"Le parole, che curano e aiutano a vivere, non sono solo quelle che un medico deve dire ai suoi pazienti, cercando di adattarle alla loro sensibilità e alla loro fragilità, ma sono anche quelle che un genitore rivolge ai suoi figli, un insegnante ai suoi allievi, un sacerdote ai suoi fedeli. In ogni forma di dialogo, in ogni forma di comunicazione, dovremmo allora fare grande attenzione alle parole che esprimiamo, e che talora, al di là di ogni nostra intenzione, possono ferire le persone più sensibili e vulnerabili.
Le parole, che fanno del bene e che curano, sono quelle che tengono conto della importanza del silenzio nello svolgersi di un colloquio, di un dialogo.
Le parole sono come la sistole del nostro cuore, e il silenzio è invece come la diastole del nostro cuore.
L’una e l’altra, la sistole e la diastole, sono ugualmente indispensabili alla nostra vita e, in particolare, alla comunicazione delle nostre emozioni e dei nostri pensieri; e alla loro comprensione, e alla loro accoglienza, da parte degli altri: dei propri figli, dei propri allievi, dei propri fedeli, ma anche di chiunque entri in relazione con noi..."
Eugenio Borgna, Noi siamo un colloquio, 1999
Eugenio Borgna (Novara, 1930) è responsabile del Servizio di Psichiatria dell'Ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università di Milano. In qualità di esponente dell'indirizzo fenomenologico contesta l’interpretazione naturalistica - ancora oggi in voga - delle patologie mentali che ricerca le cause della psicosi nel malfunzionamento dei centri cerebrali, e la sua cura attraverso i farmaci e l’elettroshock. La psichiatria, sostiene Borgna, ha a che fare soprattutto con la cura, ma la cura non può essere soltanto farmacologica: è anche psicologica e sociale e dipende soprattutto dalla capacità di ascoltare, per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci e i silenzi della propria anima, anche quando ci si trova persi nelle pieghe più profonde della sofferenza psichica.
Eugenio Borgna possiede una straordinaria sensibilità e forza comunicativa. Leggerlo è un continuo scoprire e al contempo trovare conferme, il che non è paradossale perchè rappresenta proprio il cammino dell'intelligenza umana, già individuato da Platone, che procede attraverso conoscenze e ri-conoscimenti interiori. Riflettere sulla complementarietà di parole e silenzio è necessario se vogliamo dare senso alla comunicazione, specie quando quel silenzio significa anche ascolto dell'altro. Non si ascoltano solo le parole, ma anche il volto, lo sguardo e i gesti di chi ci sta vicino. La parola allora attende altre risposte, che solo il silenzio aiuta a formulare.
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