanto è una realtà che permane identica pur nel trasmutarsi delle sue affezioni. 

E, per questa ragione, essi credono che nulla si generi e che nulla si distrugga, dal momento che una tale realtà si conserva sempre. E come non diciamo che Socrate si genera in senso assoluto quando diviene bello o musico, né diciamo che perisce quando perde questi modi di essere, per il fatto che il sostrato – ossia Socrate stesso – continua ad esistere, così dobbiamo dire che non si corrompe, in senso assoluto, nessuna delle altre cose:

 infatti, deve esserci qualche realtà naturale (o una sola o più di una) dalla quale derivano tutte le altre cose, mentre essa continua ad esistere immutata..

Aristotele, Metafisica

9 commenti:

  1. A differenza di Talete e Anassimene, che ritrovano l'archè rispettivamente nell'acqua e nell'aria, Anassimandro trova il principio del mondo non più in elementi naturali e riconoscibili attraverso i sensi, ma in qualcosa di astratto, in un'unità invisibile e indeterminata chiamata àpeiron. Quest'ultimo è il principio dal quale tutte le cose hanno origine e nel quale tornano a dissolversi una volta concluso il ciclo stavilito per esse. Per Anassimandro la giustizia è ritornare all'unità, mentre l'ingiustizia la divisione del molteplice. Se per Anassimene l'archè costituisce negli animali il respiro e quindi la vita, per Anassimandro l'àpeiron non crea le cose, ma è ciò dal quale le cose provengono.
    -Rosi Di Dio
    -Lorenza Cafarelli

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  2. Secondo Eraclito vi è una contrapposizione tra filosofi (ovvero coloro che cercano la verità) e gli uomini comuni (ovvero coloro che vivono nell'errore). Egli definisce i primi come "svegli" perchè usano il lògos e arrivano alla verità e gli altri come "dormienti, perché vivono nell'illusione. Concepisce il mondo come un fiume che scorre all'infinito (Panta rei) e quindi tutto ciò che avviene non torna più; per questo Eraclito viene definito come oscuro e nostalgico. Ma da cosa viene concepito il "panta rei"? Esso segue la legge universale, il lògos, che rappresenta l'unità da cui nascono gli opposti, ovvero la molteplicità. A differenza di Pitagora, però, egli crede che l'ordine derivi dalla costante lotta tra i contrari. Infine Eraclito crede che le sensazioni siano veritative, cioè portino alla verità delle cose.

    Davide Barbiero
    Luca Zinna

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  3. Eraclito divide gli uomini in due categorie: svegli e dormienti. Gli svegli sono coloro che, utilizzando il logos, capiscono e ragionano sul principio delle cose. I dormienti invece non hanno la percezione di ciò di cui si sta trattando, pur ascoltando le parole dell'altro. Essi sono immersi in un sonno della mente e per questo motivo non riescono a capire e comprendere.

    Marinella Privitera
    Marika Vasta

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  4. I Pitagorici affermano che la Terra gira intorno al Sole,ipotizzando che fosse sferica.Questa idea è in contrasto con quanto detto da Anassimandro in precedenza,ovvero che la Terra è di forma cilindrica e si trova al centro dell'Universo e,poiché è ad uguali distanze da ogni parte dell'Universo,non è sollecitata dagli altri astri a muoversi.



    Mariaconcetta Novellini
    Alice Puglisi

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  5. Secondo i pitagorici l'archè,ovvero il principio di tutte le cose, è il numero.Quest'ultimo è caratterizzato da due elementi: il pari e il dispari. Il primo elemento corrisponde al male poiché rappresenta una dimensione infinita; il secondo elemento, al contrario, corrisponde al bene poiché rappresenta il limite, il definito. Vi è inoltre un elemento che rappresenta l'unità: è il numero uno, definito parimpari, poiché da lui derivano il pari e il dispari. Questi ultimi due elementi fanno parte delle dieci opposizioni che, al contrario di come si possa pensare, portano all'armonia con la loro dualità.

    Lombardo Gaetano
    D'Amico Miriam

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  6. Nei frammenti dell'opera "Polemos" di Eraclito, è presente il conflitto tra i contrari, dove secondo il filosofo gli opposti in quanto tali lottano fra di loro, poichè uno vive la morte dell'altro come l'altro "muore" la vita del primo.
    Questo ci porta a capire che gli opposti non possono stare l'uno senza l'altro.
    In queste righe nello specifico si analizza il concetto che tutto quanto ha vita ed è legato alla Polemos.
    Il logos infatti, è identificato con la guerra, che è padre di tutte le cose ed è comune a tutto.
    Possiamo quindi definire il concetto di armonia come questa lotta fra i contrari, senza la quale non ci sarebbe l'ordine, bensì il caos.

    Sciacca Francesco
    Lizzio Alessandro

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  7. ERACLITO:LA TEORIA DEL DIVENIRE
    Significato del messaggio:Con questo aforisma Eraclito espone la sua teoria del divenire:panta rei,tutto scorre.In questo frammento egli porta l'esempio del fiume nel quale non scenderemo mai due volte in quanto diverse saranno le acque,come diversi saremo noi.Inoltre in questo testo è inserita la teoria dei contrari perché noi che scendiamo in un fiume nel contempo non scendiamo,così come ogni cosa è e nel contempo non è.
    L'archè:Per Eraclito il principio di tutte le cose,quindi l'Archè,è il fuoco che rappresenta un'energia in perpetua trasformazione ed Eraclito sostiene che ogni cosa è l'opposto dell'altra,quindi vive sulla morte dell'altra.Nel caso del fuoco,il contrasto è rappresentato dalla "via all'in giù" (il fuoco condensandosi diventa acqua e poi terra) e dalla "via all'in su" (la terra rarefacendosi si fa acqua e poi fuoco).

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  8. Talete, probabilmente, non lasciò scritti filosofici, ma grazie ad Aristotele conosciamo la sua dottrina fondamentale (l' archè), in cui dice che il principio di tutto, l'acqua, in quanto sostanza, sostiene tutto.
    Infatti affermò che la Terra sta sopra l'acqua e che quest' ultima è il nutrimento di tutto, persino del calore che è alimentato dall'umido.

    Emanuele Giovanni
    Paternò Claudio

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  9. Nel suo scritto, Eraclito enuncia la sua teoria degli opposti.
    Gli opposti lottano tra loro (polemos) ma nonostante questo, essi generano armonia perché nulla esisterebbe senza il suo opposto.
    Eraclito porta alcuni esempi di contrari, come armonico e disarmonico, suono e silenzio, luce e buio ecc., e afferma che questi opposti derivano dal logos, che li governa, e che essi sono destinati a tornare al termine del loro corso, generando un fluire continuo.
    Da qui la teoria del divenire: tutto scorre (pánta réi).

    Edoardo Carmelo Zappalà
    Miriam Cavallaro

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