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mercoledì 17 dicembre 2014

l'uomo e le leggi per Socrate






...Sicché se tu ora muori, muori ingiuriato, non 
da noi leggi,
ma sí dagli uomini; ma se tu fuggi, pagando cosí vergognosamente ingiuria con
ingiuria, male con male, i patti e gli accordi da te fermati con noi rompendo, e chi
meno si convenia offendendo, cioè, te medesimo, e amici, e patria, e noi; noi ti
staremo in collera insino a tanto che tu avrai fiato; e laggiú le nostre sorelle, le leggi
d'inferno, non t'accoglieranno benignamente, 
sapendo che ti sei provato di abbatterci
e di umiliare quanto potevi...



leggi qui tutto il dialogo platonico


dopo la lettura:
  • presenta luogo e tempo della vicenda: dove siamo? in quale periodo? in quale circostanza?
  • indica i protagonisti del dialogo
  • presenta il loro ruolo così come si prospetta nel corso del dialogo
  • enuclea il messaggio che Platone, attraverso Socrate, intende consegnarci
  • concludi con le tue riflessioni personali
  • invia la tua relazione all'insegnante


per un'analisi del dialogo




La Morte di Socrate (La Mort de Socrate) è un dipinto a olio su tela (129,5 × 196,2 cm) 
del pittore francese Jacques-Louis David
realizzato nel 1787 
e conservato al Metropolitan Museum of Art di New York.

Nella Morte di Socrate David impiega il colore in una maniera altamente emozionale. Le tonalità rosse, più tenui sui margini del dipinto, diventano più vibranti man mano che ci si avvicina al centro della composizione, sino a culminare nella veste scarlatta dell'uomo che porge al filosofo la coppa di veleno. Gli unici due uomini che non si disperano, bensì rimangono sereni nonostante la tragicità dell'evento, sono Socrate e Platone: per distinguerli, David tinge le loro vesti di blu e di bianco, in contrasto con le tonalità calde degli altri uomini.

Ultimato il dipinto, David ne attestò la proprietà artistica con una doppia firma: l'una è intera, ed è collocata al di sotto di Critone (l'uomo che si aggrappa alla coscia di Socrate), mentre l'altra consta solo delle iniziali e si trova sotto la figura di Platone. La collocazione delle due firme non è affatto frutto del caso: la prima, infatti, si trova sotto Critone in ragione della somiglianza con l'artista, mentre l'altra è da interpretare come un ringraziamento a Platone, che scrivendo il CRITONE ha consentito a David di realizzare l'opera, e generalmente di preservare la scena tramandandola con la sua mediazione letteraria nelle generazioni future.



2 commenti:

  1. 1)Ci Troviamo ad Atene nel 399 a.C. Nello specifico in carcere. Socrate, arrestato per corruzione dei giovani e per empietà, dopo essersi svegliato si ritrova accanto l'amico Critone.

    2) I protagonisti del dialogo sono Socrate e l'amico Critone.


    3) Nel corso del dialogo Socrate ha sempre il ruolo di maestro, ciò è deducibile dal momento in cui Socrate, attraverso riflessioni, domande e risposte, spiega a Critone, che ricopre il ruolo di discepolo, il motivo per cui è meglio la sua permanenza in carcere a discapito della fuga.

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  2. Nel Critone, è riportato il dialogo tra Socrate e Critone avvenuto all'alba nelle carceri di Atene, dove Socrate era stato rinchiuso, con l'accusa di empietà e corruzione dei giovani, in attesa del giorno dell'esecuzione della pena capitale.
    Critone, inizialmente, si presenta come l'annunciatore dell'imminente arrivo della nave da Delo, quindi l'arrivo del conseguente momento della morte del filosofo.
    Successivamente Critone prende il ruolo di interlocutore di Socrate, che in quanto maestro e uomo fedele alle leggi, spiega al suo discepolo perché sia conveniente che egli non scappi da Atene, pur avendone le possibilità.
    Platone, attraverso questo dialogo, intende riferirci i suoi ideali, secondo cui un uomo, se non rispetta le leggi della propria civiltà, cessa di essere un uomo.
    Se infatti Socrate in quella circostanza fosse scappato, sarebbe andato contro le leggi che lo avevano cresciuto, ma nonostante quelle stessi leggi lo avevano condannato a morte, egli rimane comunque fedele ad esse come alla sua patria.


    Democrazia, letteralmente, significa "governo del popolo", ovvero che tutti dovremmo essere coinvolti in ciò che il governo decide, negli errori che compie, negli inganni in cui si lascia trascinare, ma il più delle volte vi è un cattivo funzionamento dell'organismo, dovuto anche al disimpegno.
    Le istituzioni democratiche, al contrario della dittatura dove il cittadino occupa un posto ma non è libero di esprimere gli ideali in cui crede, dovrebbero essere considerate come il bene più grande di una comunità, dove non c'è un nemico da abbattere, ma soltanto il confronto fra due o più idee al fine di un bene comune.
    Per questo, secondo me, la democrazia è come una fortezza, piena di diritti, quali sociali, civili, politici, economici ed etici, e doveri a cui ogni cittadino non può venir meno.

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