Epicuro, Epistola a Meneceo.
Riflessioni e considerazioni.
post di Roberto Testa
classe IV H
Epicuro, primo filosofo del periodo ellenistico, nacque a Samo nel 341 a.C.
Nella lettera scritta ad un caro amico, Meneceo, riusciamo a comprendere bene i punti principali del suo pensiero filosofico.
I temi principali dell’epistola sono la Filosofia e la Felicità, la prima dal punto di vista della moralità, la seconda del bene.
Epicuro inizia dicendo che non esiste età per la pratica della filosofia e per la ricerca della felicità, che non si è mai troppo grandi o troppo giovani per la salute dell’anima e quindi della persona. Suggerisce subito all’amico, e a tutti, cosa poter fare per essere felici, spiegando passo per passo il suo pensiero.
Il primo argomento che tocca è
la concezione della divinità : il divino per lui è indistruttibile e beato, quindi immortale, per cui è sempre felice, ed è qui che lega l’idea di felicità a quella di immortalità; va contro la tradizione greca, dicendo che gli dei non sono quelli che descrive il popolo e la tradizione, ma sono diversi, forniti di una grande conoscenza e di altrettanta virtù.
Il secondo tema è quello riguardante
la vita e la morte, dicendo subito che il bene e il male appartengono al mondo sensibile, si possono sentire, mentre la morte no. Non bisogna temere la morte, né cercare in tutti modi di aggiungere tempo alla vita (cosa in poche parole impossibile) e neppure vivere la vita in attesa della morte, perché è inutile affliggersi per una cosa che non sentiremo e che in un certo senso aspettiamo. La vita è mortale e la “nullità” della morte per noi deve essere motivo di gioia, non dobbiamo temerla, perché non la sentiremo e quindi non ci sarà. “Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi”; non è il peggiore dei mali, come molti credono.
Passa poi ai
desideri..i più importanti sono quelli che mirano al benessere del corpo, alla felicità e alla serenità dell’animo : li desideriamo soprattutto quando soffriamo, sentendo il loro bisogno. Il desiderio spesso corrisponde al piacere, per natura il piacere è buono e la sofferenza è male, però non sempre è così, quindi ci invita a considerare eventuali danni e guadagni che possono portare e a dipendere meno dai bisogni, perché spesso non possiamo “gustarli” nella giusta maniera, suggerendoci di vivere di poco e di essenziale, per vivere in salute e apprezzare veramente le poche cose che abbiamo senza dipendere da loro. Il bene è un piacere quando aiuta l’animo a stare tranquillo e sereno, non quando porta piaceri che poi svaniscono facilmente come ad esempio i banchetti, il vino, il godersi le donne (o gli uomini). Bisogna stare attenti a selezionare bene, con saggezza, ciò che veramente può portarci felicità, che, secondo Epicuro è il condurre una vita saggia, bella e giusta : tutto ciò si ottiene attraverso l’esercizio della filosofia.
Conclude dicendo che non esiste uomo più lodevole di quello che rispetta tutti i suoi punti, quindi, riassumendo, che : ha un’opinione corretta riguardo le divinità, non ha paura della morte, conosce la natura del bene, capisce che bisogna avere i beni essenziali e sa che se il male dura poco affligge di più rispetto a quello che dura più a lungo; inoltre, aggiunge, che le cose accadono o per necessità, o per fortuna, o per scelta nostra, e che quest’ultima si può controllare attraverso appunto la saggezza. Aggiunge che gli dei non regalano il bene o il male agli uomini, ma che li avviano soltanto alla conquista di questi ultimi, e gli uomini alimentano la loro speranza attraverso le preghiere.
L’ultimo consiglio all’amico e a tutti:
è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato. Consiglia di meditare su queste cose e su cose del genere e di parlarne con i propri simili, perché se si segue questo suo pensiero, e se è questa la felicità che si sta cercando, questi beni faranno sentire l’uomo immortale e quindi felice.
Vorrei concludere la mia riflessione con un breve pensiero personale : l’idea di felicità di Epicuro mi è veramente piaciuta, concordo molto con le sue parole ed ogni giorno mi impegno per essere come l’uomo che lui ha descritto, seppure io abbia conosciuto da poco questo filosofo.
Inoltre la sua proposta mi ricorda abbastanza l’idea di felicità di Aristotele : l’esercizio della filosofia, l’utilizzo della ragione aiutano a vivere bene, in un modo giusto e bello, elevandosi al più alto livello, quasi divino.