"....Mia madre mi diceva sempre che l’unico modo per cambiare le cose
è rimboccarsi le maniche, sporcarsi le mani, provare a raddrizzare ciò
che ci sembra storto. Mancano due giorni a Natale e io, musulmano, che ho
passato un anno di scuola dalle suore a Misurina, qualcosa ne so della
religione cattolica e del senso di questi giorni per milioni di cristiani.
Il centro di prima accoglienza di Lampedusa mi sembra subito un presepe
moderno. «Non c’era posto per loro nell’albergo», il figlio di Dio per
i cristiani nasce dentro ad una grotta, sceglie subito da che parte stare, si
incarna proprio là dove l’umanità è più ferita.
Subito sono attorniato da loro, dagli “ospiti” del centro, che vogliono
presentarsi, vogliono raccontare la propria storia, vogliono protestare
anche. C’è parecchia rabbia, desiderio di essere ascoltati, di tirare fuori
la propria umanità. Li ascolto in silenzio, faccio parlare le loro
frustrazioni, tocco con mano le loro speranze, molte sono anche mie, guardo
negli occhi un’umanità piena di energie, che anni e anni di leggi ingiuste
hanno piegato, ferito, avvilito. Chi pensa di avere ancora qualche argomento
a favore di quell’orrore che è la Bossi-Fini e del pacchetto Sicurezza
dovrebbe venire qui, provare a sostenere il loro sguardo pulito che reclama
giustizia.
L’Italia ha bisogno di una buona legge che regoli l’immigrazione, che ci
faccia uscire dal “cattivismo”, dalla politica della paura, dalla
stupidità di norme e codici che non consentono a chi nasce o cresce in
Italia di dirsi italiano, di concorrere ai bandi pubblici, di votare, di
candidarsi. Leggi che maltrattano chi chiede asilo e rifugio nel nostro
Paese. L’Italia ha bisogno di riscoprire negli immigrati una forza, una
risorsa economica, intellettuale, umana(...)
I miei giorni dentro al Centro Accoglienza di Lampedusa sono stati un
dono per me. Un’occasione vera di confronto con quell’umanità migrante sulla
cui pelle sono state fatte molte leggi e prese molte decisioni. Ecco, io nel
mio nuovo ruolo di parlamentare sono un legislatore, e credo sia
importante, anzi, necessario guardare negli occhi le persone, pesare la
loro dignità, prima di scrivere o presentare leggi che le riguardano. Dopo
Lampedusa, ora dobbiamo scrivere una nuova legge. Una legge
sull’immigrazione dal carattere umano e dalla parte dei diritti dei
rifugiati.
Ora non possiamo più dire di non sapere (...)
"
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