post di Roberto Testa
3 H
Una delle tante facce dell’amicizia è la
condivisione. L’amico è la persona con cui dovremmo
condividere tutto, a partire dall’aria che respiriamo fino ad arrivare alla
nostra stessa vita, anche se è una cosa difficile da dire e ancor di più da
realizzare, come afferma Fred Uhlman ne “L’amico ritrovato”: <<Nella mia classe non c'era nessuno
che avrebbe potuto rispondere all'idea romantica che avevo dell’amicizia,
nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio
bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato
volentieri la vita. Ho esitato un po' prima di scrivere che "avrei dato
volentieri la vita per un amico", ma anche ora, a trent'anni di distanza,
sono convinto che non si trattasse di un esagerazione e che non solo sarei
stato pronto a morire per un amico, ma l'avrei fatto quasi con gioia.>>
L’amicizia è
far parte di un’altra persona e sentirsi con essa una cosa sola, una sola
anima; per cui la condivisione diventa una delle basi principali di questo
rapporto, e, a mio parere, una cosa ancor più bella di questa è il dono, il
donare.
Chi, al giorno d’oggi, donerebbe la sua vita per un amico?
Chi avrebbe il coraggio di morire per lui?
E’ raro vedere o sentire qualcosa di simile, infatti, il mio più grande pensiero di un atto d’amicizia così grande è quello di Gesù sulla croce, che si è
sacrificato per tutti e ha sofferto per salvare i suoi amici (intese come
persone alle quali si vuole bene, in questo caso l’umanità) dal male e dal peccato.
Gli aspetti negati, in un certo senso, della condivisione e della donazione,
sono la privazione di ogni bene e il possesso di tutto per un fine proprio ed
individualistico.
Cicerone, riprendendo Archita di Taranto (in “De amicitia”), precisa : “Se un
uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell’universo e la bellezza
degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più
intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe nessuno a
cui comunicarle”. Quindi si può avere anche tutto, ma se non lo si condivide
con nessuno, che motivo si ha di possederlo? E Verga con la figura di Rosso
Malpelo (nell’omonima novella) ci mostra un grande atto di donazione, compiuto
dal giovane Malpelo nei confronti del dolorante Ranocchio, aggiungerei anche
gesto di assistenza nel momento del bisogno : perché alla fine tutto ciò che è
ricchezza materiale sparirà dalla nostra vita dopo la morte e non ci rimarrà
nulla, se non il ricordo di essere stati egoisti e taccagni, e di non aver reso
i nostri amici felici, se così è stato.
Condividendo, invece, potremo gioire insieme a loro per aver messo qualcosa in
comune o per aver donato qualcosa, tralasciando i motivi di quest’ultimo gesto,
e quindi essere contenti e soddisfatti di noi stessi.
E poi, una vita senza amici avrebbe motivo di essere vissuta?
Sarebbe una vita piena di egoismo, superbia e solitudine, che sono a mio parere
alcuni dei più grandi mali dell’uomo.
Chi è il vero amico?
Il vero amico, a questo punto, è colui che condivide con te tutto, dai momenti
belli a quelli brutti, che condivide con te la sua anima e la sua vita, colui
che ti dona tutto quello che ha, colui che fa di tutto semplicemente per
vederti felice e che ha fiducia in te, e che quindi crede nel più grande legame
che possa esistere, perché non dobbiamo dimenticare che amicizia in primo luogo
è amore.
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