Siamo cresciuti con la sua enciclopedica cultura e la sua straordinaria sapienza, pronta a dare una risposta sempre perfetta, calzante, puntuale. Lo abbiamo letto cercando di capire cosa volesse davvero dirci con quel romanzo, ed era sempre sorprendente, ma mai facile nè scontato.
Quando iniziavi la lettura ti sembrava di percorrere una strada piena di vicoli, di scale, di slarghi improvvisi e poi di strettoie, poi una balconata col panorama aperto, subito dopo un palazzo altissimo con finestre lunghe e strette, poi di nuovo luce e ancora sorprese, sempre col fiato in gola e il pensiero in fiamme.
Il fascino di quella strada era magnetico: sapevi che non sarebbe stato facile percorrerla ma non potevi evitare di entrarci.
Con il suo "Come si fa una tesi di laurea" abbiamo impostato le nostre tesi, da lì ho imparato come si prepara una bibliografia rigorosa, tra le altre cose che i professori all'università non sempre ti sapevano dire. Il libretto girava tra i laureandi e tutti dicevano "l'ha scritto Eco!" un ipse dixit a a cui anche i relatori delle lauree dovevano attenersi.
Quando un cambiamento, in politica-nella società-nella cultura, si prospettava all'orizzonte, cercavo il suo parere nei giornali, chissà cosa ha detto Umberto Eco, mi dicevo.
E' stato un faro, un maestro, l'intellettuale per antomasia senza concorrenti.
Tutte le forme di sapere in lui confluivano e trovavano intrecci, sviluppi, armonie insperate e impensabili
Grazie professore, grazie per avere acceso in noi tanta curiosità, per averci dato tanta fantasia, tanta bellezza, tanta voglia di scoprire il mondo, con quella leggerezza e quell'esserci che solo i grandissimi riescono ad avere.
Ci mancherai tantissimo