I due testi che seguono sono stati ieri e oggi sui banchi degli studenti che affrontano gli esami di maturità.
In entrambi vive e si trasmette un unico messaggio:
coltiva il pensiero, la responsabilità, la gioia di vivere e di comprendere il mondo
rispettandone i doni che ti offre ogni giorno
Perchè non si deve mai concludere, con l'amarezza di Caproni:
«Come
potrebbe tornare a esser bella,
scomparso l’uomo, la terra».
La terra deve essere e rimanere bella
con l'uomo
IL VALORE DELLA FILOSOFIA
versione dal latino, oggi prova per i licei classici
Non è la Filosofia un’arte popolare, né destinata alla ostentazione; non è nelle parole ma nelle
azioni.
Essa non è adoperata per questo fine, cioè affinché il giorno si trascorra con qualche diversivo,
affinché si tolga il fastidio all’inattività:
la Filosofia forma l’animo e gli dà struttura, dispone la vita,
regola le azioni, indica ciò che va fatto e ciò che si può trascurare, siede al timone e dirige la rotta
attraverso le ambiguità delle vicende instabili.
Senza la Filosofia nessuno può vivere con coraggio,
nessuno può vivere con tranquillità; in ogni momento si presentano innumerevoli circostanze e
queste esigono una risoluzione che a quella bisogna chiedere.
Qualcuno potrebbe dire: “A che giova la Filosofia se esiste il fato? A che giova se c’è un dio che
tutto regge? A che giova se regna il caso?
Infatti ciò che è stato prestabilito non può essere
modificato e contro ciò che è incerto nulla può essere predisposto, ma o un dio ha anticipato la mia
decisione e ha stabilito ciò che io dovessi fare oppure la sorte nulla concede alla mia capacità
decisionale”.
Qualsiasi ipotesi tra queste sia vera, o mio Lucilio, o se siano vere tutte queste,
bisogna dedicarsi
alla Filosofia;
sia che il destino ci costringa con una inesorabile legge, sia che un dio, arbitro
dell’universo, abbia predisposto ogni cosa, sia che il caso metta in movimento ed agiti senza ordine
le umane vicende la Filosofia deve proteggerci.
Proprio questa ci esorterà ad obbedire di buon grado al dio, ad affrontare con fierezza la sorte;
solo
la Filosofia ti insegnerà a seguire il dio, a sopportare il destino.
Seneca Epistulae morales ad Lucilium, Epistola 16
Versicoli quasi ecologici
poesia per Analisi del testo, prova di italiano ieri per tutte le scuole
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino1
.
Il galagone2
, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina3 un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore.Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: «Come
potrebbe tornare a esser bella,
scomparso l’uomo, la terra».
1 lamantino: mammifero marino diffuso soprattutto sulle coste e nei fiumi dell'Africa occidentale.
2 galagone: scimmia africana di piccole dimensioni.
3 fulmina: uccide con un colpo rapido e improvviso.
Giorgio Caproni, Versicoli quasi ecologici, in Res amissa. Tratto da L’opera in versi, a cura di Luca Zuliani, Mondadori - I Meridiani, Milano 1998
Giorgio Caproni nacque a Livorno nel
1912. A dieci anni si trasferì con la
famiglia a Genova, che considerò
sempre la sua vera città e dove visse fino
al 1938. Dopo studi musicali e due anni
di università, a partire dal 1935 si dedicò
alla professione di maestro elementare.
Nel 1939 fu chiamato alle armi e
combatté sul fronte occidentale. Dopo la
guerra si stabilì definitivamente a Roma,
dove proseguì l’attività di insegnante,
dedicandosi contemporaneamente, oltre
che alla poesia, anche alla traduzione,
soprattutto di opere francesi.
La raccolta
di versi Res amissa, di cui fa parte la
poesia proposta, fu pubblicata nel 1991,
un anno dopo la morte dell’autore.