logo

logo

martedì 19 gennaio 2016

volontà e passioni in Cartesio

Cartesio fa una distinzione tra percezioni, sentimenti ed emozioni. 
La percezione non è soltanto una mera sensazione, ma è la sensazione unita alla coscienza di sentire. Possono essere chiamate percezioni tutti i pensieri ricevuti. La passione è sentimento, qualcosa di ricevuto e accolto, è emozione. La passione è anche dinamicità: non si ha solo la passività del ricevere, in quanto tale ricevere è anche un agitarsi, è turbamento. 

Il fine etico di Cartesio è in parte di origine stoica: il controllo delle passioni. Il suo progetto consiste nel conoscere la causa efficiente delle passioni allo scopo di controllarle, anche se non eliminarle, poichè esse aiutano l'uomo ad orientare la propria esistenza. 

Necessaria rimane tuttavia la guida della ragione.



 La relazione che si instaura tra anima e corpo è prettamente fisiologica: la ghiandola pineale si configura come ponte di collegamento fra i due. 

Per Cartesio il problema del rapporto fra mente e corpo può trovare dunque una risoluzione a livello corporeo: egli infatti ritiene il cervello la sede della mente. 

Art. XL 
Qual è il principale effetto delle passioni. 
Infatti occorre notare che il principale effetto di tutte le passioni negli uomini è che esse inducono e dispongono la loro anima a volere le cose cui esse preparano il corpo; di modo che il sentimento della paura l’induce a voler fuggire, quello dell’ardimento a voler combattere e così via. 

Art. XLI 
Qual è il potere dell’anima riguardo al corpo. 
La volontà tuttavia è, per sua natura, talmente libera che non può mai essere forzata; dei due tipi di pensieri che ho distinto nell’anima, di cui gli uni sono le sue azioni, cioè le sue volizioni, e gli altri le sue passioni, prendendo questa parola nella sua accezione più generale, che comprende ogni sorta di percezioni, le prime sono assolutamente in suo potere e non possono essere cambiate che indirettamente dal corpo, così come, al contrario, le ultime dipendono assolutamente dalle azioni che le producono e non possono essere cambiate che indirettamente dall’anima, salvo quando essa stessa ne è la causa. 

E tutta l’azione dell’anima consiste in questo che, per il solo fatto che vuole qualcosa, essa fa in modo che la ghiandoletta, alla quale è strettamente congiunta, si muova nella maniera richiesta per produrre l’effetto che si riferisce a tale volizione. 

La volontà, come causa libera di azioni, non può essere piegata dalle passioni, ma le passioni non possono essere cambiate dalla volontà dell’anima 


16 commenti:

  1. Parlando di gioia e tristezza, mi viene in mente un film che ho recentemente visto al cinema, intitolato "Inside out". Il film d'animazione mette in evidenza i sentimenti che guidano l'anima di una persona sin dal momento della nascita, immaginando le emozioni come guardiani dei ricordi, che vengono rappresentati come tante biglie immagazzinate nella mente da utilizzare all'occorrenza nei momenti opportuni. Se la protagonista era triste, Gioia era incaricata di spolverare dal magazzino una delle sfere con all'interno un ricordo felice che avrebbe prevalso su Tristezza.

    RispondiElimina
  2. Una tra le sei passioni che secondo il filosofo René Descartes, talianizzato col nome di Cartesio) può essere considerata primitiva (dalla quale dunque derivano altre passioni, o percezioni, presenti nell’uomo) è il desiderio.

    Il desiderio è una passione rivolta al futuro, che orienta quindi l’agire dell’anima in direzione di ciò che essa vuole avere vicino a sé, perché per essa prova amore, o nella direzione opposta di ciò dalla quale essa vuole allontanarsi, perché per essa prova odio; così come quando noi, dovendo decidere quale sedia occupare in una grande sala dove si trovano altre persone, decidiamo di sederci accanto a qualcuno se abbiamo desiderio di conoscere nuova gente chiacchierando, o decidiamo di sederci in una sedia isolata se abbiamo desiderio di stare lontani dalle altre persone con le quali non ci fa piacere intraprendere un’eventuale discussione.

    Posta questa premessa, non si può che considerare il desiderio la passione più importante nell’ambito dell’agire umano, perché a differenza delle altre passioni, pur considerate dal filosofo “subìte” in quanto diverse dagli atti volontari dell’uomo, essa è il motore dell’anima umana, che sente il bisogno di avvicinarsi/allontanarsi alla/dalla fonte delle altre passioni (amore, odio, gioia, tristezza, meraviglia).

    Cartesio, nel suo scritto sulle passioni dell’anima, non trascura l’aspetto del dominio di esse. L’uomo non è del tutto vittima delle passioni: grazie alla ragione e alla memoria possiamo valutare in quali casi è bene lasciarci guidare da esse e in quali casi invece è meglio limitarle, nonostante ciò possa provocare un iniziale disturbo in noi; ciò accade quando, per esempio, abbiamo desiderio di mangiare un gelato ma utilizziamo la ragione (mangiarlo provoca mal di stomaco) e la memoria (l’ultima volta che l’abbiamo mangiato abbiamo avuto mal di stomaco) per decidere di limitare questa passione per il nostro meglio (nonostante il gelato ci piaccia molto) – in questo caso abbiamo agito in funzione della migliore utilità soggettiva, seguendo il consiglio del filosofo.

    Il desiderio, però, così come tutte le altre passioni, è bene che non venga limitato a tutti i costi, quando accontentarlo non provocherebbe a lungo termine un dispiacere più grande dell’immediato piacere, altrimenti rischieremmo di vivere nella tristezza e nell’odio perenne, che tra le sei passioni sono le più difficili con le quali convivere. Il giusto equilibrio nell’educazione del nostro desiderio è infatti essenziale per giungere a una condizione di serenità agli stimoli delle altre passioni, condizione che probabilmente ci porterà a peccare di superbia illudendoci di essere completamente padroni delle nostre passioni ma che ci aiuterà a non dimenticare di essere sempre prudenti consultando la ragione e la memoria prima di prendere una qualunque decisione davanti alla quale è stato il desiderio a portarci.

    Ho scelto di parlare di questa passione perché secondo me è la più difficile da dominare, in quanto svariate volte mi è capitato di affrontare situazioni nelle quali ho dovuto decidere se lasciarmi travolgere dal desiderio o se tenerlo al guinzaglio. Il problema sorge, però, quando, sia che si decida di lasciarlo al comando delle nostre azioni, sia che si decida di esserne più forti, si soffre allo stesso modo, rispettivamente durante l’impaziente attesa di congiungersi a ciò che si ama, e durante la sua indefinita e logorante sosta nella nostra anima; in questo caso non si può far altro che scegliere il modo più dolce e conveniente di soffrire.

    Sebbene l’educazione del nostro desiderio possa rivelarsi molto spesso faticosa, dato che per riuscire ad ottenere buoni risultati è necessario sapersi controllare quando esso è molto intenso e tende ad annebbiarci la mente mentre vogliamo consultare la ragione o la memoria, credo che sia indispensabile per poter vivere con meno dubbi possibili sulle decisioni migliori per la nostra serenità.

    RispondiElimina
  3. “Amore: dedizione appassionata ed esclusiva,istintiva ed intuitiva fra le persone,volta ad assicurare reciproca felicità”. -Dizionario Zanichelli
    Solitamente l’amore viene definito come un’emozione ovvia ma secondo me essa ha quel qualcosa in più che le altre passioni elencate da Cartesio non hanno. L’amore è sentirsi mancare di qualcosa, è ingenuo, è irrazionale, è povero, è “altruismo incondizionato” come riporta Jeremy Griffith; incondizionato perché quando una persona si affeziona ad un’altra non può che provare un sentimento suscitato o da una forte amicizia o da un innamoramento. L’amore è mettere il bene dell’altro prima del tuo, come qualcuno che rinuncia ad amarti per sempre per vederti felice. Tiziano Ferro nella sua canzone “l’amore è una cosa semplice” spiega con estrema facilità un sentimento a dir poco complicato, astratto, confuso come l’amore. L’amore a volte dietro di sè porta dei ricordi che fanno male, bruciano e pesano come un grande macigno nello stomaco che solo cambiando se stessi e facendo altre esperienze puoi alleggerire. Concludo dicendo che l’amore è un sentimento che va vissuto fino in fondo, senza rimpianti, soprattutto durante l’adolescenza.

    RispondiElimina
  4. Possiamo dire che il desiderio puó tendere al bene,accompagnato da amore speranza e gioia ma puó anche tendere al male,dando odio,paura e tristezza. Tutti noi dal più grande al più piccolo viviamo di tanti piccoli e grandi desideri, vi sono quelli che possono durare anche solo un minuto e quelli che durano per un'intera vita, ci sono quelli irrealizzabili e quelli probabili, a volte li esprimiamo attraverso gesti: quando soffiamo le candeline, quando vediamo una stella cadente,quando cade un ciglio,quando lanciamo una moneta nella fontana, ecc.
    "La mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù,e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita"~Goffredo Parise

    RispondiElimina
  5. Cartesio ha ragione nel dire che ci sono diversi tipi di amore che vanno da una semplice affezione ad un'amicizia, fino ad arrivare ad una devozione. Forse la “devozione” molto spesso si fraintende. Quell'amore dove si preferisce talmente tanto la cosa amata a se stessi, che non si teme la morte pur di conservarla. Mi piace vedere l'amore con questa frase: “ L'amore è mettere il bene di qualcun altro prima del tuo”.

    RispondiElimina
  6. Cartesio, nella sua filosofia, tratta il problema psicologico delle passioni dell’anima: queste ultime sono legate al corpo tramite una ghiandola, chiamata pineale. Questo collegamento corpo-anima è fondamentale nell’uomo per le terminazioni nervose che, arrivando al cervello, causano percezioni e PASSIONI. La filosofia cartesiana, inoltre, si mostra “innovativa” poiché, affermando l’unicità dell’anima distrugge una parte della filosofia aristotelica. Aristotele, a differenza di Cartesio, spartiva l’anima in tre parti: sensitiva, intellettiva e volitiva.
    Cartesio, nella sua opera “Le passioni dell’anima”, ci indica sei passioni primitive: ammirazione, amore, odio, desiderio, gioia e tristezza. Attraverso la loro combinazione si creano altre passioni, chiamate dal filosofo stesso secondarie.
    L’amore è un’emozione dell’anima che la spinge “a unirsi volontariamente agli altri che sembrano convenirle”.
    L’amore però ha, come tutto, d’altronde, aspetti postivi e negativi: inizialmente, nell’uomo innamorato, si sente come un'enorme sfarfallio allo stomaco, e ci si sente leggeri; queste ultime emozioni scattano automaticamente non appena si vede la persona che si ama o quando la si pensa.
    Purtroppo però l’amore non è sempre ricambiato: in questi casi può provocare anche sofferenza nel cuore dell’innamorato, che a questo punto si sente fragile e rifiutato, pensando di essere sbagliato.
    Un’opera che rappresenta perfettamente gli aspetti positivi di questo sentimento è “Il bacio” di Francesco Hayez; questo magnifico olio su tela è stato realizzato su commissione di Alfonso Maria Visconti ed è presto diventato il simbolo del Romanticismo italiano. Ho scelto questo quadro perché mi ha impressionato molto la capacità dell’artista di mettere in evidenza la fugacità del bacio e la sensualità dell’abbraccio dei due personaggi.
    Ho scelto questa passione perché credo che l’amore sia il sentimento più importante tra i sei e che racchiuda la maggior parte degli altri (gioia, ammirazione e desiderio, ma anche, a volte, tristezza). Io credo che l’amore vero che un uomo possa provare, sia quello verso la persona per cui si prova un rapporto di necessità nell’averla e di stare con essa perché è solo con essa che si riesce ad essere completi o semplicemente noi stessi. Per concludere con un aforisma del noto scrittore indiano T.Tejpal: “Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili".

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Arriva, a volte, la tristezza e occupa il suo posto senza sparire, senza un motivo, senza un perché. Irrompe violentemente e lascia cadere nell'oblio, pone domande a cui non sapresti rispondere, crea un vuoto difficile da esternare, la tristezza. Ti lascia distante e isolato, ma tu sei lì, vicino agli altri, un po' sorridente, un po' taciturno e chiedi aiuto, gridi nel tuo animo e tendi una mano, però nulla, nessuno si accorge di te. E allora resti fermo, solo, vuoto di orizzonti e di aspirazioni. La tristezza è un vortice di oscurità che nasce lentamente, subdolamente inizia ad ingrigire l'animo, arrivando a diventare una forza talmente forte da buttarti giù, talmente nera da spazzare in pochi attimi ogni barlume di luce, e in pochi secondi ogni certezza; persino quella della propria esistenza.

    RispondiElimina
  9. Grazie ragazzi per queste riflessioni, alcune delle quali anche molto intime e personali. La vostra partecipazione conferma che questo spazio di condivisione, solo in parte virtuale, sta aiutando tutti voi nella formazione di un pensiero autonomo e critico.
    Proseguiamo il nostro cammino :-)

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  11. Da molti la meraviglia è considerata una delle passioni principali della vita. Cartesio la considera come la più importante, in quanto priva di un opposto, e ne parla negli articoli 70-76 dell'opera "Le passioni dell'anima" descrivendola come "una sorpresa improvvisa dell'anima, per cui essa si volge a considerare con attenzione gli oggetti che le sembrano rari ed eccezionali". A primo impatto, quando si parla di meraviglia, si pensa al mondo dei bambini, infatti è nel periodo dell'infanzia che, a mio parere, ci si meraviglia di più, anche per cose che da adolescenti o da adulti vengono considerate banali o scontate. Ma, soffermandoci un po' di più su questa passione, noteremo che essa è utile anche in età più avanzata, poiché ammiriamo soltanto ciò che ci sembra raro e straordinario, di conseguenza ci permette di apprendere e ricordare cose che prima ignoravamo. La meraviglia è stata anche oggetto di studi di molti personaggi illustri: basterà ricordare Giovanni Pascoli che, nel suo "Il fanciullino", invita i lettori a vivere la vita meravigliandosi di tutto allo stesso modo in cui farebbe un bambino.

    RispondiElimina
  12. LA GIOIA Roberta Pennisi IV B

    Cartesio dà una fondamentale importanza all’anima. Ad essa vengono attribuiti i nostri pensieri, come pure le azioni e le passioni. Queste ultime sono le percezioni nell’anima dal corpo, le sensazioni degli oggetti esterni e i sentimenti.
    Il godimento da parte dell’anima del bene provoca in noi una Gioia.
    Essa deriva dalla sensazione di possedere un bene, presente o futuro. La gioia è un’emozione tipica di chi ritiene che tutti i propri desideri siano stati realizzati, e per questo ci si sente soddisfatti e gioiosi.
    Diceva R. Wagner ’La gioia non è nelle cose, è in noi.’ Essa, infatti, non è altro che la sensazione scaturita dentro di noi, vista dal nostro punto di vista, ed espressa sotto diversi aspetti, da una risata, da un abbraccio o dalla commozione.
    In ambito artistico la gioia può essere rappresentata dal dipinto di Renoir, in ambiente impressionista, che privilegia la rappresentazione domestica di una famiglia borghese. In ‘Bimbo con i giocattoli’, del 1895-1896 si tratta di una tela che, a primo impatto, trasmette subito gioia e commozione. La donna e il bambino Jean sono i protagonisti di questo dipinto che, tipico di Renoir, è emblema della joie de vivre.

    In ambito religioso la gioia è stata descritta anche da Papa Francesco durante la celebrazione della messa:
    “Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale. Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasforma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come una unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”.

    RispondiElimina
  13. Secondo il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel, l’amore supera il diritto, è qualcosa che va oltre ed è più importante. È la rinuncia a se stessi per un altro, che porta all'identificazione del soggetto in un’altra persona, e, al fatto che il soggetto perde la coscienza di sé e diventa cosciente di questa identità, di essere tutt'uno e di non poter vivere senza l'altro:

    « La vera essenza dell’amore consiste nell’abbandonare la coscienza di sé, nell’obliarsi in un altro se stesso e tuttavia nel ritrovarsi e possedersi veramente in quest’oblio. Quindi è identificazione del soggetto in un’altra persona, è il sentimento per cui due esseri esistono solo in una unità perfetta e pongono in questa identità tutta la loro anima e il mondo intero »

    RispondiElimina
  14. Le passioni dell'anima: Sul desiderio.

    Articoli
    86-90:
    il DESIDERIO.
    La passione del desiderio dispone l’anima a volere per l’avvenire le cose che essa si rappresenta come convenienti.
    Il desiderio è una passione priva del suo contrario.
    Il desiderio che si prova nel tendere a qualche bene è accompagnato da amore, e quindi da speranza e gioia; il medesimo desiderio, invece, quando tendiamo ad allontanarci dal male contrario a quel bene, è accompagnato da odio, paura e tristezza.

    Il desiderio è una delle sei passioni dell'anima citate da Cartesio, questo come le altre riporta aspetti sia positivi che negativi che si ripercuotono continuamente sull'animo umano, portandolo in continua evoluzione. Il desiderio rappresenta per Cartesio ciò che ci dà la spinta per avere degli obbiettivi e ciò che ci porta a raggiungerli in modo da avere una piena soddisfazione di noi stessi, una volta raggiunta una meta prefissataci.
    Il desiderio contiene altre passioni dell'anima, quali amore o odio, utili anche loro per farci capire ciò che dobbiamo avvicinare a noi o invece ciò che dobbiamo allontanare per evitare che l'anima soffra inutilmente. Il desiderio,presenta aspetti positivi e negativi. I primi riguardano il raggiungimento del massimo traguardo prefissato, spingendo l'uomo ad andare sempre più avanti nella sua crescita spirituale .I secondi invece riguardano il desiderare qualcosa che è per l'uomo irraggiungibile, portando l'anima a soffrire e ad odiare se stessa per essersi permessa di soffrire puntando a un qualcosa che non poteva raggiungere. Quindi, cosa è il desiderio? Non potrebbe essere messo insieme ad amore e odio visti i punti in comune? La risposta a questa riflessione è no :il desiderio è una parte a se stante dell'anima, che richiede un singolo studio ma anche una concomitanza con le altre passioni in modo da essere completa. Potrebbe il desiderio però esistere senza le altre passioni ad accompagnarlo? Anche questa volta la risposta è no, un obbiettivo per essere desiderato deve anche essere amato oppure, in alcuni casi, odiato e quindi mandato via. Il raggiungimento in entrambi i casi, porta l'anima ad uno stato di gioia, contrariamente a quanto succede quando un desiderio non viene soddisfatto, quando l'anima si abbandona ad uno stato di tristezza e solitudine, chiudendosi in se stessa fino alla scoperta di un nuovo desiderio nascosto da raggiungere. Il desiderio è una delle passioni più difficili da analizzare in quanto non se ne conosce la vera causa o, se si conosce, deriva sempre da altri fattori vicini al desiderio stesso. La riflessione su questa passione non si potrà mai chiudere con una vera e propria conclusione, in quanto le opinioni sono molteplici e diverse, però ogni analisi e ogni paragrafo scritto su ciò che riguarda l'anima potrebbe essere un aiuto per avvicinarci a ciò che Cartesio intendeva come passione del desiderio.

    RispondiElimina
  15. Io ritengo che le passioni siano delle cose positive per l’essere umano. La passione che, a parer mio, rende più “vivi” e quella che considero più importante è l’amore, inteso non soltanto come amore passionale,fra due individui ,o un sentimento che si esprime in attrazione. L’amore può manifestarsi in qualsiasi ambito : amore per la famiglia, amore per gli amici, per Dio, per la Natura,per le cose a cui teniamo. L’amore è il motore che fa girare il mondo, una delle poche cose che mette da parte sentimenti come la rabbia e il rancore. Credo che l’amore sia la virtù più importante fra tutte, in quanto, come scrive Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi: « L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno. »

    RispondiElimina
  16. La passione del desiderio è quella che mi ha maggiormente colpito per il modo in cui si presenta. Credo che si rispecchi di più in me. Spesso mi capita di sentire il desiderio di poter aiutare qualcuno, di renderlo felice e di poter essere felice, desiderio di divertirsi, desiderio di viaggiare, fare e imparare cose nuove. Desiderio è speranza di poter dire, a fine giornata, che tutto è andato per il verso giusto.

    RispondiElimina

scrivi qui il tuo commento, sarà visibile dopo l'approvazione