Ieri sul quotidiano Repubblica è stata pubblicata la lettera di Davide Tancredi, un ragazzo di 17 anni con i sogni e le speranze di tutti i ragazzi della sua età, ma anche con le laceranti lotte quotidiane per la costruzione di una identità sessuale che il mondo esterno fa fatica a riconoscergli. Le sue parole sono affilate come coltelli perchè nascono da una sincera profonda sofferenza che solleva anche le responsabilità di tutti noi, chiusi e diffidenti, quando non indifferenti, di fronte alla diversità che ogni giorno incrociamo nelle nostre strade e nelle nostre vite. Le parole di Davide non possono rimanere senza risposta. Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha oggi scritto la sua risposta a Davide, invitandolo alla Camera per fargli conoscere le proposte di legge contro l'omofobia. Ci auguriamo che queste proposte, come quelle contro il femminicidio, diventino al più presto norma di legge per tutti, senza eccezioni di sorta. Perchè le leggi contribuiscono a formare un costume, un habitus come lo definiva Aristotele, una civiltà responsabile del suo agire. I giovani, le donne, le persone hanno diritto di esistere, di vivere e costruire le loro esistenze, oggi già pesantemente provate da una crisi economica devastante.
L'esistenza non ha sesso nè colore nè età: è un valore e un diritto per tutti, senza differenza alcuna. E da tutti deve essere rispettata, se vogliamo una società migliore, sana, forte.
Pubblico uno stralcio della lettera di Davide. Per leggerla interamente rimando al sito del quotidiano. E invito tutti a riflettere su questo accorato messaggio.
"Io sono gay, ho 17 anni e questa lettera è la mia ultima alternativa al suicidio in una società troglodita, in un mondo che non mi accetta sebbene io sia nato così. Il vero coraggio non è suicidarsi alla soglia degli ottanta anni ma sopravvivere all'adolescenza con un peso del genere, con la consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato se non seguire i propri sentimenti, senza vizi o depravazioni. Non a tutti è data la fortuna di nascere eterosessuali. Se ci fosse un po' meno discriminazione e un po' più di commiserazione o carità cristiana, tutti coloro che odiano smetterebbero di farlo perché loro, per qualche sconosciuta e ingiusta volontà divina, sono stati fortunati. Io non chiedo che il Parlamento si decida a redigere una legge per i matrimoni gay - non sono così sconsiderato - chiedo solo di essere ascoltato.
Un Paese che si dice civile non può abbandonare dei pezzi di sé. Non può permettersi di vivere senza una legge contro l'omofobia, un male che spinge molti ragazzi a togliersi la vita per ritrovare quella libertà che hanno perduto nel momento in cui hanno respirato per la prima volta. Non c'è nessun orrore ad essere quello che si è, il vero difetto è vivere fingendosi diversi. Noi non siamo demoni, né siamo stati toccati dal Demonio mentre eravamo in fasce, siamo solo sfortunati partecipi di un destino volubile. Ma orgogliosi di esserlo. Chiediamo solo di esistere. "
Un Paese che si dice civile non può abbandonare dei pezzi di sé. Non può permettersi di vivere senza una legge contro l'omofobia, un male che spinge molti ragazzi a togliersi la vita per ritrovare quella libertà che hanno perduto nel momento in cui hanno respirato per la prima volta. Non c'è nessun orrore ad essere quello che si è, il vero difetto è vivere fingendosi diversi. Noi non siamo demoni, né siamo stati toccati dal Demonio mentre eravamo in fasce, siamo solo sfortunati partecipi di un destino volubile. Ma orgogliosi di esserlo. Chiediamo solo di esistere. "
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