Sono rimasta molto sorpresa dallo stile e dal linguaggio utilizzato da Orwell: semplice e scorrevole, quasi da rendere il romanzo attuale, nonostante sia stato ambientato all’incirca nella metà del Novecento. Inoltre, un aspetto che si percepisce sin dalla lettura dei primi capitoli del libro, è la grande abilità oratoria dei maiali/uomini burocrati: bastava infatti una singola parola in aggiunta ai sette comandamenti per cambiarne totalmente il significato e ottenere risultati persuasivi. Insieme ad essa spicca l’ignoranza degli animali/uomini massa, utilizzata da Napoleone come strumento di controllo e di potere. L’autore è riuscito a far comprendere come una società possa trasformarsi in presenza di un regime autoritario, mettendo in mostra gli aspetti più avidi ed egoistici della classe dirigente. Emblematico l’ultimo capoverso del decimo capitolo nel quale si realizza la piena simbiosi tra maiale e uomo:
“Dall’esterno le creature volgevano lo sguardo dal maiale all’uomo, e dall’uomo al maiale, e ancora dal maiale all’uomo: ma era già impossibile distinguere l’uno dall’altro”
Ho trovato inoltre fondamentale il saggio sulla libertà di
stampa in appendice del libro, scritto in seguito al rifiuto da parte di alcuni
editori di pubblicare il libro poiché ritenuto offensivo nei confronti dei
russi, nel quale infatti Orwell analizza il meccanismo di censura della Gran
Bretagna e denuncia la scarsa libertà di pensiero nel paese. Nonostante sia molto
descrittivo in alcuni punti, sono rimasta colpita positivamente dalla lettura
di questo romanzo. Adatto a tutti e per tutte le età, in quanto molto
scorrevole da leggere. In particolar modo lo consiglierei a tutti gli amanti
dei romanzi storici e a sfondo politico: si tratta dunque di un libro che non
può mancare nella propria biblioteca e che rileggerei con piacere una seconda
volta!
post di Daniel Impieri
classe 5 A
Il libro di George Orwell mi ha colpito per
la sua semplicità di scrittura e l’originalità nel fare satira su un argomento
così importante sotto un punto di vista completamente nuovo. L’autore infatti
vuole aprire gli occhi al lettore sulle ingiustizie politiche che ci sono state
e ci saranno da parte degli uomini più potenti ( rappresentati dai maiali)
verso lavoratori e gente comune ( gli animali della fattoria). Un altro
messaggio che mi ha colpito da parte di Orwell sta nell’attenzionare il lavoro
collettivo e il rispetto verso gli altri, nella soddisfazione di godersi il
risultato del proprio lavoro e di saperlo condividere.
Mi ha sorpreso molto come ogni animale avesse
una caratterizzazione ben definita, diversa dagli altri. Sicuramente è un libro
che mi ha lasciato molto dal punto di vista morale. Dagli animali della
fattoria si può dedurre che tutto è possibile nella vita e che sicuramente il
lavoro ripaga sempre, che la felicità non sta nel potere ma nelle cose semplici
e nella giustizia.
Sono poche le cose che non mi sono piaciute, a parte il comportamento ingiusto dei maiali e dell’uomo che non credeva nel valore della Fattoria degli Animali, portandolo più volte ad attaccarli, come pure quello tirannico di Napoleone (capo della fattoria quando i maiali presero il controllo). Ho interpretato queste scene come una mancanza di fiducia nei più deboli, nel tentativo di privarli di ogni possibilità di riscatto.
Il libro lo consiglierei a tutti i ragazzi
dai dieci anni in su, in quanto è molto scorrevole e breve ( solo 130 pagine), scritto con un linguaggio molto semplice. Inoltre, come già detto, ha una
morale intensa: lo consiglierei a chi si affaccia per la prima volta nel mondo
della politica per capire al meglio le meccaniche storiche ben riprese dello
scrittore, in grado di dare insegnamenti per la vita di tutti i giorni.