Il 30 gennaio 1884 l’università di Stoccolma era piena di gente.
Studenti, ma anche cittadini comuni e professori di ogni materia, si
erano seduti in una delle aule per assistere a un evento considerato
storico: la prima lezione di matematica tenuta in pubblico da una donna.
Sofia Kovalevskaja tremava dalla paura, ma salì in cattedra, strinse i
denti e cominciò a parlare di equazioni differenziali alle derivate
parziali: a fine lezione l’uditorio sembrava soddisfatto ma lei, la
“Principessa della scienza” come la chiamava la stampa allora, con
tipica insicurezza femminile non sapeva dire se era andata bene o male, e
cosa sarebbe successo poi. Di certo non immaginava che quello sarebbe
stato l’inizio di un percorso che l’avrebbe resa famosa in tutta
Europa, e fatta entrare nei libri di storia.
Nei giorni in cui una ricerca congiunta dell’Unesco e della Fondazione l’Oreal ci racconta che il gap fra uomini e donne nel mondo della scienza resta elevato e che anche i progressi degli ultimi anni non sembrano destinati a colmarlo presto, leggere la storia di Sofia Kovalekvskaja è un incoraggiamento importante per le ragazzine che al mondo della scienza vorrebbero affacciarsi.
La vicenda di Sofia, nata in Russia, prima donna in Europa a ottenere una cattedra universitaria in matematica, scrittrice di talento e sostenitrice dell’emancipazione femminile è raccontata in un libro per ragazzi scritto da Vichi de Marchi e illustrato da Simona Mulazzani per l’Editoriale Scienza: con linguaggio semplice e colorato, la studiosa narra in prima persona la sua storia di accademica, ma anche quella di donna, moglie e madre in un ambiente di soli uomini e pieno di difficoltà.
Un esempio importante in un mondo, come quello odierno, in cui meno di un ricercatore su tre è donna e donna sono solo l’11% dei professori universitari di materie scientifiche. Nell’Ottocento Sofia Kovalekvskaja ha rotto il soffitto di cristallo: 150 anni dopo alle giovani di oggi spetta di raccogliere la sua torcia. E dimostrare che la scienza può essere anche donna.
Nei giorni in cui una ricerca congiunta dell’Unesco e della Fondazione l’Oreal ci racconta che il gap fra uomini e donne nel mondo della scienza resta elevato e che anche i progressi degli ultimi anni non sembrano destinati a colmarlo presto, leggere la storia di Sofia Kovalekvskaja è un incoraggiamento importante per le ragazzine che al mondo della scienza vorrebbero affacciarsi.
La vicenda di Sofia, nata in Russia, prima donna in Europa a ottenere una cattedra universitaria in matematica, scrittrice di talento e sostenitrice dell’emancipazione femminile è raccontata in un libro per ragazzi scritto da Vichi de Marchi e illustrato da Simona Mulazzani per l’Editoriale Scienza: con linguaggio semplice e colorato, la studiosa narra in prima persona la sua storia di accademica, ma anche quella di donna, moglie e madre in un ambiente di soli uomini e pieno di difficoltà.
Un esempio importante in un mondo, come quello odierno, in cui meno di un ricercatore su tre è donna e donna sono solo l’11% dei professori universitari di materie scientifiche. Nell’Ottocento Sofia Kovalekvskaja ha rotto il soffitto di cristallo: 150 anni dopo alle giovani di oggi spetta di raccogliere la sua torcia. E dimostrare che la scienza può essere anche donna.
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