post di Fabio Lazzaro, 4 L
Tolleranza
positiva E' assente nella
società dispotiche
Si Non è assoluta ma relativa
O
P
P
O
N
E
a
èIntolleranza negativa indebita esclusione del
diverso, religiosa, razziale, politica
non prevedeTolleranza negativa eccesso nella società
democratica, non è indignazione
Si
P
P
O
N
E
a
èèIntolleranza positiva fermezza nei principi, esclusione di ciò che reca danno
èTolleranza assoluta pura
astrazione
Perché il
principio secondo cui “tutti debbono essere tollerati tranne gli intolleranti”
si rivela astratto?
Il principio secondo cui “tutti debbono essere tollerati tranne gli
intolleranti” si rivela astratto poiché chi crede nella bontà della tolleranza
, non vi crede solo perché constata l’irriducibilità delle fedi e delle
opinioni, ma anche perché crede che l’unica maniera di ridurre l’intollerante
ad accettare la tolleranza non sia la persecuzione. In conclusione, rispondere
all’intollerante con l’intolleranza risulterebbe sicuramente eticamente povero
e politicamente inopportuno.
I limiti della tolleranza di Locke
Locke compose diversi scritti riguardanti il concetto
discusso di tolleranza che per il filosofo risulta essere il tratto distintivo
del cristianesimo. Nelle sue opere emergono dei limiti per quanto concerne
l’essere tolleranti; esclude i cattolici e gli atei.
I primi vengono esclusi da quest’aspetto perché
non può avere diritto alla tolleranza una Chiesa i cui membri sono al servizio
spirituale di un sovrano straniero(il papa).
Infatti, in tal modo, si ammetterebbe la presenza di una
giustificazione straniera nel territorio.
Analogamente non avranno diritto alla tolleranza gli atei,
perché i legami con la società, quali patti e promesse, non presentano nessun
fondamento stabile e si dissolvono poiché viene negata la figura
divina instauratrice di questi accordi.
L’intolleranza: da condannare?
Secondo il mio pensiero, l’intolleranza non è sempre da
condannare.
Riconosco infatti pertinente la distinzione che Norberto Bobbio indica nell’intolleranza,
catalogandola in “intolleranza positiva” e “intolleranza negativa”.
La prima risulta utile quando ci si pone contro persone che
recano danno a noi stessi o alla società nella sua globalità. In questo caso, è
doveroso ricorrere a punizioni o richiami affinché si apprenda il consono
comportamento da seguire.
Al contrario però, l’intolleranza negativa presuppone una personalità
dell’individuo inadatta ad ogni tipo di situazione che vada in
contrasto con il pensiero chiuso e fermo che possiede. Escludere qualunque
persona sia diversa da noi non è affatto un atteggiamento esemplare, ma
sicuramente retrogrado e sbagliato nei confronti della società.
Tolleranza e rispetto: concetti distinti?
Secondo me, tra i termini tolleranza e rispetto vi è
un’apparente correlazione, in quanto per tolleranza si può intendere il
rispetto della diversità, laddove per rispetto si concepisce il
riconoscimento e la stima nei confronti della dignità di un’altra persona.
Tuttavia, spesso, la tolleranza non sempre corrisponde al rispetto.
Tollerare significa infatti accettare e "sopportare" (come indica l’etimologia
del termine) una condizione sociale, religiosa, politica, avendo come fine una
situazione pacifica e diplomatica.
Quest’accettazione potrebbe anche non prevedere un senso di rispetto verso
la nuova situazione.
In conclusione, io sostengo che colui che sceglie di praticare la tolleranza e
di coltivarla deve anche rispettare le opinioni e le credenze delle persone
altrui.
Se la tolleranza non fosse seguita dal rispetto, essa diventerebbe una sorta
di forzatura involontaria che di per sé non favorisce la crescita interiore e
culturale di un individuo, rendendolo passivo.